
La città
Incendio a Barletta, Dargenio: «Ripianificare la zona industriale»
Giuseppe Dargenio: «Attualmente la classe politica barlettana è capace di fare solo ordinaria amministrazione»
Barletta - martedì 31 dicembre 2019
Comunicato Stampa
«L'incendio della Dalena nell'attuale Zona Industriale pone un problema, un problema grande quanto una città capoluogo e il suo territorio». Ad intervenire all'indomani dell'incendio che ha colpito l'azienda barlettana, è il perito agrario Giuseppe Dargenio.
«Al di là di eventuali responsabilità per il gravissimo incidente, il cittadino oggi si chiede: e se tale disgraziata fatalità, causa di mortali fumi tossici, avvenisse nell'ex Cementeria o alla TIMAC, ancor più vicini al centro abitato? È una domanda legittima. A tutto ciò la politica ci pensa? Perché non ripianificare una nuova Zona Industriale lontana sufficientemente affinché, in caso di eventi disastrosi a carico di specifiche, delicate strutture, i letali fumi tossici si disperdano prima di raggiungere il nucleo urbano? Gli Uffici Tecnici e la politica ci hanno fatto un pensierino a tale proposito?».
«Sempre gli Uffici Tecnici e la solita politica, invece di progettare e programmare una nuova e più sicura Zona Industriale, che fanno? Con protervia e sicumera fanno sorgere, ancorché legittimamente (voglio sperare), palazzoni di sette ed otto piani in vicoli e stradine tra il quartiere Sette frati, le Traverse di Via Canosa e Via Madonna della Croce, oppure Via Manfredi, o stradine come Bonanno da Barletta senza un'armonica moderna e strutturata idea di città».
«Il risultato di tutto ciò? L'attuale insediamento della Ex Cementeria o del mostro TIMAC è assunto a dogma e di lì non si spostano. Se poi disgraziatamente si dovessero levare fumi tossici per fatali scoppi e incendi da queste ultime realtà, essendo praticamente nel centro abitato, chiamiamo l' ARPA e i Pompieri...tutto qui! Attualmente la classe politica barlettana è capace di fare solo ordinaria amministrazione e autorizzare Palazzoni altissimi e scriteriati tipo in Vico San Nicola e al momento opportuno chiama l'ARPA e i Pompieri. Alla luce di quanto ho appena esposto - conclude Giuseppe Dargenio - una domanda sorge spontanea: "Chi frena una nuova e più sicura ripianificazione del territorio barlettano? Chi muove i fili realmente, e poi le varie Associazioni della Società Civile, dove sono? Chi li manovra?».
«Al di là di eventuali responsabilità per il gravissimo incidente, il cittadino oggi si chiede: e se tale disgraziata fatalità, causa di mortali fumi tossici, avvenisse nell'ex Cementeria o alla TIMAC, ancor più vicini al centro abitato? È una domanda legittima. A tutto ciò la politica ci pensa? Perché non ripianificare una nuova Zona Industriale lontana sufficientemente affinché, in caso di eventi disastrosi a carico di specifiche, delicate strutture, i letali fumi tossici si disperdano prima di raggiungere il nucleo urbano? Gli Uffici Tecnici e la politica ci hanno fatto un pensierino a tale proposito?».
«Sempre gli Uffici Tecnici e la solita politica, invece di progettare e programmare una nuova e più sicura Zona Industriale, che fanno? Con protervia e sicumera fanno sorgere, ancorché legittimamente (voglio sperare), palazzoni di sette ed otto piani in vicoli e stradine tra il quartiere Sette frati, le Traverse di Via Canosa e Via Madonna della Croce, oppure Via Manfredi, o stradine come Bonanno da Barletta senza un'armonica moderna e strutturata idea di città».
«Il risultato di tutto ciò? L'attuale insediamento della Ex Cementeria o del mostro TIMAC è assunto a dogma e di lì non si spostano. Se poi disgraziatamente si dovessero levare fumi tossici per fatali scoppi e incendi da queste ultime realtà, essendo praticamente nel centro abitato, chiamiamo l' ARPA e i Pompieri...tutto qui! Attualmente la classe politica barlettana è capace di fare solo ordinaria amministrazione e autorizzare Palazzoni altissimi e scriteriati tipo in Vico San Nicola e al momento opportuno chiama l'ARPA e i Pompieri. Alla luce di quanto ho appena esposto - conclude Giuseppe Dargenio - una domanda sorge spontanea: "Chi frena una nuova e più sicura ripianificazione del territorio barlettano? Chi muove i fili realmente, e poi le varie Associazioni della Società Civile, dove sono? Chi li manovra?».
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