Gesù e il cieco
Gesù e il cieco
Religioni

L’uomo guarda con gli occhi, il Signore guarda con il cuore

La vera illuminazione, nell'omelia di don Vito Carpentiere

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa "Inviato". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: "Va' a Sìloe e làvati!". Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov'è costui?». Rispose: «Non lo so». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». ] Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età: chiedetelo a lui!».

Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». [ Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. ] Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane».

"L'uomo guarda con gli occhi, il Signore guarda con il cuore". Questa antica versione siriaca è una significativa variante alla più nota frase "l'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore"; questa frase fa da collegamento attraversando tutta la parola di Dio di questa domenica e invitandoci a scrutare gli altri, il mondo, noi stessi con gli occhi di Dio, che sono gli occhi dell'Amore.

Con questa domenica Laetare, con l'invito significativo a gioire, a motivo del perdono di Dio e della luce ritrovata nelle tenebre che ci portiamo dentro e che ci circondano, viviamo questa quarta domenica del nostro itinerario quaresimale; è la seconda tappa del fondamentale itinerario catecumenale che sin dalla chiesa antica accompagna il cammino di chi, nella notte di Pasqua, durante la grande Veglia, celebrerà i sacramenti dell'iniziazione cristiana, in primis con il battesimo, detto anticamente "illuminazione". Se domenica scorsa, di fronte al suggestivo brano dell'incontro con la donna samaritana Gesù si è presentato come l'acqua viva che zampilla per l'eternità, l'unica acqua capace di saziare la nostra sete d'infinito, oggi Gesù si presenta, nella guarigione del cieco nato, come luce, perché chi segue lui non cammini nelle tenebre ma abbia la luce della vita.

Cuore del brano è questo cieco nato, di fronte al quale si confrontano due modi differenti, due logiche, due orizzonti. L'uno è quello di Gesù che guarda con solidarietà e, con procedimento quasi sacramentale (gesto e parola), ridona la vista, la luce e soprattutto la dignità (visto che un cieco era considerato maledetto perché non poteva leggere la Torah, la parola di Dio). L'altro schieramento è costituito da farisei (leaders spirituali) e giudei (osservanti della Legge) che, con sguardo colpevolizzante, intentano un processo all'uomo guarito, ponendo più volte la domanda su come possa essere accaduta una guarigione simile e non rallegrandosi per la riacquistata vista e dignità dell'uomo. Si fermano, cioè, più sul fatto della sua pregressa cecità, conseguenza, secondo loro, del suo peccato, che non sulla riacquistata vista-luce-vita nuova. E quell'uomo, guarito e soprattutto libero, progressivamente riconosce Gesù come uomo, profeta, uno che viene da Dio ed infine come Signore. Per questo viene cacciato dalla sinagoga, esiliato dalla vita religiosa e sociale. Ma Gesù lo cerca. E lo trova! E il cieco guarito fa una vera professione di fede in lui: Credo, Signore!

Riconoscersi ciechi davanti al Signore è premessa per poter guarire ed essere illuminati interiormente, passando dall'osservanza della religione alla libertà della fede. Che nel nostro cammino ci lasciamo guidare da Colui che è venuto a diradare le tenebre che ci portiamo dentro e quelle che ci circondano, Colui che è la Luce della Vita!

Buona Domenica!

[don Vito]
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