La città
«I miei genitori mi aspettano, ma devo compiere il mio dovere»
Il tenente Raffaele Musti, l'eroe barlettano di Ual Ual
Barletta - venerdì 13 febbraio 2015
Raffaele Musti nasce a Barletta il 26 luglio del 1903. Nel 1921 è a Torino, allievo ufficiale di complemento. Ammesso alla Accademia di Modena, ne esce col grado di tenente. Giunto in Somalia nel luglio 1933, gli viene affidato il comando delle truppe coloniali "dubat", nella base di Mudugh.
Lo scontro di Ual Ual (Somalia) e lo scoppio della guerra Italo - etiopica (1934 - 1936)
Il 22 novembre 1934, 600 soldati abissini accerchiano e attaccano il campo di Ual - Ual, presidiato da 400 soldati italiani e somali "dubat". Un quarto dei soldati italiani erano morti o feriti, e le munizioni erano esaurite. Il 5 dicembre 1934, quando le forze abissine sembravano poter avere la meglio, la situazione si ribaltò, grazie al sopraggiungere di aiuti aerei e di alcuni autoblindati partiti a mezzanotte dalla base di Mudugh, dove si trovava Raffaele Musti. Dopo due ore di viaggio, il tenente Musti arriva al campo con sessanta uomini di rinforzo, che attaccano - col favore del buio - gli abissini alle spalle, aprendosi un varco per entrare nel fortino assediato, portando soccorsi e munizioni ai difensori. A questo punto, Musti assume il comando di Ual Ual e organizza le difese, il rifornimento di munizioni, il trasporto di feriti. Ordina il bombardamento sulla linea avversaria e l'attacco tramite l'unico autoblindo a disposizione, a cui segue l'assalto delle truppe dubat, da lui stesso comandate. La strategia funziona e alle 7,15 del mattino le truppe avversarie sono sconfitte e il fortino di Ual Ual liberato. Per questa azione, Raffaele Musti è decorato con la Medaglia d'Argento al Valor Militare. La stampa italiana dell'epoca diede grande risalto a questa impresa bellica. Nonostante questa vittoria, Musti rinuncia ad una breve licenzia premio per tornare a Barletta, preferendo restare in Somalia. Questa battaglia determinò lo scoppio della guerra italo - etiopica. La battaglia di Hamanlei
La colonna armata del colonnello Maletti, composta da 400 soldati dubat, autocarri e autoblindo, parte in marcia dalla base di Gabredarre. Durante la marcia, la colonna sosta nei pressi del vallone di Hamanlei, tra due torrenti. Qui, all'alba dell' 11 novembre, nel vicino bosco, i soldati italiani sono attirati in un'imboscata da truppe abissine. Gli autoblindo italiani sparano verso il bosco, gli avversari abissini escono allo scoperto con sette autoblindo, che rispondono al fuoco. Un migliaio di abissini si lanciano contro i guerrieri dubat. La colonna, divisa in due ali, comandate dai rispettivi tenenti, hanno l'ordine di avanzare contro gli avversari, annidati nella boscaglia e in alcuni crepacci. Il tenente Musti, al comando dell'ala sinistra, si lancia all'assalto con un gruppo di fucilieri durat, per snidare gli avversari. Durante la battaglia, una pallottola colpisce Musti al fianco, che riesce a tornare indietro con le sue forze fino al posto di medicazione, dove fa appena fin tempo a dare disposizioni per la battaglia ad un graduato dubat, per poi morire. La battaglia durò dieci ore e le truppe italiane ebbero la meglio sugli avversari abissini. Raffaele Musti aveva 32 anni, fu decorato con la Medaglia d'argento alla Memoria e sepolto a Gabredarre. Il comune di Barletta ha intitolato a Raffaele Musti l'omonimo plesso scolastico e la relativa via.
Le testimonianze su Raffaele Musti
Un ufficiale, commilitone di Raffaele Musti, scrive all'indomani della battaglia di Hamanlei:
"Mi trovo col colonnello Maletti, comandante della colonna scontratasi con gli abissini a nord di Gabredarre. Abbiamo inflitto numerosissime perdite, ma disgraziatamente abbiamo perso il povero tenente Musti di Barletta. Eravamo stati due anni a Modena ed era un caro collega. L'abbiamo seppellito qui a Gabredarre, e speriamo che la Città di Barletta provvederà a farlo ritirare. Così la Puglia ha dato il suo primo figlio in terra somala alla causa italiana".
Il sottufficiale Franco Lopalco, scrive:
"Raffaele Musti è un orgoglio per Barletta! A Gorrahei, ebbi l'onore di vederlo tra i suoi dubat che avanzavano, ma io ero sul camion e di sfuggita ci salutammo. Ci scambiammo l'augurio: in bocca al lupo! Lui partì verso la gloria. Ricordo quanto ci si divertiva quando rammentavo gli elogi che la stampa e i suoi concittadini indirettamente gli fecero per lo scontro di Ual – Ual, e ricordo che lui diceva:" Ma io non ho fatto nulla di grande, i miei bravi dubat meritano più di me". Ogni sera Raffaele mi confidava:" I miei genitori mi aspettano, i barlettani mi vogliono tributare onori, ma devo compiere il mio dovere, poi verrà l'azione in grande stile".
A seguire, pubblichiamo gli elenchi dei soldati barlettani volontari e decorati al valore militare, nella guerra italo etiopica (1935 - 1936)
Lo scontro di Ual Ual (Somalia) e lo scoppio della guerra Italo - etiopica (1934 - 1936)
Il 22 novembre 1934, 600 soldati abissini accerchiano e attaccano il campo di Ual - Ual, presidiato da 400 soldati italiani e somali "dubat". Un quarto dei soldati italiani erano morti o feriti, e le munizioni erano esaurite. Il 5 dicembre 1934, quando le forze abissine sembravano poter avere la meglio, la situazione si ribaltò, grazie al sopraggiungere di aiuti aerei e di alcuni autoblindati partiti a mezzanotte dalla base di Mudugh, dove si trovava Raffaele Musti. Dopo due ore di viaggio, il tenente Musti arriva al campo con sessanta uomini di rinforzo, che attaccano - col favore del buio - gli abissini alle spalle, aprendosi un varco per entrare nel fortino assediato, portando soccorsi e munizioni ai difensori. A questo punto, Musti assume il comando di Ual Ual e organizza le difese, il rifornimento di munizioni, il trasporto di feriti. Ordina il bombardamento sulla linea avversaria e l'attacco tramite l'unico autoblindo a disposizione, a cui segue l'assalto delle truppe dubat, da lui stesso comandate. La strategia funziona e alle 7,15 del mattino le truppe avversarie sono sconfitte e il fortino di Ual Ual liberato. Per questa azione, Raffaele Musti è decorato con la Medaglia d'Argento al Valor Militare. La stampa italiana dell'epoca diede grande risalto a questa impresa bellica. Nonostante questa vittoria, Musti rinuncia ad una breve licenzia premio per tornare a Barletta, preferendo restare in Somalia. Questa battaglia determinò lo scoppio della guerra italo - etiopica. La battaglia di Hamanlei
La colonna armata del colonnello Maletti, composta da 400 soldati dubat, autocarri e autoblindo, parte in marcia dalla base di Gabredarre. Durante la marcia, la colonna sosta nei pressi del vallone di Hamanlei, tra due torrenti. Qui, all'alba dell' 11 novembre, nel vicino bosco, i soldati italiani sono attirati in un'imboscata da truppe abissine. Gli autoblindo italiani sparano verso il bosco, gli avversari abissini escono allo scoperto con sette autoblindo, che rispondono al fuoco. Un migliaio di abissini si lanciano contro i guerrieri dubat. La colonna, divisa in due ali, comandate dai rispettivi tenenti, hanno l'ordine di avanzare contro gli avversari, annidati nella boscaglia e in alcuni crepacci. Il tenente Musti, al comando dell'ala sinistra, si lancia all'assalto con un gruppo di fucilieri durat, per snidare gli avversari. Durante la battaglia, una pallottola colpisce Musti al fianco, che riesce a tornare indietro con le sue forze fino al posto di medicazione, dove fa appena fin tempo a dare disposizioni per la battaglia ad un graduato dubat, per poi morire. La battaglia durò dieci ore e le truppe italiane ebbero la meglio sugli avversari abissini. Raffaele Musti aveva 32 anni, fu decorato con la Medaglia d'argento alla Memoria e sepolto a Gabredarre. Il comune di Barletta ha intitolato a Raffaele Musti l'omonimo plesso scolastico e la relativa via.
Le testimonianze su Raffaele Musti
Un ufficiale, commilitone di Raffaele Musti, scrive all'indomani della battaglia di Hamanlei:
"Mi trovo col colonnello Maletti, comandante della colonna scontratasi con gli abissini a nord di Gabredarre. Abbiamo inflitto numerosissime perdite, ma disgraziatamente abbiamo perso il povero tenente Musti di Barletta. Eravamo stati due anni a Modena ed era un caro collega. L'abbiamo seppellito qui a Gabredarre, e speriamo che la Città di Barletta provvederà a farlo ritirare. Così la Puglia ha dato il suo primo figlio in terra somala alla causa italiana".
Il sottufficiale Franco Lopalco, scrive:
"Raffaele Musti è un orgoglio per Barletta! A Gorrahei, ebbi l'onore di vederlo tra i suoi dubat che avanzavano, ma io ero sul camion e di sfuggita ci salutammo. Ci scambiammo l'augurio: in bocca al lupo! Lui partì verso la gloria. Ricordo quanto ci si divertiva quando rammentavo gli elogi che la stampa e i suoi concittadini indirettamente gli fecero per lo scontro di Ual – Ual, e ricordo che lui diceva:" Ma io non ho fatto nulla di grande, i miei bravi dubat meritano più di me". Ogni sera Raffaele mi confidava:" I miei genitori mi aspettano, i barlettani mi vogliono tributare onori, ma devo compiere il mio dovere, poi verrà l'azione in grande stile".
A seguire, pubblichiamo gli elenchi dei soldati barlettani volontari e decorati al valore militare, nella guerra italo etiopica (1935 - 1936)