«In classe porto Vincenzo». L’intervista al prof Schettini
«Anche i social fanno cultura e rispondono al bisogno di tutti di imparare»
Continua il tour di Vincenzo Schettini per la presentazione del suo nuovo libro La fisica che ci piace. Moltissime le tappe ancora in programma e quelle percorse finora: Tricase, San Donato di Lecce, Salerno e anche Barletta. Proprio nella città della Disfida, il professore di Castellana Grotte, si è rivelato nella sua contraddistinta autenticità con foto, confessioni e autografi.
Una folla di seguaci tra bambini e adulti era pronta a fargli sentire il suo caloroso affetto ed infatti, una volta arrivato, è stato accolto con applausi e abbracci spontanei. Dal look urban e con i suoi capelli sempre spettinati, è il prof tiktoker per tutti, tra i primi a finire in tendenza spiegando la fisica.Nato nel 1977, Schettini è laureato in Fisica nel 2004 per poi diventare docente di fisica, ma il suo impegno non si è mai esaurito solo in questo: i social sono stati il suo principale trampolino di lancio che lo hanno portato ad essere conosciuto da ben 250mila iscritti sul canale YouTube "La fisica che ci piace" e poi, anche su Instagram, Facebook e centinaia di migliaia di follower anche su TikTok.
Come riuscire ad avvicinare così tante persone ad una materia così ostica per molti?
«Ho iniziato in modo naturale. Porto in classe Vincenzo, oltre che il professore. I ragazzi hanno subito apprezzato perché non hanno visto in me la superiorità che può incutere un insegnate. I ragazzi così si rilassano, ci rilassiamo anche noi infondo».Un modo di insegnare fresco, con cui il prof di fisica ha costruito un ambiente educativo e allo stesso tempo umanamente paritario, d'altronde tutti i grandi pedagogisti hanno sottolineato l'abilità formativa dell'ambiente.
Com'è fare lezione su TikTok?
«Io lo adoro perché il realtà, è un modo come un altro per rendere la cultura di tendenza. Tutti i professori che si mettono in gioco attraverso i social fanno cultura, riscontrando che la gente ha bisogno di questo, di imparare.E sui prossimi progetti?
«Sono molti: continuerò a curare questo libro come un figlio, continuare a curarlo più che pensare ad un secondo. Altri coinvolgeranno la televisione e il teatro, senza mai smettere di fare il prof»La sua vocazione educativa verso il prossimo rimane una costante insieme alla sua doppia anima: la musica.
Lo racconta durante gli incontri con i bambini, con i genitori, nutrendo di speranza e infondendo un po' di passione in entrambi.