Religioni
In memoria di Padre Raffaele, missionario nel mondo
Decimo anniversario del suo martirio in Uganda. Sarà presentato un libro a lui dedicato
Barletta - mercoledì 29 settembre 2010
Nel 10° anniversario del suo martirio avvenuto in Uganda il 1 ottobre 2000, in memoria di Padre Raffaele, missionario comboniano di Barletta, si terranno le seguenti iniziative:
Barletta, giovedì 30 ottobre 2010, Teatro Curci, ore 201.15, Serata in ricordo di Padre Raffaele Di Bari e presentazione del libro in sua memoria:
Interverranno:
· S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie e Nazareth
· S.E. Mons. Michele Seccia, Vescovo di Teramo-Atri
· Don Ruggiero Caporusso, autore del libro, Loribamoi. Padre Raffaele Di Bari una vita per l'Africa, Editrice Rotas, Barletta 2010
· Seguiranno testimonianza di parenti e amici ugandesi di Padre Raffaele
Presenta Floriana Tolve, giornalista
Barletta, venerdì 1 ottobre 2010, Basilica S. Maria Maggiore, ore 20.00, celebrazione eucaristica in suffragio di Padre Raffaele presieduta dall'Arcivescovo e con la partecipazione del clero diocesano
Più volte era sfuggito agli agguati dei ribelli antigovernativi che da più di un decennio terrorizzano l'Uganda del Nord, particolarmente tra le popolazioni dei distretti di Gulu e Kigtum. Padre Raffaele Di Bari stesso era stato oggetto di diversi agguati, anzi si potrebbe dire che la sua condanna a morte fosse stata decretata. E perché? Lo ha riferito telefonicamente alla MISNA (Agenzia informativa missionaria) proprio qualche giorno prima di essere ucciso: "In tanti anni d'Africa, la missione più grande che abbia mai ricevuto dal Signore è stata quella di dare voce a questa gente, denunciando le atrocità che i ribelli commettono, quasi quotidianamente, vecchi e bambini". Padre Raffaele Di Bari è nato a Barletta nel 1929. Da adolescente conobbe i padri comboniani che si recavano nella città pugliese per la predicazione. Fu in incontro decisivo per sempre. Decise infatti di entrare nella Congregazione fondata da Padre Comboni. Il 26 maggio 1956 è stato ordinato sacerdote. E, subito, espresso ai superiori il desiderio di essere inviato in Africa. Ci vollero tre anni prima di essere esaudito. Infatti nel 1959 fu trasferito in Uganda, dove seppe coniugare mirabilmente le esigenze della evangelizzazione con la promozione umana. Curò la formazione professionale di tanti indigeni, fu lui ad introdurre la cultura del "riso senza paludi" e del granoturco. E seppe prendere posizione anche contro le razzie di bande armate molto crudeli. Domenica 1 ottobre 2000, mentre andava a celebrare la messa e i battesimi a Acholi Bur, un piccolo centro a 20 chilometri a sud di Kigtum, nonostante gli fosse stato detto che la strada era libera, alle 10.30, è caduto in una fatale imboscata. Colpito da una serie di proiettili è morto subito. All'auto sulla quale P. Raffaele viaggiava fu appiccato il fuoco, per cui anche il sacerdote bruciò. Di lui rimasero pochi resti. In un'intervista del 1998, durante il suo ultimo soggiorno in Italia, rilasciata al nostro mensile, alla domanda se avesse un sogno da realizzare, rispose subito con poche e significative parole: "Avrei due grandi desideri. Vorrei essere salvato dal Signore quando vorrà chiamarmi e la pace in Uganda".
Barletta, giovedì 30 ottobre 2010, Teatro Curci, ore 201.15, Serata in ricordo di Padre Raffaele Di Bari e presentazione del libro in sua memoria:
Interverranno:
· S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie e Nazareth
· S.E. Mons. Michele Seccia, Vescovo di Teramo-Atri
· Don Ruggiero Caporusso, autore del libro, Loribamoi. Padre Raffaele Di Bari una vita per l'Africa, Editrice Rotas, Barletta 2010
· Seguiranno testimonianza di parenti e amici ugandesi di Padre Raffaele
Presenta Floriana Tolve, giornalista
Barletta, venerdì 1 ottobre 2010, Basilica S. Maria Maggiore, ore 20.00, celebrazione eucaristica in suffragio di Padre Raffaele presieduta dall'Arcivescovo e con la partecipazione del clero diocesano
Più volte era sfuggito agli agguati dei ribelli antigovernativi che da più di un decennio terrorizzano l'Uganda del Nord, particolarmente tra le popolazioni dei distretti di Gulu e Kigtum. Padre Raffaele Di Bari stesso era stato oggetto di diversi agguati, anzi si potrebbe dire che la sua condanna a morte fosse stata decretata. E perché? Lo ha riferito telefonicamente alla MISNA (Agenzia informativa missionaria) proprio qualche giorno prima di essere ucciso: "In tanti anni d'Africa, la missione più grande che abbia mai ricevuto dal Signore è stata quella di dare voce a questa gente, denunciando le atrocità che i ribelli commettono, quasi quotidianamente, vecchi e bambini". Padre Raffaele Di Bari è nato a Barletta nel 1929. Da adolescente conobbe i padri comboniani che si recavano nella città pugliese per la predicazione. Fu in incontro decisivo per sempre. Decise infatti di entrare nella Congregazione fondata da Padre Comboni. Il 26 maggio 1956 è stato ordinato sacerdote. E, subito, espresso ai superiori il desiderio di essere inviato in Africa. Ci vollero tre anni prima di essere esaudito. Infatti nel 1959 fu trasferito in Uganda, dove seppe coniugare mirabilmente le esigenze della evangelizzazione con la promozione umana. Curò la formazione professionale di tanti indigeni, fu lui ad introdurre la cultura del "riso senza paludi" e del granoturco. E seppe prendere posizione anche contro le razzie di bande armate molto crudeli. Domenica 1 ottobre 2000, mentre andava a celebrare la messa e i battesimi a Acholi Bur, un piccolo centro a 20 chilometri a sud di Kigtum, nonostante gli fosse stato detto che la strada era libera, alle 10.30, è caduto in una fatale imboscata. Colpito da una serie di proiettili è morto subito. All'auto sulla quale P. Raffaele viaggiava fu appiccato il fuoco, per cui anche il sacerdote bruciò. Di lui rimasero pochi resti. In un'intervista del 1998, durante il suo ultimo soggiorno in Italia, rilasciata al nostro mensile, alla domanda se avesse un sogno da realizzare, rispose subito con poche e significative parole: "Avrei due grandi desideri. Vorrei essere salvato dal Signore quando vorrà chiamarmi e la pace in Uganda".