Enzo Delvy
Enzo Delvy
Nightlife

«L'Occhio Club ha fatto innamorare tanti ragazzi»

Enzo Delvy, gli anni '70, la passione, la voglia di far ballare

Enzo Delvy è nato un giorno di marzo del 1961. A metà degli anni '70 inizia questa avventura che lo vedrà lavorare per le seguenti discoteche di Barletta: Casanova, Bla Bla, Chez Nous, Victor. In seguito, suona presso il lido Valerio e Ranch Mare (Margherita di Savoia), Shogun (Matera), il Soffio (Pescara). Nel 1980 inaugurò il club "L'Occhio" (piazza Castello 29). Enzo Delvy vanta numerose direzioni artistiche per le seguenti radio: Radio Gamma, R.C.P., Radio Regione, Radio Barletta Stereo. Negli anni, ha raccolto una invidiabile collezione di circa 40.000 vinili di soul, disco, funk, afro e house - music.

Perché sei diventato dj?
«Tutto è iniziato per una passione musicale. Spesso compravo 45 giri nei negozi di dischi di Barletta, fino ad averne una buona collezione. Alle feste in terrazza, mi invitavano a mettere i dischi e mi accorsi che, con le mie selezioni musicali, la terrazza "vibrava". Nel 1976, entrai per la prima volta in discoteca, la "Tartaruga" (litoranea di Pietro Mennea). Ero minorenne, ebbi qualche problema per entrare, ma questo nuovo mondo mi affascinò: la gente, le luci, la musica diversa, fu uno spettacolo colorato e fantasioso. Capii che la mia strada era quella, invidiavo il dj di quella discoteca. In seguito, ho iniziato a mettere dischi per una piccola radio libera di Barletta:"Radio dei Misteri", situata in una stanzetta, in vico Giovenale. Mettevo le mie selezioni musicali all'ora di pranzo, e cominciai ad avere i primi fans del centro storico».

La prima discoteca in cui hai suonato?
«Il "Casanova" (via Madonna degli Angeli 51, in seguito denominata Canguro e Blanc et Noir), gestito da Gino Pastore. Nel 1978 conobbi il dj resident, Sandro Zaramella, che mi affidò l'apertura delle serate con i miei dischi. Un giorno, Sandro si assentò e io lo sostituii».

Il tuo stato d'animo, durante la tua prima serata?
«Mi tremavano le mani, non riuscivo ad appoggiare la puntina del giradischi sul vinile. Poi, mi sono sbloccato e non mi sono fermato».

Quanto ti pagavano e cosa facevi con quei soldi?
«La prima paga fu di 15.000 lire (8 euro). Con quei soldi e il salario della fabbrica dove lavoravo, compravo dischi, presso il negozio "Al Buco", in Corso Vittorio Emanuele, di fronte Eraclio. Aveva un ottimo assortimento, ma io cercavo anche le rarità, e le trovai nei negozi di Bologna, Roma, Bari, che raggiungevo in treno. Per poter comprare qualche disco in più, risparmiavo sul biglietto, viaggiando nei bagni dei treni. Chiedo scusa alle Ferrovie Italiane».

Si rimorchiava?
«Si, noi dj eravamo l'oggetto del desiderio».

Perché inauguraste "L'Occhio"?
«Il locale nacque dalla voglia di indipendenza che ebbi con alcuni amici: Nino Lavecchia e Antonio D'Angelo. "L'Occhio" aprì i battenti nel settembre del 1980, era frequentato da comitive di ragazzi e ragazze, molti dei quali si sono innamorati, in alcuni casi sposati, come Nino Lavecchia (foto). Di quel periodo, vorrei ricordare e ringraziare Angelo Di Bello, che aveva la sfrontatezza di aprire le serate con le sue selezioni musicali per un pubblico fremente».

Perché scegliesti il nome "L'Occhio" per la tua discoteca?
«Perché mi piaceva l'idea di un occhio gigante, posto davanti la pista da ballo, che scrutasse con discrezione il pubblico presente».

Una persona che ricordi con piacere, di quel periodo?
«Ricordo Angelo Di Bello, il mio aiutante, che apriva le mie serate presso l' Occhio».

Era facile gestire una discoteca, negli anni '80?
«Era più facile di adesso, a quel tempo, la mancanza di droghe pesanti facilitava la gestione di un locale. Con l'arrivo massiccio delle droghe, che hanno dilagato anche nelle discoteche, i guai sono aumentati, gli imprenditori hanno preferito chiudere i battenti, tutto è finito. Poi, negli anni '90, le mega discoteche hanno fatto il resto».

Come si viveva a Barletta, in quegli anni?
« Barletta era più vivibile, ma se volevamo farci un panino, eravamo costretti ad andare nell' autogrill più vicino».

Quale fu la tua più grande soddisfazione, quando gestivate "L'Occhio"?
«Ricordo un momento in cui Angelo Di Bello cominciò a suonare, a luci spente. Io ero seduto su un divano e pensavo:"Che cazzo abbiamo costruito!". Godevo interiormente della creatura che avevamo messo in piedi».

Come è cambiata la voglia di ballare?
«Un tempo, si ballava il sabato sera e la domenica, adesso si balla ovunque e tutti i giorni, la magia si è affievolita, è subentrata la nausea. Abbiamo rovinato una cosa nobile, con troppi locali e scarsa esperienza dei gestori. I ragazzi di allora, erano interessati alla musica e attenti all'ascolto, le novità musicali si trovavano solo in discoteca. Adesso, i network radiofonici anticipano i gusti musicali».
L'Occhio Club ed Enzo DelvyL'Occhio Club ed Enzo DelvyL'Occhio Club ed Enzo DelvyOcchio Club ed Enzo Delvy
Discoteche presenti a Barletta tra gli anni '70 e '80:

Bla Bla (via Rizzitelli, 88)
New York New York (corso Garibaldi, 9)
Cheznous (via Cialdini,8)
L'Occhio (piazza Castello, 29)
Chic Dance (via della Repubblica)
Casanova (via Madonna degli Angeli, 51)
La Tartaruga (litoranea Pietro Mennea)
Victor (litoranea di levante)
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  • Intervista
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  • Tommaso Francavilla
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