Politica
L'oppressione alla libertà di stampa sarà il pilastro dell'involuzione italiana
Amara nota del consigliere Franco Pastore
Barletta - giovedì 1 luglio 2010
«La libertà, anche di espressione, è stata uno dei tre pilastri della rivoluzione francese, la sua oppressione continua e costante e a tratti impercettibile soppressione, sarà il pilastro dell'involuzione italiana». A dirlo è il consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Franco Pastore. «Ora – aggiunge – tocca ai giornalisti, e non solo, con la legge sulle intercettazioni. Se si pensa che, in un modello sociale che si basa sulla comunicazione, esiste e ha senso solo quello che si sa, si capisce bene come il primo nemico di un regime sia proprio chi divulga le notizie, chi fa sapere i fatti, la stampa, i giornalisti».
«Oggi, giornata di mobilitazione per la libertà di stampa – spiega l'esponente SeL – bene fanno i giornalisti a riunirsi, discutere e prepararsi allo sciopero del 9 luglio prossimo. Questo, però, non è un problema di categoria, è un problema di tutti». Per il consigliere regionale: «Con questa legge inizia l'abbattimento della possibilità che si formi una opinione pubblica su fatti importanti, per fare un solo esempio lo scandalo degli appalti del G8. I giornalisti stessi non avranno più motivo d'essere, almeno molti di essi. Se si guarda la tv – dice – salvo poche eccezioni, è subito chiaro quale sia il modello di cronista che piace a chi governa il Paese: colui che raccoglie interviste su tinta dei capelli, colore delle borse, attrezzi da palestra, ricettari vari e moda per tutte le stagioni».
«Il fatto è - conclude Pastore – che il look per la prossima stagione del Paese rischia di essere bavaglio con posti di lavoro a rischio, anche tra i giornalisti»
«Oggi, giornata di mobilitazione per la libertà di stampa – spiega l'esponente SeL – bene fanno i giornalisti a riunirsi, discutere e prepararsi allo sciopero del 9 luglio prossimo. Questo, però, non è un problema di categoria, è un problema di tutti». Per il consigliere regionale: «Con questa legge inizia l'abbattimento della possibilità che si formi una opinione pubblica su fatti importanti, per fare un solo esempio lo scandalo degli appalti del G8. I giornalisti stessi non avranno più motivo d'essere, almeno molti di essi. Se si guarda la tv – dice – salvo poche eccezioni, è subito chiaro quale sia il modello di cronista che piace a chi governa il Paese: colui che raccoglie interviste su tinta dei capelli, colore delle borse, attrezzi da palestra, ricettari vari e moda per tutte le stagioni».
«Il fatto è - conclude Pastore – che il look per la prossima stagione del Paese rischia di essere bavaglio con posti di lavoro a rischio, anche tra i giornalisti»