Politica
I fondi europei e la programmazione 2014-2020: opportunità per lo sviluppo
Incontro in Sala Consiliare, a poco più di due mesi dalle elezioni europee
Barletta - sabato 22 marzo 2014
00.30
A poco più di due mesi dalle elezioni europee, nelle quali sarà rinnovato il Parlamento europeo e per la prima volta sarà eletto il presidente della Commissione europea, si torna a parlare di Europa e delle priorità strategiche ed opportunità di sviluppo per il nostro territorio, che possono provenire dalla nuova programmazione europea 2014-2020. Su questo tema si è tenuto ieri sera in Sala Consiliare, un incontro del Partito Democratico, coordinato dalla consigliera comunale Rosa Cascella. Presenti il sindaco Pasquale Cascella, il segretario cittadino PD Franco Ferrara, il giornalista Giuseppe Dimiccoli, il dirigente Paolo Casalino, il consigliere regionale Ruggiero Mennea, e il sindaco uscente di Bari, nonché prossimo candidato alle europee, Michele Emiliano.
«La ricerca di innovazione, senza la quale non c'è sviluppo, e per la quale serve un supporto strutturale, è uno degli strumenti a cui ricorrere, come pilastro della strategia europea - ha detto Cascella - Dovremmo immaginare grandi progetti nei territori e far sì che siano curati e seguiti dall'inizio alla fine: non ci possiamo più permettere di cominciare un'opera e lasciarla incompleta. Perdere finanziamenti sarebbe uno spreco per noi, per il paese e per l'Europa. Bisogna compiere una sfida, per noi che siamo della "città delle sfide"».
«Alla base di questa programmazione c'è la necessità di coesione sociale. Ha il fine di evitare i disagi e gli svantaggi delle comunità, costituite da singole persone che sono risorse per la loro comunità. Ma politica e istituzioni vanno d'accordo? Riescono a parlare? E a Barletta siamo in grado di garantire la coesione sociale? - ha detto Ferrara in riferimento al lavoro, all'educazione e alla dispersione scolastica, all'ordine pubblico, e a quale sia il ruolo della politica per raggiungere la coesione sociale - ».
Dimiccoli ha inizialmente ricordato la sua esperienza di assistente parlamentare di Pietro Mennea, durante il suo mandato di europarlamentare dal 1999 al 2004, per poi passare ad accennare quelle che sono le opportunità per i giovani offerte dall'Europa: il programma Erasmus Plus (14,7 miliardi di euro a disposizione, il 40% in più rispetto all'ultima programmazione), che ha la finalità di aumentare il tasso di occupazione giovanile e di moltiplicare i sistemi di istruzione; il servizio di volontariato europeo; Europa creativa (1,5 miliardi di euro a diposizione, a sostegno degli operatori dei settori creativi).
Paolo Casalino, dirigente dell'Ufficio della Regione Puglia a Bruxelles, ha sottolineato l'importanza della sinergia tra fondi, quelli strutturali (che arrivano attraverso bandi nazionali e regionali) e quelli a gestione diretta (che arrivano invece attraverso bandi della Commissione europea, cogliendo queste opportunità con la creazione di partnership. Il modo per districarsi tra le varie proposte è avere un programma, è il pensiero ribadito da Casalino. Il dirigente ha ricordato come Stato e regioni abbiano il compito di redigere un importante documento, intitolato Smart Specialization Strategy, da dover presentare alla Commissione Europea. In questo documento strategico deve emergere la visione per i prossimi 7 anni, cioè per l'intero periodo della nuova programmazione europea 2014-2020, devono essere delineate le scelte che si intendono compiere, e quindi la via di utilizzo dei fondi europei. Il documento sarà oggetto di osservazioni e la discussione sarà aperta fino al 30 aprile.
Mennea ha parlato dell'attività della commissione regionale alle Attività Produttive, di cui è vicepresidente, che ha costituito 5 tavoli operativi su ricerca, ambiente, sviluppo urbano e del territorio, trasporti, occupazione e istruzione, e 3 focus su smart city, acqua e difesa del suolo, inclusione sociale. Una discussione che andrà avanti per alcuni mesi, e che si concluderà entro luglio, quando ci sarà l'accordo di programma operativo di partenariato.
Emiliano è tornato sul tema dell'interesse o meno per l'Europa, ironizzando sulla scarsa presenza di cittadini che hanno assistito all'incontro (una ventina circa), per poi rientrare nella questione aperta del corretto utilizzo dei fondi europei. «Le regioni sono un intoppo bestiale - ha detto Emiliano - Perché devono passare dalle regioni i fondi? Questo meccanismo (di utilizzo dei fondi ndr) deve essere conoscibile e accessibile a tutti, se è nato per una logica di mercato. Questi fondi sono quasi tutti italiani. Con grandissima difficoltà ne abbiamo capito l'importanza. Per questo, ci vogliono politici e non tecnocrati».
«La ricerca di innovazione, senza la quale non c'è sviluppo, e per la quale serve un supporto strutturale, è uno degli strumenti a cui ricorrere, come pilastro della strategia europea - ha detto Cascella - Dovremmo immaginare grandi progetti nei territori e far sì che siano curati e seguiti dall'inizio alla fine: non ci possiamo più permettere di cominciare un'opera e lasciarla incompleta. Perdere finanziamenti sarebbe uno spreco per noi, per il paese e per l'Europa. Bisogna compiere una sfida, per noi che siamo della "città delle sfide"».
«Alla base di questa programmazione c'è la necessità di coesione sociale. Ha il fine di evitare i disagi e gli svantaggi delle comunità, costituite da singole persone che sono risorse per la loro comunità. Ma politica e istituzioni vanno d'accordo? Riescono a parlare? E a Barletta siamo in grado di garantire la coesione sociale? - ha detto Ferrara in riferimento al lavoro, all'educazione e alla dispersione scolastica, all'ordine pubblico, e a quale sia il ruolo della politica per raggiungere la coesione sociale - ».
Dimiccoli ha inizialmente ricordato la sua esperienza di assistente parlamentare di Pietro Mennea, durante il suo mandato di europarlamentare dal 1999 al 2004, per poi passare ad accennare quelle che sono le opportunità per i giovani offerte dall'Europa: il programma Erasmus Plus (14,7 miliardi di euro a disposizione, il 40% in più rispetto all'ultima programmazione), che ha la finalità di aumentare il tasso di occupazione giovanile e di moltiplicare i sistemi di istruzione; il servizio di volontariato europeo; Europa creativa (1,5 miliardi di euro a diposizione, a sostegno degli operatori dei settori creativi).
Paolo Casalino, dirigente dell'Ufficio della Regione Puglia a Bruxelles, ha sottolineato l'importanza della sinergia tra fondi, quelli strutturali (che arrivano attraverso bandi nazionali e regionali) e quelli a gestione diretta (che arrivano invece attraverso bandi della Commissione europea, cogliendo queste opportunità con la creazione di partnership. Il modo per districarsi tra le varie proposte è avere un programma, è il pensiero ribadito da Casalino. Il dirigente ha ricordato come Stato e regioni abbiano il compito di redigere un importante documento, intitolato Smart Specialization Strategy, da dover presentare alla Commissione Europea. In questo documento strategico deve emergere la visione per i prossimi 7 anni, cioè per l'intero periodo della nuova programmazione europea 2014-2020, devono essere delineate le scelte che si intendono compiere, e quindi la via di utilizzo dei fondi europei. Il documento sarà oggetto di osservazioni e la discussione sarà aperta fino al 30 aprile.
Mennea ha parlato dell'attività della commissione regionale alle Attività Produttive, di cui è vicepresidente, che ha costituito 5 tavoli operativi su ricerca, ambiente, sviluppo urbano e del territorio, trasporti, occupazione e istruzione, e 3 focus su smart city, acqua e difesa del suolo, inclusione sociale. Una discussione che andrà avanti per alcuni mesi, e che si concluderà entro luglio, quando ci sarà l'accordo di programma operativo di partenariato.
Emiliano è tornato sul tema dell'interesse o meno per l'Europa, ironizzando sulla scarsa presenza di cittadini che hanno assistito all'incontro (una ventina circa), per poi rientrare nella questione aperta del corretto utilizzo dei fondi europei. «Le regioni sono un intoppo bestiale - ha detto Emiliano - Perché devono passare dalle regioni i fondi? Questo meccanismo (di utilizzo dei fondi ndr) deve essere conoscibile e accessibile a tutti, se è nato per una logica di mercato. Questi fondi sono quasi tutti italiani. Con grandissima difficoltà ne abbiamo capito l'importanza. Per questo, ci vogliono politici e non tecnocrati».