La città
Ho visto anche zingari infelici
Chiedere spiccioli, all'ombra di un semaforo. Sfruttamento, furti e accattonaggio
Barletta - lunedì 16 luglio 2012
Col termine politicamente scorretto, si indica con "zingari" una etnia di persone che, errando per l'Europa, si spostano con le loro carovane da una città all'altra. A Barletta c'è un accampamento stabile, e nei progetti comunali ne sorgerà un altro attrezzato, a ridosso del campo sportivo "Manzi - Chiapulin". In attesa che inizino i lavori, alcuni semafori della città sono presidiati, a fasi alterne, da donne o bambini, o invalidi.
Su via Trani, accanto i semafori, c'è una ragazza con bambino in braccio, e ogni volta che il semaforo diviene rosso, la ragazza, timorosa e rassegnata si avvicina agli automobilisti per chiedere spiccioli. Il sole picchia sulla ragazza e sul bambino, chissà se è suo fratello o suo figlio, non lo sapremo mai. La ragazza prova a chiedere spiccioli ai primi tre automobilisti, non si avvicina alla quarta automobile, forse per stanchezza, o per pudore, o per proteggere il bambino, che deve cuocere sotto il sole e suscitare commiserazione.
Qualche metro più in la, vicino un altro semaforo, un'altra ragazza, anch'essa chiede spiccioli ogni volta che scatta il rosso e gli automobilisti sono fermi, accenna appena a tendere la mano per chiedere soldi, forse si vergogna o forse il caldo la opprime e vuole tornare all'ombra del semaforo. A fine giornata lavorativa, un'automobile passerà a prelevarle, forse sono i rispettivi mariti o padri, che conteranno il guadagno della giornata.
Solo le ragazze possono essere "assunte" ai semafori, meglio se con piccolo bimbo in braccio, per commuovere gli automobilisti. Chissà dove sono i loro "datori di lavoro", ovvero mariti e padri, i quali, al sicuro nelle loro roulotte, li spediscono ai semafori in giro per la città, mentre progettano i prossimi furti in appartamento , scegliendo con cura le zone di Barletta da saccheggiare, ovviamente dopo un accurato appostamento di "piccoli volontari", ingaggiati per controllare gli spostamenti degli abitanti dello stabile. Gli zingari credono nei loro giovani, mandandoli a chiedere elemosina e a rubare, in attesa che crescano e prendano il posto dei loro padri e sfruttatori.
Anche gli zingari sono infelici, all'ombra di un semaforo
Su via Trani, accanto i semafori, c'è una ragazza con bambino in braccio, e ogni volta che il semaforo diviene rosso, la ragazza, timorosa e rassegnata si avvicina agli automobilisti per chiedere spiccioli. Il sole picchia sulla ragazza e sul bambino, chissà se è suo fratello o suo figlio, non lo sapremo mai. La ragazza prova a chiedere spiccioli ai primi tre automobilisti, non si avvicina alla quarta automobile, forse per stanchezza, o per pudore, o per proteggere il bambino, che deve cuocere sotto il sole e suscitare commiserazione.
Qualche metro più in la, vicino un altro semaforo, un'altra ragazza, anch'essa chiede spiccioli ogni volta che scatta il rosso e gli automobilisti sono fermi, accenna appena a tendere la mano per chiedere soldi, forse si vergogna o forse il caldo la opprime e vuole tornare all'ombra del semaforo. A fine giornata lavorativa, un'automobile passerà a prelevarle, forse sono i rispettivi mariti o padri, che conteranno il guadagno della giornata.
Solo le ragazze possono essere "assunte" ai semafori, meglio se con piccolo bimbo in braccio, per commuovere gli automobilisti. Chissà dove sono i loro "datori di lavoro", ovvero mariti e padri, i quali, al sicuro nelle loro roulotte, li spediscono ai semafori in giro per la città, mentre progettano i prossimi furti in appartamento , scegliendo con cura le zone di Barletta da saccheggiare, ovviamente dopo un accurato appostamento di "piccoli volontari", ingaggiati per controllare gli spostamenti degli abitanti dello stabile. Gli zingari credono nei loro giovani, mandandoli a chiedere elemosina e a rubare, in attesa che crescano e prendano il posto dei loro padri e sfruttatori.
Anche gli zingari sono infelici, all'ombra di un semaforo