Il mare inquinato di Barletta
Il mare inquinato di Barletta
Territorio

Il mare di Barletta? «Una fogna giallastra, altro che città marinara»

Duro sfogo di Franco Ferrara, che invoca seri controlli sulle acque

«Confesso che ero in spasmodica attesta dei risultati delle analisi dell'ARPA sui campioni delle acque prelevati il 16 luglio scorso a proposito di quella famosa acqua gialla che ha interessato il tratto di costa prospicente lo scarico in mare del depuratore, dal lido Mennea fino alla Fiumara (altro che poche decine di metri)». A scrivere, in un misto tra l'ironico e il seriamente preoccupato, è il segretario cittadino del Partito Democratico Franco Ferrara, che interviene su un argomento "caldo" di ogni estate, ossia la qualità delle acque del nostro mare. «Così almeno mi era sembrato di capire, che l'ARPA a seguito di quella segnalazione, tra l'altro verbalizzata dalla Guardia Costiera, avesse prelevato campioni di acqua di mare. Dico spasmodica attesa, perché ero lì quando il mare da limpido e chiaro, che invogliava a rimanere in acqua, si è trasformato in una vera e propria fogna giallastra e torbida con tanto di schifosa schiumetta a palloncino e ospiti galleggianti tipico di un tombino fognale, tanto da ridurre la spiaggia al deserto di Timbuctu. E cosa leggo? Nulla, ho semplicemente visto un UFO. #devostaresereno. Non ci sarà una risposta, almeno per ora, l'ARPA riferisce di analisi effettuate nel mese di Giugno, e dice di stare tranquilli con tanto di eco ottimista di Legambiente».

«Cosa dice l'ARPA a Giugno? Tutto bene! C'è solo un unico valore critico, ma comunque sotto i limiti di legge e che riguarda le colonie di enterococchi intestinali (70 presenti su un massimale di 200) e di escherichia coli (210 su 500) tacendo sulla presenza di altri elementi tossici che a prescindere dalla limpidezza o no dell'acqua potrebbero aggredire il bagnante, che tradotto in linguaggio comprensibile sarebbe come "stai dormendo con un mamba nero accovacciato nel tuo letto, ma non è detto che debba morderti"».

«Perché continuiamo a far fare le analisi in tabella 2 e non in tabella 4 in applicazione del Decreto Legislativo Acque n. 152 del 11/05/99 (allegato 5) Limiti di emissione degli scarichi idrici e successive integrazioni e modificazioni? - chiede Ferrara - Perché continuiamo a non pretendere dagli Uffici Regionali Sanitari preposti il riconoscimento di "area sensibile" a proposito di scarichi in mare e depurazione dei reflui urbani? Ma questo lo chiedo anche ai gestori dei lidi barlettani che mostrando una "grassa" ignoranza in materia, partecipano solo alle manifestazioni che garantiscono il commercio degli ombrelloni e relativi bar, mostrando del disinteresse sulle problematiche ambientali, salvo eccezioni. Una domanda a questo punto mi nasce spontanea, "ma gli analisti dell'ARPA o Legambiente farebbero fare il bagno ai propri figli in quelle acque che loro tanto si affannano a dichiarare non inquinate? Quando si fa il bagno, vediamo i bambini, l'acqua e sostanze oltre a entrare in bocca, vengono aspirate anche se in minima parte dalle narici oltre ad altri orifizi esposti al contatto dei vari agenti inquinanti e una ricerca al servizio di epidemiologia della ASL BAT al quale mi rivolgerò, credo svelerà interessanti risultati. Dall'attività delle Commissioni interne del Partito Democratico già un anno fa, a proposito di un attento studio sul Piano delle Coste, dei canali, dello stato dell'inquinamento costiero, condividendo quanto affermato dal Geologo Ruggiero Maria Dellisanti, rilevammo che il nostro depuratore tarato su un massimale di 80mila persone, non riesce, nei mesi estivi, quando Barletta ospita circa il doppio dei suoi abitanti e quindi soggetta a uno scarico doppio a depurare una massa di liquami così grande, per questo la struttura collassa. Basta poi una semplice corrente che porta a riva e il gioco è fatto! Inutile inventarsi strani giochi di correnti marine che addirittura porterebbero quello schifo dal Gargano. Ma non diciamo fesserie, quell'inquinamento è tutta roba nostra, anche se l'AQP responsabile del depuratore assicura, anch'esso con tanto di dichiarazione scritta che tutto è in regola. E che ci vuole a scrivere oggi. Chi controlla? In questa materia controllore e controllato tanto sono la stessa cosa, Quello che conta sono le carte e se le carte ci sono, tutto è a posto! E' tranquillo il Sindaco, è tranquilla la Capitaneria, è tranquilla la Regione, la ASL. Resto solo io e chi in spiaggia era con me a non essere tranquillo».

«Mi dice un assiduo frequentatore delle spiagge ponentine - inveisce ancora Ferrara - che dopo le 11:00 con il levarsi della corrente del Greco, il fenomeno si ripete quotidianamente e l'acqua non solo si intorpidisce ma si sporca. Quindi chi va al mare prima delle 11:00 rileva acqua pulita, chi ci va dopo, è destinato a trovare acqua torbida e sporca. La risoluzione del problema del mare inquinato è talmente nevralgica, trasversale e decisiva per la vita di Barletta e dei barlettani che non la si può affrontare solo a colpi di annunci sullo stato delle acque con certificati di analisi cliniche a convenienza, tra l'altro discordanti tra loro, senza il vero intervento di elementi tecnici solidi che diano l'esatta diagnosi dello stato di salute del nostro mare. Qui ne va della salute di tutti, condivido pienamente le diffide mandate da Cascella ai sindaci delle altre città della Bat che scaricano nell'Ofanto e nel Ciappetta-Camaggi a potenziare i propri depuratori e ad effettuare più controlli sui reflui da regalare al nostro mare, però credo sia il momento di una seria riflessione sulla funzionalità e potenzialità del nostro depuratore. E i neo consiglieri regionali da questo punto di vista ci devono dare una mano! Altro che "Città Marinara"!».
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