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Cronaca
Il passaggio di via Andria e il rispetto delle regole
A pochi giorni dall’accaduto restano solo le cattive abitudini
Barletta - giovedì 11 maggio 2017
11.19
Barletta è la somma di tutti i barlettani e della loro attitudine al rispetto delle regole, un assunto semplice e lampante che però restituisce la misura di quanto sta succedendo. Dopo solo due giorni dall'ultimo tragico avvenimento cosa rimane? Un passaggio a livello "maledetto", per i quali sprechiamo le parole "dramma", "incubo", "tragedia". E forse stiamo perdendo la rotta.
Nel ruolo privilegiato di cronisti eravamo a pochi metri da quelle sbarre, "maledette" ricordiamo, ad osservare la sciagura che diventa quotidiano, a cercare di ricostruire cosa stia davvero succedendo. Trascorrono 20, forse 30 minuti. In questo poco tempo almeno quattro cittadini, bicicletta al seguito, cercano di attraversare il passaggio nonostante sbarre chiuse, polizia, zona delimitata con tanto di nastro bianco e rosso. Scatta il richiamo delle forze dell'ordine a cui questi cittadini rispondono con un'espressione sorpresa e quasi sfrontata e con una frase di circostanza un po' fasulla, in un clima surreale mentre non si arrestava il dolore dei familiari e i rilievi delle forze dell'ordine.
«La mia macchina è proprio dall'altro lato» riferisce un giovane cercando di convincere un vigile. «Potevano aspettare che finisse la scuola» rimbalza una studentessa. Nessuno di questi passerà da quei binari. «E' da cinquant'anni che si aspetta il sottovia» declama a voce alta un signore anziano. Lo sappiamo tutti, e per l'ennesima volta rispondiamo che "i lavori sono imminenti". E' la stessa frase da tre anni.
Una poliziotta cerca di convincere chi ancora tenta di passare: «Il semaforo è rosso, bisogna aspettare. Lei quando è in auto e vede rosso cosa fa?». Alcune risposte sono imbarazzanti. «Mica possiamo aspettare venti minuti che passi il treno». Sarà per questo forse che quando cerchiamo di aspettare che un semaforo diventi verde ci sentiamo più fessi che eroi. «Sono un libero cittadino» declama un libero cittadino barlettano troppo vicino alla zona delimitata, tra polizia locale impegnata anche a fronteggiare un'orda di cittadini increduli.
Due ore dopo dell'accaduto non rimane traccia. Il barlettano dimentica e non basterà nemmeno l'intervento del primo cittadino a risvegliare le coscienze. Tanto la colpa è solo di quel passaggio "maledetto" e noi siamo troppo furbi per capire che via Andria è solo un indirizzo, che quelle sbarre sono solo delle lamiere, che la fatalità è tale solo quando non si replica tante volte in pochi mesi.
Nel ruolo privilegiato di cronisti eravamo a pochi metri da quelle sbarre, "maledette" ricordiamo, ad osservare la sciagura che diventa quotidiano, a cercare di ricostruire cosa stia davvero succedendo. Trascorrono 20, forse 30 minuti. In questo poco tempo almeno quattro cittadini, bicicletta al seguito, cercano di attraversare il passaggio nonostante sbarre chiuse, polizia, zona delimitata con tanto di nastro bianco e rosso. Scatta il richiamo delle forze dell'ordine a cui questi cittadini rispondono con un'espressione sorpresa e quasi sfrontata e con una frase di circostanza un po' fasulla, in un clima surreale mentre non si arrestava il dolore dei familiari e i rilievi delle forze dell'ordine.
«La mia macchina è proprio dall'altro lato» riferisce un giovane cercando di convincere un vigile. «Potevano aspettare che finisse la scuola» rimbalza una studentessa. Nessuno di questi passerà da quei binari. «E' da cinquant'anni che si aspetta il sottovia» declama a voce alta un signore anziano. Lo sappiamo tutti, e per l'ennesima volta rispondiamo che "i lavori sono imminenti". E' la stessa frase da tre anni.
Una poliziotta cerca di convincere chi ancora tenta di passare: «Il semaforo è rosso, bisogna aspettare. Lei quando è in auto e vede rosso cosa fa?». Alcune risposte sono imbarazzanti. «Mica possiamo aspettare venti minuti che passi il treno». Sarà per questo forse che quando cerchiamo di aspettare che un semaforo diventi verde ci sentiamo più fessi che eroi. «Sono un libero cittadino» declama un libero cittadino barlettano troppo vicino alla zona delimitata, tra polizia locale impegnata anche a fronteggiare un'orda di cittadini increduli.
Due ore dopo dell'accaduto non rimane traccia. Il barlettano dimentica e non basterà nemmeno l'intervento del primo cittadino a risvegliare le coscienze. Tanto la colpa è solo di quel passaggio "maledetto" e noi siamo troppo furbi per capire che via Andria è solo un indirizzo, che quelle sbarre sono solo delle lamiere, che la fatalità è tale solo quando non si replica tante volte in pochi mesi.

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