Cronaca
Gli imprenditori del tessile barlettano radunati sotto Palazzo di Città
Richiedono condizioni economiche e strutturali migliori. L’obiettivo è poter contrattualizzare i propri dipendenti
Barletta - venerdì 14 ottobre 2011
20.35
Correvano all'incirca le 9:45 questa mattina quando un folto gruppo di persone ha cominciato ad affollare lo spazio antistante Palazzo di Città, dando vita a una civile quanto determinata manifestazione al fine di incontrare l'assessore alle attività produttive Michele Maffione e il sindaco Nicola Maffei. I protagonisti della protesta erano gli imprenditori del settore tessile barlettano, saliti tristemente alla ribalta delle cronache nazionali nei giorni appena successivi al crollo di via Roma come fautori del "demonio" del lavoro nero, fenomeno purtroppo molto radicato sul nostro territorio, ma non certo unica e principale causa di una tragedia originata probabilmente dapprima nella negligenza di qualcuno sul fronte ingegneristico.
«Se può servire a qualcosa, siamo anche pronti a chiudere i battenti per qualche tempo». «Siamo sopraffatti dalla concorrenza dei cinesi, che lavorano nei loro laboratori di notte evadendo i controlli». «Siamo arrivati all'esasperazione». Queste solo alcune delle voci che si levavano ai piedi dell'edificio in Corso Vittorio Emanuele. Dialogando con i manifestanti abbiamo potuto constatare il loro dispiacere per la congiuntura economica sfavorevole che il tessile sta attraversando a Barletta, e in particolare per l'impossibilità di poter sostenere la contrattualizzazione di tutti i loro dipendenti.
Un settore, quello del tessile a Barletta, che dà lavoro a quasi 4000 persone; stando ai racconti degli imprenditori, il detto ambito di commercio è entrato nell'occhio del ciclone del Comune appena dopo quel maledetto 3 ottobre, con controlli a tappeto e multe salatissime per i titolari dei laboratori. I titolari al tempo stesso lamentano l'assenza di condizioni economiche per la sussistenza e il mantenimento "regolare" dei propri lavoratori e richiedono al Comune la possibilità di instaurare condizioni economiche favorevoli per regolarizzare e assumere lavoratori e operai, oltre alla pur remota idea di costituire un Polo Logistico nel quale aggregare le attività del settore presenti sul nostro territorio.
In attesa che l'incontro richiesto abbia luogo, noi raccogliamo il grido di dolore di un'intera categoria, certo consapevole di non agire entro i confini della legalità, ma capace di ammettere di essere costretta a farlo per sopravvivere. Fautori dell'assoluto rispetto delle regole, "catastrofisti" e coloro che lasciano passare in nome del pragmatismo potranno ora dividersi su tre fronti, al tempo le risposte.
Nei prossimi minuti un nostro inviato sul posto approfondirà la questione con aggiornamenti in diretta.
«Se può servire a qualcosa, siamo anche pronti a chiudere i battenti per qualche tempo». «Siamo sopraffatti dalla concorrenza dei cinesi, che lavorano nei loro laboratori di notte evadendo i controlli». «Siamo arrivati all'esasperazione». Queste solo alcune delle voci che si levavano ai piedi dell'edificio in Corso Vittorio Emanuele. Dialogando con i manifestanti abbiamo potuto constatare il loro dispiacere per la congiuntura economica sfavorevole che il tessile sta attraversando a Barletta, e in particolare per l'impossibilità di poter sostenere la contrattualizzazione di tutti i loro dipendenti.
Un settore, quello del tessile a Barletta, che dà lavoro a quasi 4000 persone; stando ai racconti degli imprenditori, il detto ambito di commercio è entrato nell'occhio del ciclone del Comune appena dopo quel maledetto 3 ottobre, con controlli a tappeto e multe salatissime per i titolari dei laboratori. I titolari al tempo stesso lamentano l'assenza di condizioni economiche per la sussistenza e il mantenimento "regolare" dei propri lavoratori e richiedono al Comune la possibilità di instaurare condizioni economiche favorevoli per regolarizzare e assumere lavoratori e operai, oltre alla pur remota idea di costituire un Polo Logistico nel quale aggregare le attività del settore presenti sul nostro territorio.
In attesa che l'incontro richiesto abbia luogo, noi raccogliamo il grido di dolore di un'intera categoria, certo consapevole di non agire entro i confini della legalità, ma capace di ammettere di essere costretta a farlo per sopravvivere. Fautori dell'assoluto rispetto delle regole, "catastrofisti" e coloro che lasciano passare in nome del pragmatismo potranno ora dividersi su tre fronti, al tempo le risposte.
Nei prossimi minuti un nostro inviato sul posto approfondirà la questione con aggiornamenti in diretta.