Eventi
"Il dialetto siamo noi", parole e dialoghi teatrali per rinnovare le tradizioni barlettane
Ottimi riscontri per l'evento promosso dalle associazioni Anmig e Ancr di Barletta
Barletta - domenica 27 agosto 2023
Comunicato Stampa
Nella sede gremita di pubblico delle associazioni Anmig e Ancr di Barletta, si è svolto in data 20 agosto 2023, un evento dal titolo "Il dialetto siamo noi" durante il quale sono stati presentati testi in prosa e poesia ma anche un dialogo teatrale, scritti e interpretati da Dolores Rotunno, Francesca Seccia e Francesco Paolo Dellaquila, rigorosamente in vernacolo barlettano.
Con la presentazione di Marisa Ruffo, sono state lette alcune riflessioni scritte da Francesco Paolo Dellaquila sull'importanza del dialetto come mezzo comunicativo dell'intera comunità.
"È innegabile che il dialetto rappresenti la parte più emblematica di noi stessi rapportandoci al dove siamo nati e cresciuti - scrive Dellaquila - È indubbio che accanto al nome di ciascuno di noi che ci identifica, abitano suoni di parole comuni che ci sostengono e ci assistono in modo anche intimo nei rapporti col mondo esterno, da quello più ristretto della famiglia e degli amici, all'intera comunità locale valorizzandone i valori più essenziali. Attraverso il dialetto possiamo meglio sviluppare concetti che, altrimenti nella lingua corrente dell'italiano, non sarebbe possibile. Parlare in dialetto significa celebrare vicende del passato quando questo modo di comunicazione era l'unico in uso. Dovremmo ringraziare i nostri nonni che, per lo più analfabeti, hanno riportato eventi e storie a memoria attraverso il solo linguaggio parlato. Michele Cafagna, figlio del compianto grande commediografo in vernacolo Gino Cafagna, asserisce che: "parlare in dialetto non è maleducazione ma 'arte'. Il dialetto fa parte della nostra cultura e va salvaguardato. Il dialetto è amore per le nuove generazioni."
L'evento è stato possibile grazie alla capacità di scrivere testi dialettali, in prosa e poesia, testi che non è stato facile incastonare in un copione affinché raggiungesse la giusta armonia e diventasse un corpo unico. Ma grazie alla bravura di Dolores Rotunno e Francesca Seccia che, soprattutto durante la recitazione del dialogo scritto dalla stessa Dolores, hanno dato prova di capacità teatrali non certo dilettantistiche. Si ringrazia Marisa Ruffo per la sua presentazione e a suo marito Franco Cleto che ha curato magistralmente la parte tecnica". Ringraziamenti da parte degli organizzatori sono stati rivolti anche a Giovanni Ferrini, Giuseppe Caggia, Fabio Corcella e Franco Lamonaca.
Con la presentazione di Marisa Ruffo, sono state lette alcune riflessioni scritte da Francesco Paolo Dellaquila sull'importanza del dialetto come mezzo comunicativo dell'intera comunità.
"È innegabile che il dialetto rappresenti la parte più emblematica di noi stessi rapportandoci al dove siamo nati e cresciuti - scrive Dellaquila - È indubbio che accanto al nome di ciascuno di noi che ci identifica, abitano suoni di parole comuni che ci sostengono e ci assistono in modo anche intimo nei rapporti col mondo esterno, da quello più ristretto della famiglia e degli amici, all'intera comunità locale valorizzandone i valori più essenziali. Attraverso il dialetto possiamo meglio sviluppare concetti che, altrimenti nella lingua corrente dell'italiano, non sarebbe possibile. Parlare in dialetto significa celebrare vicende del passato quando questo modo di comunicazione era l'unico in uso. Dovremmo ringraziare i nostri nonni che, per lo più analfabeti, hanno riportato eventi e storie a memoria attraverso il solo linguaggio parlato. Michele Cafagna, figlio del compianto grande commediografo in vernacolo Gino Cafagna, asserisce che: "parlare in dialetto non è maleducazione ma 'arte'. Il dialetto fa parte della nostra cultura e va salvaguardato. Il dialetto è amore per le nuove generazioni."
L'evento è stato possibile grazie alla capacità di scrivere testi dialettali, in prosa e poesia, testi che non è stato facile incastonare in un copione affinché raggiungesse la giusta armonia e diventasse un corpo unico. Ma grazie alla bravura di Dolores Rotunno e Francesca Seccia che, soprattutto durante la recitazione del dialogo scritto dalla stessa Dolores, hanno dato prova di capacità teatrali non certo dilettantistiche. Si ringrazia Marisa Ruffo per la sua presentazione e a suo marito Franco Cleto che ha curato magistralmente la parte tecnica". Ringraziamenti da parte degli organizzatori sono stati rivolti anche a Giovanni Ferrini, Giuseppe Caggia, Fabio Corcella e Franco Lamonaca.