Turismo
La Barletta turistica vista dall’esterno
Intervista a Nadia Theuma, responsabile dell’Istituto di Turismo e Cultura all’Università di Malta. «C’è molto potenziale per il turismo culturale e di nicchia»
Barletta - martedì 30 luglio 2013
Quando a Barletta si parla di turismo, siamo portati a coglierne insieme pregi e difetti: risorse impareggiabili e scarsa promozione, ricchezza culturale e inspiegabile sottovalutazione, a tutto discapito di una città davvero fiorente di storia e bellezza. Abbiamo chiesto un'opinione sulla Barletta turistica a Nadia Theuma, responsabile dell'Istituto di Turismo e Cultura all'Università di Malta: l'abbiamo incontrata pochi minuti prima dell'inaugurazione della mostra dedicata alla donazione di Leontine De Nittis alla città di Barletta, all'ombra del barocco Palazzo della Marra, che stabilmente ospita la pinacoteca intitolata al pittore barlettano.
Qual è il motivo che l'ha portata a visitare Barletta?
«Sono qui a Barletta per accompagnare mio marito, impegnato come relatore ad un convegno per gli eventi di Green Bat [Anton Theuma, Direttore di Paragon Europe Malta, che nell'incontro di sabato ha discusso delle buone pratiche europee di valorizzazione delle risorse idriche, ndr]. Abbiamo colto questa occasione per visitare insieme ad un gruppo di amici la città di Barletta».
Conosceva già prima Barletta o la sta scoprendo adesso per la prima volta?
«No, non la conoscevo e non l'avevo mai visitata. Sono rimasta molto colpita perché Barletta si è rivelata per me una sorpresa: non pensavo fosse così ricca di cultura, e ha anche molti legami con Malta, per esempio con i Cavalieri di San Giovanni, ai quali noi maltesi siamo molto legati. Abbiamo avuto modo di parlare con amici barlettani dello stretto rapporto che unisce Barletta e Malta, e stiamo discutendo anche diverse idee e progetti che potremmo portare avanti nei prossimi anni».
Dal punto di vista turistico, cosa l'ha colpita di più di Barletta?
«Abbiamo visitato la Cattedrale, la chiesa di Nazareth, le strade del centro, il museo di Palazzo della Marra, il castello. Abbiamo goduto poi della bella vita che la vostra città ha da offrire, dal buon cibo all'ospitalità, rimanendone piacevolmente sorpresi».
La sua opinione è positiva, ad un primo sguardo, sulla Barletta turistica?
«Penso che ci sia molto potenziale, soprattutto per il turismo di nicchia e per il turismo culturale. Non certo per un tipo di turismo di massa, ma un turismo per pochi, in particolare per chi apprezza la buona cultura».
Qual è il motivo che l'ha portata a visitare Barletta?
«Sono qui a Barletta per accompagnare mio marito, impegnato come relatore ad un convegno per gli eventi di Green Bat [Anton Theuma, Direttore di Paragon Europe Malta, che nell'incontro di sabato ha discusso delle buone pratiche europee di valorizzazione delle risorse idriche, ndr]. Abbiamo colto questa occasione per visitare insieme ad un gruppo di amici la città di Barletta».
Conosceva già prima Barletta o la sta scoprendo adesso per la prima volta?
«No, non la conoscevo e non l'avevo mai visitata. Sono rimasta molto colpita perché Barletta si è rivelata per me una sorpresa: non pensavo fosse così ricca di cultura, e ha anche molti legami con Malta, per esempio con i Cavalieri di San Giovanni, ai quali noi maltesi siamo molto legati. Abbiamo avuto modo di parlare con amici barlettani dello stretto rapporto che unisce Barletta e Malta, e stiamo discutendo anche diverse idee e progetti che potremmo portare avanti nei prossimi anni».
Dal punto di vista turistico, cosa l'ha colpita di più di Barletta?
«Abbiamo visitato la Cattedrale, la chiesa di Nazareth, le strade del centro, il museo di Palazzo della Marra, il castello. Abbiamo goduto poi della bella vita che la vostra città ha da offrire, dal buon cibo all'ospitalità, rimanendone piacevolmente sorpresi».
La sua opinione è positiva, ad un primo sguardo, sulla Barletta turistica?
«Penso che ci sia molto potenziale, soprattutto per il turismo di nicchia e per il turismo culturale. Non certo per un tipo di turismo di massa, ma un turismo per pochi, in particolare per chi apprezza la buona cultura».