Eventi
L’Oro di Mosca, Mennea si racconta in un libro
Presentato a Roma l’ultima fatica letteraria del campione barlettano
Barletta - venerdì 30 aprile 2010
È stato presentato qualche giorno fa presso l'Istituto Pontificio Pio IX di Roma l'ultima fatica letteraria del leggendario campione olimpico Pietro Mennea. È la prima volta che l'ex campione olimpico barlettano, approda nelle librerie per parlare di se, in precedenza infatti aveva pubblicato volumi sempre di interesse sportivo, uno dei quali si occupava del problema del doping.
"L'oro di Mosca", un libro per ricordare una serata entrata nella storia dell'atletica leggera; Mosca, la dittatura comunista, il boicottaggio degli "atleti militari" dei paesi aderenti alla NATO per via dell'invasione dell'Ex URSS in Afghanistan, poi il ricordo inevitabile va ai suoi ex colleghi che con colui vissero quella serata, i cubani Silvio Leonard e Osvaldo Lara, i polacchi Woronin e Dunecki, il tedesco orientale Hoff, il giamaicano Quarrie e il britannico Alan Wells. Poteva essere un anonima sera quel 28 Luglio del 1980, ma due secondi in più sul britannico Wells la trasformarono in leggendaria, sullo sfondo di uno stadio Leinin con poco vento, un umidità del 56%, una temperatura del 23% e una finale dei 200 metri da correre. Una carriera lunga diciassette anni, fatta di cinque partecipazioni alle olimpiadi culminate nell'oro di Mosca e nel bronzo nella specialità 4X400, oltre al bronzo di Monaco di Baviera nel 1972. Un palmares dove non mancano un argento e un bronzo ai mondiali di Helsinki e tre ori, due argenti e un bronzo agli europei di Roma, Praga e Helsinki.
"L'oro di Mosca", un libro per ricordare una serata entrata nella storia dell'atletica leggera; Mosca, la dittatura comunista, il boicottaggio degli "atleti militari" dei paesi aderenti alla NATO per via dell'invasione dell'Ex URSS in Afghanistan, poi il ricordo inevitabile va ai suoi ex colleghi che con colui vissero quella serata, i cubani Silvio Leonard e Osvaldo Lara, i polacchi Woronin e Dunecki, il tedesco orientale Hoff, il giamaicano Quarrie e il britannico Alan Wells. Poteva essere un anonima sera quel 28 Luglio del 1980, ma due secondi in più sul britannico Wells la trasformarono in leggendaria, sullo sfondo di uno stadio Leinin con poco vento, un umidità del 56%, una temperatura del 23% e una finale dei 200 metri da correre. Una carriera lunga diciassette anni, fatta di cinque partecipazioni alle olimpiadi culminate nell'oro di Mosca e nel bronzo nella specialità 4X400, oltre al bronzo di Monaco di Baviera nel 1972. Un palmares dove non mancano un argento e un bronzo ai mondiali di Helsinki e tre ori, due argenti e un bronzo agli europei di Roma, Praga e Helsinki.