Territorio
Il Comune pubblica i dati sulle emissioni dall’impianto di Buzzi
Dati nella norma, a quanto pare, negli ultimi due mesi. Disponibili valori e grafici sulla pagina dedicata
Barletta - venerdì 8 febbraio 2013
13.01
Più trasparenza tra associazioni ambientaliste in rivolta, comune e la temuta azienda Buzzi Unicem, leader nella produzione di cemento e derivati a Barletta. Implementata da pochi giorni e disponibile sul sito istituzionale del comune, nella sezione dedicata al Settore Ambiente e Servizi Pubblici, l'interfaccia prodotta con la collaborazione dell'azienda stessa per la visualizzazione in tempo reale (o quasi) delle sostanze immesse nell'aria dai vari camini dell'impianto di cottura del cementificio barlettano.
Le analisi sono eseguite attraverso lo S.M.E., un particolare sistema di monitoraggio continuo delle emissioni il quale è gestito da un'azienda terza - la PF Sistemi s.r.l. come riportato sull'interfaccia – che si occupa della raccolta, memorizzazione e analisi dei dati provenienti dai pcl che gestiscono ogni macchina sul campo. A quanto pare quindi, le succitate analisi sono gestite severamente da quest'azienda e la Buzzi non può far altro che pubblicare sul suo sito i valori sulle emissioni ricevuti dal dispositivo SME gestito dalla suddetta azienda. Semafori verdi, dati nella norma negli ultimi due mesi di operatività del forno, ovvero tra ottobre e novembre 2012.
Ricordiamo che l'impianto di cottura utile al processo di produzione del cemento necessita di altissime temperature: dai 1050°C nella parte più bassa, dove vi è il combustibile, che si riducono via via fino alla cima del camino, dal quale fuoriescono gas a massimo 350°C. Le diossine si formano durante la combustione dei rifiuti ad una temperatura compresa tra i 200 ed i 400°C per effetto dei composti clorati organici, come le sostanze plastiche. L'obiettivo del cementificio è produrre cemento, ciò significa lavorare a temperature altissime, alle quali la diossina non dovrebbe svilupparsi, ma molti smentiscono questa teoria.
Lo SME è in grado di gestire e fermare l'impianto nel caso in cui vengano superati precisi valori di emissione nell'atmosfera o in tal caso preferire il polverino di coke (il carbone in polvere) al famoso CDR, il composto di materiali plastici che risulta più economico e garantisce un'ottima combustione. Fidarsi o non fidarsi di quei dati, questo il dilemma di cittadini e associazioni. Intanto quei semafori verdi, almeno, ci rassicurano un pò.
Le analisi sono eseguite attraverso lo S.M.E., un particolare sistema di monitoraggio continuo delle emissioni il quale è gestito da un'azienda terza - la PF Sistemi s.r.l. come riportato sull'interfaccia – che si occupa della raccolta, memorizzazione e analisi dei dati provenienti dai pcl che gestiscono ogni macchina sul campo. A quanto pare quindi, le succitate analisi sono gestite severamente da quest'azienda e la Buzzi non può far altro che pubblicare sul suo sito i valori sulle emissioni ricevuti dal dispositivo SME gestito dalla suddetta azienda. Semafori verdi, dati nella norma negli ultimi due mesi di operatività del forno, ovvero tra ottobre e novembre 2012.
Ricordiamo che l'impianto di cottura utile al processo di produzione del cemento necessita di altissime temperature: dai 1050°C nella parte più bassa, dove vi è il combustibile, che si riducono via via fino alla cima del camino, dal quale fuoriescono gas a massimo 350°C. Le diossine si formano durante la combustione dei rifiuti ad una temperatura compresa tra i 200 ed i 400°C per effetto dei composti clorati organici, come le sostanze plastiche. L'obiettivo del cementificio è produrre cemento, ciò significa lavorare a temperature altissime, alle quali la diossina non dovrebbe svilupparsi, ma molti smentiscono questa teoria.
Lo SME è in grado di gestire e fermare l'impianto nel caso in cui vengano superati precisi valori di emissione nell'atmosfera o in tal caso preferire il polverino di coke (il carbone in polvere) al famoso CDR, il composto di materiali plastici che risulta più economico e garantisce un'ottima combustione. Fidarsi o non fidarsi di quei dati, questo il dilemma di cittadini e associazioni. Intanto quei semafori verdi, almeno, ci rassicurano un pò.