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Il nulla di fatto, ma fino a quando?

Il Consiglio rimane immerso nella stessa palude: nessuna bonifica in vista

Se si trattasse di un teorema, si potrebbe dire: come volevasi dimostrare. Un teorema però dove l'assurdo è l'oggetto della dimostrazione e non l'escamotage per giungere al trionfo della logica.

Il ventaglio delle probabilità da noi tracciato sull'atteso Consiglio comunale aveva tre conclusioni. Alla fine, tra la resa dei conti, le chiare soluzioni, e il nulla di fatto, è prevalso purtroppo l'epilogo più pronosticabile e più desolante: il nulla di fatto. Un epilogo desolante che rende anche la settimana trascorsa, una settimana desolante. Tutto fuorché decisiva. E così anche l'altro ventaglio di probabilità su questa settimana da noi enunciato lunedì scorso, trova il suo esito peggiore.

Sulle comunicazioni politiche del sindaco Cascella, e sul conseguente dibattito, il Consiglio comunale stende il velo pietoso di una mera presa d'atto. Il sindaco ha rispedito ai mittenti la richiesta di azzeramento della Giunta, e i mittenti in questione sono rimasti alle posizioni del documento. Il tutto tra richieste di dimissioni delle opposizioni, eccetto i complimenti di Alfarano rivolti al sindaco, e con quelli che son sembrati inviti più o meno espliciti di Cannito (tornato nuovamente sulla mancate primarie dell'anno scorso), Salvemini, e Basile a cedere alle richieste dei partiti firmatari del documento. Nient'altro quindi che un muro contro muro. Per la maggioranza sono intervenuti i vari capigruppo (Campese, Damato A., Dipaola, Lanotte, Mazzarisi), tranne per il PD, dove ad intervenire a nome del gruppo è stata la consigliera Cascella, e non il capogruppo Ventura, ma hanno parlato anche i consiglieri Damato G. e Caracciolo.

«Sono convinto che questo Consiglio sia servito, che questa riunione era dovuta, e che i cittadini abbiano capito molto». Questa una delle affermazioni di Cascella nella sua replica finale, al termine degli interventi. Sul fatto che la riunione era dovuta non c'è dubbio, ma sul fatto che «i cittadini abbiano capito molto», i dubbi sono tanti e restano. Una sola è la certezza: il Consiglio è passato senza aver mosso una foglia rispetto a prima.

Sul fatto che «questo Consiglio sia servito», si può essere d'accordo. Della serie: non è mai troppo tardi. E' servito a confermare ulteriormente che le cose, rispetto al recente passato da dimenticare, non sono cambiate. Perchè del resto, non sono in gran parte cambiate neanche le persone.

Sceneggiate nelle quali dire tutto e il contrario di tutto, per non dire in realtà niente. Nessuna soluzione. Nessuna scelta. La nostra diretta ne è testimone.

Non a caso, non appena si è passati ai provvedimenti sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio, la liquefazione della maggioranza è stata immediata: in aula sono rimasti solo 9 consiglieri di maggioranza (Lasala, Campese, Caracciolo, Damato G., Cascella R., Ruta, Dicataldo, Maffione, Lanotte), più la presidente Peschechera e il sindaco Cascella. A garantire il numero legale 8 consiglieri di opposizione (Catino, Salvemini, Cannito, Dicorato, Basile, Alfarano, Losappio, Damiani). Solo così sono state approvate le delibere di riconoscimento di questi debiti fuori bilancio, relativi alla rievocazione della Disfida e alla Notte bianca del 2012. «Mi rivolgo a tutti i consiglieri che sono presenti - ha detto a riguardo Cascella - quando parlo di atteggiamenti istituzionalmente corretti, mi riferisco proprio a questi (alla presenza in aula ndr)». Creditori, quelli dei debiti in questione, che attendono quindi da 2 anni di essere pagati. E ci sarebbero altri 11 fornitori, che per l'estate barlettana di quell'anno, dovranno ancora attendere. Per non parlare dei molti altri debiti fuori bilancio ancora in sospeso, e di quelli che tuttora continuano ad emergere.

«Dobbiamo liberare il campo dai luoghi comuni, liberarci da una certa ipocrisia, ed essere onesti con noi stessi - aveva concluso Cascella nella sua replica - Una crisi politica è stata aperta, questa probabilmente ci è stata sin dal primo giorno. C'è evidentemente stato un mio limite, una mia incapacità forse nel non riconoscerla come tale. Oggi qui la crisi è stata riconosciuta. La maggioranza c'è, ma si è divisa, e non l'ha divisa il Sindaco. Sono sempre disponibile, ma questa maggioranza deve ricomporsi. Sono convinto che non si tratta di poltrone. Quando ho parlato di equilibri da ricalibrare e non da ribaltare mi riferivo proprio a come dobbiamo rapportarci tra noi». Nel suo discorso iniziale a tal proposito aveva detto: «Certo che ci sono equilibri da ricalibrare, ma non da ribaltare, se vogliamo liberarci dalle contraddizioni antiche e recenti, superare i paralizzanti conflitti, costruire una nuova classe dirigente, dispiegare ogni energia disponibile sul piano politico e sociale». «Se ho commesso errori, pagherò per primo - ha aggiunto in conclusione alla sua replica - Io ho la volontà di superare questi errori, chiunque li abbia commessi. Se il centrosinistra ha grandi potenzialità, io sono al servizio di queste».

Mentre le emergenze amministrative sono tante e tutte da fronteggiare, e c'è anche una programmazione da attuare, la palude si allarga, e non sembra esserci nessuna bonifica in vista. Se questa crisi politica cronica è seriamente destinata a non avere fine, assumerà le sembianze di un veleno letale somministrato a piccole dosi alla città e a tutti i cittadini, le uniche cavie e vittime predestinate della cattiva politica.
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