Eventi
Il fuoco indelebile della partigiana Romoli
Incontro tra ricordo e memoria
Barletta - martedì 5 aprile 2011
18.41
«Dopo il saluto al duce, la preghiera e l'appello, l'insegnante ha cacciato via una bambina ebrea […]. Era la mia compagna di banco, le tenevo la mano. La supplente l'ha tirata via e le ha detto: «questo è il tuo ultimo giorno di scuola». […] La supplente ha invitato i bambini a scrivere pensierini contro gli ebrei. Ci siamo avvicinati alla maestra e l'abbiamo fatta cadere». È la storia drammatica di Luciana Romoli, classe 1930, partigiana romana, staffetta della Resistenza, antifascista viscerale, presente domenica sera al Circolo Arci Cafiero di Barletta. È la testimonianza viva di chi a soli otto anni si è ribellata contro le vergognose Leggi razziali del 1938 e contro chi pedissequamente applicò quella ignominia. Il racconto della "bambina della Resistenza" ripercorre tappe fondamentali della sua esistenza e della Resistenza romana, dall'azione antifascista della sua famiglia al dramma personale dopo la sua espulsione dalla scuola. È un fiume in piena la Romoli, fermata solo dalla commozione del ricordo. Ma per poco. «Voi ragazzi dovete studiare» è l'esortazione ai numerosi giovani accorsi ad ascoltare le sue sagge parole. Ricorda lo straordinario lavoro svolto dalle donne nella Resistenza – a cui spesso toccarono i compiti più pericolosi come l'eroico lavoro delle staffette –, lotta di popolo che ha fornito finalmente diritto di voto alle donne stesse. Rievoca il coraggio delle donne romane nell'assalto ai forni e l'organizzazione delle partigiane. Poi torna a commuoversi ripensando all'epitaffio sulla tomba della partigiana Caterina Martinelli, trucidata da un milite della Polizia dell'Africa italiana – PAI – ex Corpo di Polizia coloniale, dopo aver assalito un forno del Tiburtino III il 3 maggio 1944: "Io non volevo che un po' di pane per i miei bambini. Non potevo sentirli piangere tutti e sei insieme".
All'incontro all'Arci Cafiero erano presenti il prof. Luigi Dicuonzo, responsabile dell'Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta; il prof. Tarantino, presidente dell'ANPI BAT; Carmine Doronzo, Consigliere Arci Puglia; il sindaco di Barletta Nicola Maffei. L'evento rappresenta l'inizio delle attività per la commemorazione del 66° anniversario della Liberazione dal nazifascismo come ha evidenziato il prof. Dicuonzo. «La Romoli è portatrice di una testimonianza unica […] è stata partigiana ma lo è tuttora», sono state le parole di benvenuto del prof. Tarantino. «Il merito maggiore dei partigiani è stato quello di coltivare un sogno: creare le condizioni in Italia affinché dopo il Ventennio fascista non si fosse più sudditi di qualcuno ma cittadini. Oggi ci troviamo nella stessa situazione di allora» ha sottolineato il preside dell'Istituto Professionale "G. Colasanto" di Andria. «La loro testimonianza ci deve dare energia per resistere e dare linfa vitale ai ragazzi che stanno cercando di capire cosa sta succedendo in Italia e dare loro coraggio per ribellarsi ai soprusi che viviamo».
E di energia la partigiana Romoli ne ha infusa tantissima. «Voi ragazzi dovete lottare contro la guerra […]. La Costituzione non cammina da sola, la dovete portare voi, va studiata come il catechismo. Dobbiamo lottare perché la Costituzione venga applicata. Io la difenderò fino all'ultimo respiro, come ho sempre fatto. Noi ve la diamo come una bandiera».
All'incontro all'Arci Cafiero erano presenti il prof. Luigi Dicuonzo, responsabile dell'Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta; il prof. Tarantino, presidente dell'ANPI BAT; Carmine Doronzo, Consigliere Arci Puglia; il sindaco di Barletta Nicola Maffei. L'evento rappresenta l'inizio delle attività per la commemorazione del 66° anniversario della Liberazione dal nazifascismo come ha evidenziato il prof. Dicuonzo. «La Romoli è portatrice di una testimonianza unica […] è stata partigiana ma lo è tuttora», sono state le parole di benvenuto del prof. Tarantino. «Il merito maggiore dei partigiani è stato quello di coltivare un sogno: creare le condizioni in Italia affinché dopo il Ventennio fascista non si fosse più sudditi di qualcuno ma cittadini. Oggi ci troviamo nella stessa situazione di allora» ha sottolineato il preside dell'Istituto Professionale "G. Colasanto" di Andria. «La loro testimonianza ci deve dare energia per resistere e dare linfa vitale ai ragazzi che stanno cercando di capire cosa sta succedendo in Italia e dare loro coraggio per ribellarsi ai soprusi che viviamo».
E di energia la partigiana Romoli ne ha infusa tantissima. «Voi ragazzi dovete lottare contro la guerra […]. La Costituzione non cammina da sola, la dovete portare voi, va studiata come il catechismo. Dobbiamo lottare perché la Costituzione venga applicata. Io la difenderò fino all'ultimo respiro, come ho sempre fatto. Noi ve la diamo come una bandiera».