Eventi
Immagini di sesso, prostituzione e degradazione
Intervista a Leo Palmisano, autore del libro-inchiesta ‘La città del sesso’. Sabato si è svolta la presentazione a Barletta
Barletta - martedì 5 aprile 2011
«Più una società è stanca, più ammira nella prostituzione la caduta dei suoi stessi ideali».
Ennio Flaiano
Sesso a pagamento, degradazione morale, crisi economica: si intersecano in un circolo vizioso – quello della prostituzione – che sembra ormai essersi connaturato nella società italiana. Approfondita analisi del tema viene condotta da Leonardo Palmisano, sociologo e autore del libro-inchiesta "La città del sesso" (distribuito dalla giovane casa editrice barese Caratteri Mobili): 55 interviste a prostitute di strada, di appartamento, di festino, accompagnatrici, escort, clienti, prosseneti, proprietari di locali notturni. Un viaggio in una Bari oscura e torbida dove la degradazione del corpo femminile procede parallelamente all'incapacità maschile del porsi giusti limiti, dove esistono colpe non espiate e sfruttamenti che rasentano la barbarie.
Sabato, presso Palazzo San Domenico, si è svolta la presentazione del libro in collaborazione con la Conferenza Permanente delle Donne Democratiche della sesta provincia: a dialogare con l'autore erano impegnate Patrizia Calefato, docente universitaria, la professoressa Assuntela Messina e l'avvocato Paola Nasca. Abbiamo intervistato Leonardo Palmisano per conoscere meglio le tematiche e il suo punto di vista sulla questione.
Come si è svolta l'inchiesta e il 'contatto umano' con i protagonisti delle interviste che compongono "La città del sesso"?
L'inchiesta si è sviluppata secondo i canoni classici delle inchieste di questo tipo, con appostamenti, osservazioni e contatti con informatori che poi mi hanno consentito di avvicinare le prostitute, i clienti e i protettori e gli sfruttatori. Questo è pericoloso, certo, ma è il mio mestiere, e qualcuno deve pur farlo, no? Altrimenti rischiamo di parlare sempre dei fenomeni restando sulla patina.
Lei sta presentando il suo libro in diverse città in giro per la Puglia: come è stata l'accoglienza da parte del pubblico? Ha incontrato curiosità o pudore nell'affrontare argomenti legati ad atavici tabù?
Il pubblico sta accogliendo meravigliosamente il testo. Siamo già in promozione nazionale, e sto ricevendo richieste di presentazioni da ovunque. Evidentemente c'è voglia di dibattere di sesso mercenario, in questo paese dove sembra che soltanto il presidente del consiglio vada per prostitute, quando invece sono tanti, troppi gli uomini che comprano sesso.
Nella cronaca locale leggiamo di donne sfruttate e molestate sul lavoro (è recente un caso di molestia nella sede della sesta provincia) . Nella cronaca nazionale leggiamo di escort e giovani apprendiste nel mestiere del sesso. Secondo lei l'Italia continuerà ad andare per sempre a braccetto con queste avvilenti realtà?
No, io temo che il mondo rischi di diventare una immensa, triste e violenta città del sesso, dominata da maschi istupiditi dalle più bieche pulsioni sessuali. Una barbarizzazione incivile dei rapporti tra i generi. Fanno bene le donne a scendere in piazza e a dire, finalmente, che il sesso non può essere merce.
Mi ha colpito un'affermazione di Antonio Ricci, autore televisivo di "Striscia la notizia": «Meglio veline che giornaliste». Lei cosa ne pensa di questa difesa a spada tratta del velinismo made in Italy?
Antonio Ricci si è arricchito alimentando la costruzione di un immaginario maschilista dominante. Punto. Difende se stesso, certo non le donne, né il buon giornalismo.
Infine, esiste una vera «città del sesso»?
Esiste una città del sesso ed è il globo. La popolazione mondiale che vive in città ha superato da poco quella che vive in campagna, e le abitudini sessuali si trasmettono (come gusti, preferenze, ecc.) in tv e via web, strumenti metropolitani per eccellenza. Dunque, la città del sesso è il mondo globalizzato e metropolizzato.
Ennio Flaiano
Sesso a pagamento, degradazione morale, crisi economica: si intersecano in un circolo vizioso – quello della prostituzione – che sembra ormai essersi connaturato nella società italiana. Approfondita analisi del tema viene condotta da Leonardo Palmisano, sociologo e autore del libro-inchiesta "La città del sesso" (distribuito dalla giovane casa editrice barese Caratteri Mobili): 55 interviste a prostitute di strada, di appartamento, di festino, accompagnatrici, escort, clienti, prosseneti, proprietari di locali notturni. Un viaggio in una Bari oscura e torbida dove la degradazione del corpo femminile procede parallelamente all'incapacità maschile del porsi giusti limiti, dove esistono colpe non espiate e sfruttamenti che rasentano la barbarie.
Sabato, presso Palazzo San Domenico, si è svolta la presentazione del libro in collaborazione con la Conferenza Permanente delle Donne Democratiche della sesta provincia: a dialogare con l'autore erano impegnate Patrizia Calefato, docente universitaria, la professoressa Assuntela Messina e l'avvocato Paola Nasca. Abbiamo intervistato Leonardo Palmisano per conoscere meglio le tematiche e il suo punto di vista sulla questione.
Come si è svolta l'inchiesta e il 'contatto umano' con i protagonisti delle interviste che compongono "La città del sesso"?
L'inchiesta si è sviluppata secondo i canoni classici delle inchieste di questo tipo, con appostamenti, osservazioni e contatti con informatori che poi mi hanno consentito di avvicinare le prostitute, i clienti e i protettori e gli sfruttatori. Questo è pericoloso, certo, ma è il mio mestiere, e qualcuno deve pur farlo, no? Altrimenti rischiamo di parlare sempre dei fenomeni restando sulla patina.
Lei sta presentando il suo libro in diverse città in giro per la Puglia: come è stata l'accoglienza da parte del pubblico? Ha incontrato curiosità o pudore nell'affrontare argomenti legati ad atavici tabù?
Il pubblico sta accogliendo meravigliosamente il testo. Siamo già in promozione nazionale, e sto ricevendo richieste di presentazioni da ovunque. Evidentemente c'è voglia di dibattere di sesso mercenario, in questo paese dove sembra che soltanto il presidente del consiglio vada per prostitute, quando invece sono tanti, troppi gli uomini che comprano sesso.
Nella cronaca locale leggiamo di donne sfruttate e molestate sul lavoro (è recente un caso di molestia nella sede della sesta provincia) . Nella cronaca nazionale leggiamo di escort e giovani apprendiste nel mestiere del sesso. Secondo lei l'Italia continuerà ad andare per sempre a braccetto con queste avvilenti realtà?
No, io temo che il mondo rischi di diventare una immensa, triste e violenta città del sesso, dominata da maschi istupiditi dalle più bieche pulsioni sessuali. Una barbarizzazione incivile dei rapporti tra i generi. Fanno bene le donne a scendere in piazza e a dire, finalmente, che il sesso non può essere merce.
Mi ha colpito un'affermazione di Antonio Ricci, autore televisivo di "Striscia la notizia": «Meglio veline che giornaliste». Lei cosa ne pensa di questa difesa a spada tratta del velinismo made in Italy?
Antonio Ricci si è arricchito alimentando la costruzione di un immaginario maschilista dominante. Punto. Difende se stesso, certo non le donne, né il buon giornalismo.
Infine, esiste una vera «città del sesso»?
Esiste una città del sesso ed è il globo. La popolazione mondiale che vive in città ha superato da poco quella che vive in campagna, e le abitudini sessuali si trasmettono (come gusti, preferenze, ecc.) in tv e via web, strumenti metropolitani per eccellenza. Dunque, la città del sesso è il mondo globalizzato e metropolizzato.