Gocce di memoria
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"Gocce di memoria", l'appuntamento per ricordare la Resistenza barlettana

Si è tenuto ai Giardini Baden Powell

"Gocce di memoria" è stato l'incontro realizzato presso l'Anfiteatro Baden Powell in ricordo delle vittime dell'eccidio del 12 settembre 1943. 60 sono stati i morti in città tra azione militare e truppe germaniche, tra cui molti bambini, la cui unica sfortunata è stata passare sotto gli occhi del nazismo. Per la sua Resistenza, tra le prime città del meridione, Barletta viene insignita della Medaglia d'oro al merito civile, conferita del Presidente della Repubblica in data 8 maggio 1998, e poi della Medaglia d'oro al valor militare il 7 luglio 2003.

L'incontro è stato tenuto da Anpi e fortemente voluto nei giardini nell'Anfiteatro Baden Powell per sancire la nuova vita che Legambiente ha donato a quello che prima, era un luogo della città abbandonato a se stesso. Con questo appuntamento, gli esponenti vorrebbero comunicare a tutta la cittadinanza come questo spazio possa essere luogo di aggregazione per eventi futuri.
5 fotoGocce di memoria
Giuseppe Schiavone intervento JPGMarco Cassatella intervento JPGLello Corvasce intervento JPGLello Corvasce intervento JPGSpettatori Gocce di memoria
Si incomincia con la ricostruzione storica fatta dal presidente Anpi, Giuseppe Schiavone: «Non c'è stato solo l'eccidio, ma tanti sono stati ammazzati barbaramente, come Rosaria, una bambina di 11 anni». Poi, anche l'uccisione in Piazza Caduti dei dieci Vigili Urbani e dei due Netturbini in perfetto stile nazi-fascista, plateale e violento.

Sono stati letti tutti i nomi degli uccisi per ricordare che non sono solo numeri, sono storie, persone che nella Barletta del 1943 volevano solo vivere durante la guerra e per farlo hanno fatto Resistenza. Nel silenzio dato dall'ascolto attento di tutti gli spettatori, viene raccontata la storia di Francesco Paolo Falconetti, salvato dalle valorose Addolorata Sardella e Lucia Corposanto, le uniche a prestare soccorso quando tutte le tapparelle e le porte rimasero chiuse per paura del nemico.

Seguono l'intervento di Marco Cassatella, nipote di Nicola Cassatella, vittima dell'eccidio, e di Serena Lamonaca che ripercorre la storia delle donne partigiane. Cassatella con parole taglienti e decise, racconta di suo nonno che piange nel vedere la foto storica delle vittime messe al muro. «Bisogna dire ai bambini cosa sono quei buchi sul muro dell'ex Palazzo delle Poste» dice. «Dobbiamo ricordare e costruire qualcosa da ciò che è accaduto. Non posso sentire chi nega che tutto ciò sia accaduto, mentre ci sono ancora i segni di questa storia».

Segue Serena Lamonaca che ricorda la presenza femminile nella Storia della Resistenza, anche loro non vanno eclissate da questa testimonianza di coraggio e voglia di libertà. Tra gli interventi anche quello di Roberto Tarantino, presidente onorario di Anpi Bat e nipote del colonnello Francesco Grasso, in un sentito discorso sul valore pedagogico della memoria.

«Fare memoria è un'operazione complessa. È qualcosa di diverso di fermarsi a ricordare.
Significa sviluppare pensiero critico ed entrare nello spirito di quelle persone che hanno vissuto le atrocità della guerra. Si deve lavorare con i ragazzi perché hanno bisogno di esempi. Secondo voi perché Addolorata e Lucia non sono rimaste indifferenti?
Perché erano di un'altra pasta.

La memoria deve essere utile a qualcosa, a far capire quali sono gli elementi eterni. Se memoria deve essere deve insegnare cos'è la libertà».

Si conclude con il cortometraggio diretto e realizzato da Daniele Cascella, in cui ripercorre gli avvenimenti cruciali di quel 12 settembre 1943: la confusione degli italiani e barlettani in questo caso, la paura di quello che poteva succedere, dei tedeschi, degli spari, di poter essere presi di mira, dei corpi innocenti, di camminare per strada. Un corto girato con la scuola di San Ferdinando di Puglia, a cui hanno partecipato gli stessi ragazzi come attori. «Mi tremavano i polsi quando dovevo raccontare questa storia» conclude Cascella.
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