Cronaca
Guerra civile tra poveri: rom e furti d’appartamento contro la tranquillità dei barlettani
La segnalazione colma di paura sui “simboli”, l’impegno di Barlettalife
Barletta - mercoledì 19 febbraio 2014
1.00
Nessun antefatto. La segnalazione raccolta da Barlettalife parla di alcuni rom che, nel corso degli ultimi giorni, hanno prima puntato e "valutato" l'appetibilità e la penetrabilità di un appartamento e dei suoi occupanti, pedinandoli e seguendo i loro movimenti in entrata e in uscita. Dopo questo monitoraggio, durato un tempo indefinito, hanno marchiato la casa con un simbolo riconoscibile (Barlettalife ne ha già parlato in passato, pubblicando l'alfabeto dei simboli), appena accanto al campanello. Il simbolo, un triangolo, secondo i moderni simbolisti indica "donna sola" e rimane muto sul seguito: "preda facile, tornarci".
Il fatto sta avvenendo in un appartamento ad un passo dalla stazione e dai giardini pubblici "De Nittis", "porto di mare" di varia umanità sotto gli occhi di tutti, ma si tratta di occhi (di passanti, di residenti della zona, di pendolari) che non possono fare nulla: ci si limita ad osservare un degrado che non necessariamente cova istinti criminali, ma che non garantisce sicurezza.
Una foto, inequivocabile, documenta il simbolo vergato a penna sul muro. La proprietaria dell'appartamento l'ha subito dopo cancellato, ma non dorme tutt'ora sonni tranquilli a causa di questa invasione nella sua tranquillità, sorpresa da una minaccia alla propria sicurezza contro la quale nessuno sembra poter fare nulla. Ma chi ha lasciato questa sgradita "firma"? Una vicina è riuscita nitidamente ad osservare dallo spioncino una donna con gonnellona lunga assieme ad un bambino che origliava alla porta per poi rapidamente scendere le scale. Tanta la paura.
Le forze dell'ordine si sono dimostrate a totale disposizione ad ascoltare il caso, ad agire di conseguenza, ma limitatamente ai propri mezzi, attuando una ferrea sorveglianza nel quartiere, a tutto beneficio dei residenti della zona. Laddove gli strumenti, seppur potenti, di Carabinieri ed esperti di videosorveglianza non possono arrivare, dovrebbe (e sottolineo dovrebbe) scattare un senso civico e una solidarietà spesso sconosciuti al popolo barlettano. Finché non colpiscono casa mia, finché non succede nulla nel mio giardino ("not in my backyard" direbbe chi mastica un po' di inglese) non me ne interesso neppure, quasi per ignorante scaramanzia.
Raccogliendo questa segnalazione, abbiamo promesso il massimo interessamento della nostra testata, da sempre megafono dei piccoli-grandi problemi dei cittadini. Le nostre pagine sono a disposizione di chi vorrà raccontare le proprie esperienze, dare suggerimenti e segnalazioni reali, a beneficio dell'opinione pubblica. Ci sentiamo di rassicurare la signora, ma proprio durante il nostro colloquio una vicina di casa avvisa, via telefono (pur essendo solo a 5 metri di distanza sullo stesso pianerottolo, ma la paura di sporgersi dal proprio uscio è tanta, non si ha voglia di lasciare aperto nemmeno per pochi minuti), di aver sentito dei fruscii sul pianerottolo comune. La tensione fa scattare la nostra interlocutrice che, lasciandoci in soggiorno per un momento, corre alla porta per vedere dallo spioncino. Ora fuori non c'è più nessuno. Uscendo, però, la sorpresa è delle più sgradite: un secondo simbolo, analogo al primo, nella stessa posizione. Anche la vicina esce ed esclama: "Li ho sentiti, due uomini". Sta avvenendo ai piani alti di un palazzo che si affaccia su una via trafficata: nessuno però sembra aver incrociato gente sospetta sui pianerottoli, nell'androne comune, entrare e uscire dal portone. Spesso queste paure restano chiuse dentro il silenzio della propria casa.
Dirò qualcosa di impopolare, ma non vogliamo neppure nasconderci dietro quel dito agitato nel vuoto da tanti pretenziosi moralizzatori: non dirò che tutti i rom sono criminali - non lo penso - ma voglio il diritto di poter affermare che questi criminali, in questo specifico caso, sono rom e che forse non si fa abbastanza. "Non si fa abbastanza" nel senso che, oltre i doverosi controlli, cosa osta ad ottenere più sicurezze senza eccedere in facili derive punitive? Avrà una testata giornalistica la civile pretesa che qualcosa possa essere fatta? Nell'attesa la signora ci dice: "Dormirò sul divano, che metterò dietro la porta d'ingresso e non uscirò tanto presto di casa". E' la consapevolezza di essere ostaggio di visite aleatorie, di rinunciare alla propria libertà individuale perché nessuno può garantirci sicurezza e sonni tranquilli sopratutto se sei una "facile preda".
Il fatto sta avvenendo in un appartamento ad un passo dalla stazione e dai giardini pubblici "De Nittis", "porto di mare" di varia umanità sotto gli occhi di tutti, ma si tratta di occhi (di passanti, di residenti della zona, di pendolari) che non possono fare nulla: ci si limita ad osservare un degrado che non necessariamente cova istinti criminali, ma che non garantisce sicurezza.
Una foto, inequivocabile, documenta il simbolo vergato a penna sul muro. La proprietaria dell'appartamento l'ha subito dopo cancellato, ma non dorme tutt'ora sonni tranquilli a causa di questa invasione nella sua tranquillità, sorpresa da una minaccia alla propria sicurezza contro la quale nessuno sembra poter fare nulla. Ma chi ha lasciato questa sgradita "firma"? Una vicina è riuscita nitidamente ad osservare dallo spioncino una donna con gonnellona lunga assieme ad un bambino che origliava alla porta per poi rapidamente scendere le scale. Tanta la paura.
Le forze dell'ordine si sono dimostrate a totale disposizione ad ascoltare il caso, ad agire di conseguenza, ma limitatamente ai propri mezzi, attuando una ferrea sorveglianza nel quartiere, a tutto beneficio dei residenti della zona. Laddove gli strumenti, seppur potenti, di Carabinieri ed esperti di videosorveglianza non possono arrivare, dovrebbe (e sottolineo dovrebbe) scattare un senso civico e una solidarietà spesso sconosciuti al popolo barlettano. Finché non colpiscono casa mia, finché non succede nulla nel mio giardino ("not in my backyard" direbbe chi mastica un po' di inglese) non me ne interesso neppure, quasi per ignorante scaramanzia.
Raccogliendo questa segnalazione, abbiamo promesso il massimo interessamento della nostra testata, da sempre megafono dei piccoli-grandi problemi dei cittadini. Le nostre pagine sono a disposizione di chi vorrà raccontare le proprie esperienze, dare suggerimenti e segnalazioni reali, a beneficio dell'opinione pubblica. Ci sentiamo di rassicurare la signora, ma proprio durante il nostro colloquio una vicina di casa avvisa, via telefono (pur essendo solo a 5 metri di distanza sullo stesso pianerottolo, ma la paura di sporgersi dal proprio uscio è tanta, non si ha voglia di lasciare aperto nemmeno per pochi minuti), di aver sentito dei fruscii sul pianerottolo comune. La tensione fa scattare la nostra interlocutrice che, lasciandoci in soggiorno per un momento, corre alla porta per vedere dallo spioncino. Ora fuori non c'è più nessuno. Uscendo, però, la sorpresa è delle più sgradite: un secondo simbolo, analogo al primo, nella stessa posizione. Anche la vicina esce ed esclama: "Li ho sentiti, due uomini". Sta avvenendo ai piani alti di un palazzo che si affaccia su una via trafficata: nessuno però sembra aver incrociato gente sospetta sui pianerottoli, nell'androne comune, entrare e uscire dal portone. Spesso queste paure restano chiuse dentro il silenzio della propria casa.
Dirò qualcosa di impopolare, ma non vogliamo neppure nasconderci dietro quel dito agitato nel vuoto da tanti pretenziosi moralizzatori: non dirò che tutti i rom sono criminali - non lo penso - ma voglio il diritto di poter affermare che questi criminali, in questo specifico caso, sono rom e che forse non si fa abbastanza. "Non si fa abbastanza" nel senso che, oltre i doverosi controlli, cosa osta ad ottenere più sicurezze senza eccedere in facili derive punitive? Avrà una testata giornalistica la civile pretesa che qualcosa possa essere fatta? Nell'attesa la signora ci dice: "Dormirò sul divano, che metterò dietro la porta d'ingresso e non uscirò tanto presto di casa". E' la consapevolezza di essere ostaggio di visite aleatorie, di rinunciare alla propria libertà individuale perché nessuno può garantirci sicurezza e sonni tranquilli sopratutto se sei una "facile preda".