Territorio
Uffici Giudiziari, personale in agitazione: organico insufficiente a rischio dimezzamento
Marcone e Abbascià (Fp Cgil Bat): «Siamo all’anno zero. Se non ci saranno risposte pronti alla mobilitazione»
Barletta - giovedì 28 marzo 2019
Comunicato Stampa
La dimensione dell'esodo dagli Uffici Giudiziari nei prossimi mesi è assolutamente impressionante. Si prevede che le attuali vacanze organiche nel Dipartimento dell'Organizzazione Giudiziaria, pari a 9.573 unità, il 21,93% della dotazione complessiva, aumenteranno nel triennio 2019/2021 di altre 10.685 unità per pensionamenti con quota 100 e di questi 7.158 nel solo 2019. Nella sostanza, anche negli Uffici del circondario giudiziario di Trani, il personale risulterà dimezzato con il conseguente depauperamento di esperienza che, acquisita negli anni dai lavoratori, non potrà essere tramandata agli eventuali futuri assunti.
Per queste ragioni, i lavoratori giudiziari del circondario di Trani si sono riuniti in assemblea oggi, martedì 26 marzo, ed hanno confermato la proclamazione dello stato di agitazione del personale della Giustizia, già avvenuta a livello nazionale da Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa Uil. All'incontro ha partecipato anche il coordinatore dell'Inca Bat, Michele Valente, che ha portato all'attenzione dei partecipanti all'assemblea la nuova disciplina previdenziale, così come introdotta dal Governo.
«E' assolutamente evidente che questo sfascio amministrativo-politico, nonostante gli sforzi organizzativi nell'Ufficio della Procura della Repubblica, nel Tribunale e nell'Ufficio del Giudice di Pace, avrà ricadute e conseguenze sulla cittadinanza, in termini di quantità e qualità del servizio offerto, anche e soprattutto sui lavoratori che resteranno in servizio, i quali inevitabilmente saranno chiamati a lavorare il quadruplo a parità di retribuzione e senza avere quei riconoscimenti economici e giuridici che l'accordo del 26 aprile 2017 aveva disegnato, e la cui realizzazione con i vuoti di organico che si stanno creando, diventa ancora più difficile se non impossibile. Certamente, quello che sta avvenendo oggi è il frutto di un ventennio di politiche sbagliate, di tagli indiscriminati al costo del lavoro e di un blocco insopportabile del turnover, in assenza di qualunque ottica programmatoria», spiegano Massimo Marcone, coordinatore Giustizia e la segretaria generale della Fp Cgil Bat, Liana Abbascià.
«L'esercizio del governo impone una assunzione di responsabilità che sinora noi abbiamo verificato più nelle parole che nei fatti. Occorrono risposte immediate sul piano occupazionale e la piena applicazione degli accordi sottoscritti. Per questo serve un confronto politico serio e strutturato nel cui ambito noi chiederemo di procedere, ora e subito, agli scorrimenti ex 21 quater, alla emanazione dei bandi per le figure professionali escluse dal processo iniziale, all'emanazione dei bandi per il passaggio dalla prima alle seconda area, al completo assorbimento del bacino dei tirocinanti, alla garanzia della mobilità volontaria per tutti i lavoratori, allo scorrimento completo della graduatoria vigente degli assistenti giudiziari, all'applicazione dei passaggi orizzontali previsti dall'accordo stesso. Adesso il tempo per noi è scaduto ed è arrivato il tempo delle scelte e delle assunzioni di responsabilità, se queste non ci saranno il tempo è maturo per una forte mobilitazione dei lavoratori giudiziari», concludono Marcone ed Abbascià.
Per queste ragioni, i lavoratori giudiziari del circondario di Trani si sono riuniti in assemblea oggi, martedì 26 marzo, ed hanno confermato la proclamazione dello stato di agitazione del personale della Giustizia, già avvenuta a livello nazionale da Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa Uil. All'incontro ha partecipato anche il coordinatore dell'Inca Bat, Michele Valente, che ha portato all'attenzione dei partecipanti all'assemblea la nuova disciplina previdenziale, così come introdotta dal Governo.
«E' assolutamente evidente che questo sfascio amministrativo-politico, nonostante gli sforzi organizzativi nell'Ufficio della Procura della Repubblica, nel Tribunale e nell'Ufficio del Giudice di Pace, avrà ricadute e conseguenze sulla cittadinanza, in termini di quantità e qualità del servizio offerto, anche e soprattutto sui lavoratori che resteranno in servizio, i quali inevitabilmente saranno chiamati a lavorare il quadruplo a parità di retribuzione e senza avere quei riconoscimenti economici e giuridici che l'accordo del 26 aprile 2017 aveva disegnato, e la cui realizzazione con i vuoti di organico che si stanno creando, diventa ancora più difficile se non impossibile. Certamente, quello che sta avvenendo oggi è il frutto di un ventennio di politiche sbagliate, di tagli indiscriminati al costo del lavoro e di un blocco insopportabile del turnover, in assenza di qualunque ottica programmatoria», spiegano Massimo Marcone, coordinatore Giustizia e la segretaria generale della Fp Cgil Bat, Liana Abbascià.
«L'esercizio del governo impone una assunzione di responsabilità che sinora noi abbiamo verificato più nelle parole che nei fatti. Occorrono risposte immediate sul piano occupazionale e la piena applicazione degli accordi sottoscritti. Per questo serve un confronto politico serio e strutturato nel cui ambito noi chiederemo di procedere, ora e subito, agli scorrimenti ex 21 quater, alla emanazione dei bandi per le figure professionali escluse dal processo iniziale, all'emanazione dei bandi per il passaggio dalla prima alle seconda area, al completo assorbimento del bacino dei tirocinanti, alla garanzia della mobilità volontaria per tutti i lavoratori, allo scorrimento completo della graduatoria vigente degli assistenti giudiziari, all'applicazione dei passaggi orizzontali previsti dall'accordo stesso. Adesso il tempo per noi è scaduto ed è arrivato il tempo delle scelte e delle assunzioni di responsabilità, se queste non ci saranno il tempo è maturo per una forte mobilitazione dei lavoratori giudiziari», concludono Marcone ed Abbascià.