La città
Barlettani positivi al Covid e web: dalla prudenza al linciaggio social il passo è breve
Il Covid ci ha reso tutt’altro che persone migliori come si evince dai commenti contro la famiglia tornata dalla Sardegna
Barletta - lunedì 31 agosto 2020
07.30
No, così non va. Così non va proprio bene. La notizia del nucleo familiare positivo al Covid-19 di rientro da una vacanza in Sardegna ha scatenato sui social un fiume di commenti negativi sui malcapitati che la metà bastava.
Ora, prima che il solito saputello di turno indirizzi verso chi scrive il solito commento da nostalgico del popolo ignavo e utile soltanto a zappar la terra al servigio del padrone di turno, teniamo a precisare che non siamo né virologi, né infettivologi, né tanto meno primari della clinica di "vattelappesca". Quindi siamo ben consci che non è nostro compito stabilire se il virus cinese ha perso pericolosità o meno.
Tutto questo però - sempre per rispondere ai non pochi nostalgici del feudalesimo che popolano il web - non deve esimerci dal farci usare il quant'anche modesto contenuto della nostra scatola cranica, cosa che a quanto si evince da commenti del tipo "piangevano miseria e ora vanno in vacanze in Sardegna", non sembra così scontata. Tra l'altro il commento in questione non è neanche dei peggiori se si considera che nella gazzarra scatenatasi sui social troviamo anche perle del tipo: "quest'anno tutti in vacanza grazie al bonus"; "verifichiamo se hanno ricevuto sussidi per il Covid". O addirittura: "è nostro diritto sapere chi sono".
Frasi del tutto irrazionali, quando non sconclusionate, comprensibilmente dettate dalla paura di una patologia sulla quale poco sanno persino le medical stars televisive a cui secondo qualcuno dovremmo silenti baciare la pantofola. Senza parlare poi di quell'autentico flagello del tifo politico - sul quale stampa e TV nazionali hanno grandi responsabilità - che in un senso e nell'altro non contribuisce di certo a rasserenare gli animi.
Ed è così che ci tocca assistere al mortificante spettacolo di gente che, a proposito di bonus e vacanze in Sardegna, fa i conti in tasca ai propri concittadini che neanche Agenzia delle Entrate. Quanto a chi vorrebbe conoscere nomi e cognomi di questi vacanzieri additati quasi a novelli "nemici del popolo", ci piace pensare si sia trattato di quello che a Barletta chiamiamo "sfogo di bocca". Di un qualcosa, come già detto, dettato da comprensibile paura, anche perché la famiglia in questione non ci risulta abbia violato qualche norma nel passare qualche giorno di vacanza nella terra dei nuraghi. E poi, ci perdonino gli indignati, ma troviamo di pessimo gusto queste continue insinuazioni sul tenore di vita di chi magari dopo anni approfitta del bonus per farsi qualche giorno di vacanza. In Puglia, in Sicilia, in Sardegna, poco importa. Anche se quest'ultima da qualche giorno - e non solo a causa del Covid - pare essere diventata terra moralmente abietta.
Certo, come dice qualcuno, la Puglia è stupenda (a proposito, lo è da qualche secolo), ma se la situazione Covid è tale da non ritenere necessario il divieto di viaggiare fuori regione, perché chi vuole andare in Sardegna non dovrebbe andarci? Per i focolai di Covid degli ultimi giorni? A meno di essere degli aspiranti medium come si fa a prevederli all'atto della prenotazione?
E poi, a proposito di Puglia, Dio (o chi per lui) la conservi da tanti suoi improvvisati cantori, tanto attenti a chi usufruisce del bonus vacanze fuori regione, quanto in gran parte muti, sordi e ciechi dinanzi a cloache come il Ciappetta Camaggio o il Canale H, dinanzi al pessimo stato in cui versa Canne della Battaglia o alla distruzione dello storico viale della Madonna dello Sterpeto.
Infine, anche se i numeri indicano una situazione infinitamente meno grave di quella della scorsa primavera, certamente la notizia dell'aumento dei contagi non può e non deve farci abbassare la guardia. Bisogna certamente prestare la dovuta attenzione e rispettare quanto più possibile quelle regole atte a contenere il Coronavirus, ma bisogna farlo con la consapevolezza che il peggio pare essere passato se si tiene conto che la "bestia" non può più contare ormai sul fattore sorpresa di inizio pandemia (anche se molto ci sarebbe da dire a tal proposito).
Per il resto non ci resta che una speranza e una constatazione. La speranza è che tutto questo passi il prima possibile. La constatazione è che il Covid ci ha reso tutt'altro che persone migliori come si evince dai commenti contro questa famiglia. Ma questo era prevedibile in quanto di fronte al pericolo, qualsiasi esso sia, l'istinto di sopravvivenza dell'essere umano finisce inevitabilmente col prevalere sulla retorica dei "ne usciremo più uniti" o "ne usciremo migliori". Quest'ultima esiste soltanto negli spot dei telefonini.
Ora, prima che il solito saputello di turno indirizzi verso chi scrive il solito commento da nostalgico del popolo ignavo e utile soltanto a zappar la terra al servigio del padrone di turno, teniamo a precisare che non siamo né virologi, né infettivologi, né tanto meno primari della clinica di "vattelappesca". Quindi siamo ben consci che non è nostro compito stabilire se il virus cinese ha perso pericolosità o meno.
Tutto questo però - sempre per rispondere ai non pochi nostalgici del feudalesimo che popolano il web - non deve esimerci dal farci usare il quant'anche modesto contenuto della nostra scatola cranica, cosa che a quanto si evince da commenti del tipo "piangevano miseria e ora vanno in vacanze in Sardegna", non sembra così scontata. Tra l'altro il commento in questione non è neanche dei peggiori se si considera che nella gazzarra scatenatasi sui social troviamo anche perle del tipo: "quest'anno tutti in vacanza grazie al bonus"; "verifichiamo se hanno ricevuto sussidi per il Covid". O addirittura: "è nostro diritto sapere chi sono".
Frasi del tutto irrazionali, quando non sconclusionate, comprensibilmente dettate dalla paura di una patologia sulla quale poco sanno persino le medical stars televisive a cui secondo qualcuno dovremmo silenti baciare la pantofola. Senza parlare poi di quell'autentico flagello del tifo politico - sul quale stampa e TV nazionali hanno grandi responsabilità - che in un senso e nell'altro non contribuisce di certo a rasserenare gli animi.
Ed è così che ci tocca assistere al mortificante spettacolo di gente che, a proposito di bonus e vacanze in Sardegna, fa i conti in tasca ai propri concittadini che neanche Agenzia delle Entrate. Quanto a chi vorrebbe conoscere nomi e cognomi di questi vacanzieri additati quasi a novelli "nemici del popolo", ci piace pensare si sia trattato di quello che a Barletta chiamiamo "sfogo di bocca". Di un qualcosa, come già detto, dettato da comprensibile paura, anche perché la famiglia in questione non ci risulta abbia violato qualche norma nel passare qualche giorno di vacanza nella terra dei nuraghi. E poi, ci perdonino gli indignati, ma troviamo di pessimo gusto queste continue insinuazioni sul tenore di vita di chi magari dopo anni approfitta del bonus per farsi qualche giorno di vacanza. In Puglia, in Sicilia, in Sardegna, poco importa. Anche se quest'ultima da qualche giorno - e non solo a causa del Covid - pare essere diventata terra moralmente abietta.
Certo, come dice qualcuno, la Puglia è stupenda (a proposito, lo è da qualche secolo), ma se la situazione Covid è tale da non ritenere necessario il divieto di viaggiare fuori regione, perché chi vuole andare in Sardegna non dovrebbe andarci? Per i focolai di Covid degli ultimi giorni? A meno di essere degli aspiranti medium come si fa a prevederli all'atto della prenotazione?
E poi, a proposito di Puglia, Dio (o chi per lui) la conservi da tanti suoi improvvisati cantori, tanto attenti a chi usufruisce del bonus vacanze fuori regione, quanto in gran parte muti, sordi e ciechi dinanzi a cloache come il Ciappetta Camaggio o il Canale H, dinanzi al pessimo stato in cui versa Canne della Battaglia o alla distruzione dello storico viale della Madonna dello Sterpeto.
Infine, anche se i numeri indicano una situazione infinitamente meno grave di quella della scorsa primavera, certamente la notizia dell'aumento dei contagi non può e non deve farci abbassare la guardia. Bisogna certamente prestare la dovuta attenzione e rispettare quanto più possibile quelle regole atte a contenere il Coronavirus, ma bisogna farlo con la consapevolezza che il peggio pare essere passato se si tiene conto che la "bestia" non può più contare ormai sul fattore sorpresa di inizio pandemia (anche se molto ci sarebbe da dire a tal proposito).
Per il resto non ci resta che una speranza e una constatazione. La speranza è che tutto questo passi il prima possibile. La constatazione è che il Covid ci ha reso tutt'altro che persone migliori come si evince dai commenti contro questa famiglia. Ma questo era prevedibile in quanto di fronte al pericolo, qualsiasi esso sia, l'istinto di sopravvivenza dell'essere umano finisce inevitabilmente col prevalere sulla retorica dei "ne usciremo più uniti" o "ne usciremo migliori". Quest'ultima esiste soltanto negli spot dei telefonini.