Giuseppe Lagrasta
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La città e la poesia dialogica, una riflessione di Giuseppe Lagrasta

La nota del presidente del Comitato Dante Alighieri di Barletta

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione del presidente del Comitato Dante Alighieri di Barletta Giuseppe Lagrasta sulla poesia dialogica.

Ci sono giorni in cui le nuvole appaiono leggere e lentamente si dissolvono oltre la Murgia ferita mentre il Mare Adriatico è in attesa di nuove tempeste e giovani rondini. Ma è la primavera che incombe leggera, aerea e colorata come le foglie, che a fatica, abitano i rami dei giovani alberi cittadini. Ma anche il sole, elemento essenziale, appare girovago, onnipresente, cardiaco, vivente, poetico e solitario, ma allo stesso tempo, dialogico, responsabile, essenziale con la sua luce eterea e i suoi raggi di energia possente.

Tanti artisti hanno descritto il sole, la terra e le sue creature, tanti pittori, scrittori, poeti, narratori si sono cimentati; lo stesso Giuseppe De Nittis, è stato un artista che ha alimentato, con eccellente maestria e con passione, il cuore e il sangue della luce, il battito cardiaco vivente della stessa luce. Ma pare che il sole di questa primavera sia obnubilato, da ombre e fumi, attraversato da nuvole adolescenti, che potranno essere dissolte forse, e soltanto, attraverso la forma della poesia come preghiera, che chiede il tu, che desidera una relazione d'anima ad anima, capace di sostenere il senso del vivere dialogico. Risulta importante comunicare attraverso le parole della poesia, e disseminare i luoghi del vivere quotidiano di testimonianze esemplari, per raggiungere il cuore dell'altro, alimentando l'alfabeto delle parole dialogiche, che sostenga la parola che si fa preghiera attraverso il dialogo umano vivente, per donarsi al cuore vivente dell'altro: forze poetiche umane che coincidendo, si nutrano, alla stessa fonte esistenziale e spirituale.

Il senso vero ed edificante che nutre la poesia dialogica nel tempo presente, dovrà assumere un ruolo essenziale nella comunicazione quotidiana e l'equilibrio tra il donare e il donarsi troverà il senso compiuto soltanto sapendo rivolgersi all'altro, riconoscendo il coinvolgersi nell'altro. Ecco il tu, nella sua nevralgica posizione di attraversamento dialogico verso l'altro: ecco che di soglia in soglia, attraversiamo i giorni e l'alba e viviamo le notti in attesa dell'ora mattutina che apra alla sorgente del vivere, del lottare, e partecipare agli accadimenti senza il volgere lo sguardo dall'altra parte.

E tra gli strumenti umani capaci di aprire alla comunicazione dialogica vi è la parola poetica, la poesia-parola-traccia-orma-figura, che costruisce con le sue immagini, ponti di dialogo e di pace, ponti di dialoghi fraterni, per buone pratiche di comunità e parole essenziali per rivolgersi verso l'altro, per fare relazione dialogica e accettare l'incontro nell'empatia per la costruzione di percorsi di inclusione e di partecipazione attiva nella vita relazionale.

La forma della poesia è intrisa di ragioni, di riflessioni che costruiscono reti di significati e reticoli di senso che fondano la possibilità della fusione degli orizzonti come momenti di dialogo e di pace. Gianni Rodari nella sua poesia Armi dell'allegria, scrive: "Eccole qua/le armi che piacciono a me/: la pistola che fa solo "pum"/(o "bang", se ho letto qualche fumetto)/ma buchi non ne fa…/il cannoncino che spara/senza fare tremare/nemmeno il tavolino…/il fuciletto ad aria/che talvolta per sbaglio/colpisce il bersaglio/ma non farebbe male/né a una mosca né a un caporale…/Armi dell'allegria!/Le altre, per piacere,/ma buttatele via!/"

Ecco una testimonianza di poesia dialogica in cui Gianni Rodari non scompone il verso poetico, alimentandone difficoltà interpretative, anzi, sollecita, nella semplicità della narrazione poetica, sia i bambini che gli educatori e gli adulti a riflettere, a meditare, per approfondire il significato della fusione degli orizzonti di fraternità.

Ma la poesia dialogica, nella sua essenza vitale e nella sua persistenza nel combattere il dolore e la solitudine, apre spiragli di dialogo e di relazioni per comunicare da persona a persona, da anima ad anima. Ecco la nostra filastrocca dialogica declinata attraverso la metafora del girotondo; titolo, "La colomba della pace": "Girotondo per la pace/per un fuoco che mai tace/per una colomba tenace/per una giornata di luce/. Girotondo della pace/girotondo che mai giace/girotondo tutti insieme/seminando buoni semi/. Girotondo dell'ascolto/a tutti già rivolto/. Girotondo della pace/girotondo di tanta luce/girotondo per il mondo intero/e che il dialogo sia sempre vero/. Girotondo umano umano/girotondo mano a mano/girotondo fino in fondo/per la pace in tutto il mondo!!!!/" Così, il dialogo e l'ascolto abbattono muri, ostacoli, creano alleanze, promuovono poesia umanante, testimoniale.
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