Politica
È giunta l’ora della giunta?
Precauzione per l’uso. Consigli non richiesti al sindaco Maffei
Barletta - sabato 11 giugno 2011
19.19
Barletta non è una metropoli. Eppure trovare la quadra nel centrosinistra cittadino sembra più difficile che in quello milanese. Nonostante Barletta sia decine di volte più piccola di Milano. Nonostante a Milano il centrosinistra sia alla prima vittoria dopo vent'anni, mentre a Barletta si vince ininterrottamente dallo stesso numero di anni. È già partito il "totoassessore" in tv e sui giornali. Non intendiamo partecipare a questa pratica.
Si pone invece una questione di interesse collettivo. L'interesse dei cittadini nei confronti di una amministrazione comunale passa attraverso la possibilità di controllo e verifica delle scelte e dell'operato degli attori. In un mio precedente intervento ho già scritto che il Sindaco risponde alla propria maggioranza in Consiglio comunale. Lo stesso vale nell'individuazione della squadra di governo, la giunta, che rappresenta l'esecutivo della città.
I gruppi consiliari
Maffei dovrebbe convocare i gruppi consiliari. E con ciascun gruppo individuare il nominativo dell'assessore. I cittadini hanno il diritto di poter attribuire a ciascuno la responsabilità delle scelte. La qualità degli assessori porterà splendore (o vergogna) al gruppo consiliare che l'ha indicato al sindaco. I cittadini hanno votato i consiglieri, non i segretari di partito, perché assumessero decisioni strategiche.
I partiti
Con la lista di nomi emersa negli incontri con i gruppi, e solo allora, il sindaco dovrebbe convocare i segretari di partito e sottoporre loro nome e delega individuati. Il buonsenso vorrebbe che tra consiglieri e segretario ci sia una comunione di intenti. Alla prova dei fatti il sindaco potrà verificare quali fra le liste presentate alle elezioni erano frutto di progettualità e quali invece erano patchwork strumentali ad ottenere consensi.
Accordo/disaccordo
1)In caso di accordo sul nome indicato dai consiglieri da parte del segretario, l'assessore si considera incassato.
(Mi spingo a dire che almeno due partiti sui sei della coalizione avranno, già a questo step, indicato il loro rappresentante in giunta).
2)In caso contrario, il sindaco chieda una rosa di tre nomi firmata sia dal segretario, sia dal gruppo consiliare, rispetto alla quale si riserva di scegliere il nome migliore. (A questo step altri due/tre partiti di sicuro troveranno un accordo interno).
3)Ove non ci sia accordo nemmeno nella formulazione della rosa, il sindaco indichi un nome di sua fiducia chiedendo l'appoggio esterno al gruppo in questione.
(A rischio di questo genere di impasse c'è sicuramente un gruppo consiliare. Forse due).
La presidenza del Consiglio e la Barsa
Per coerenza col discorso delle responsabilità chiare e individuabili, Maffei dovrebbe tener fuori da queste trattative sia la presidenza del Consiglio sia il Cda della Barsa. Nel primo caso sono i consiglieri a dover dimostrare la propria capacità di autodeterminazione. La presidenza di un'assemblea ha un valore simbolico importantissimo. Contiene le valutazioni dei rapporti di fiducia all'interno dei gruppi e tra gruppi consiliari. Auspicabilmente anche tra maggioranza e opposizione (in parlamento europeo ad esempio Pse e Ppe si alternano durante la legislatura alla presidenza dell'assemblea).
La Barsa, invece, è una realtà che ha ormai una storia da considerare. Sarebbe forse il caso di valutare la validità della sua struttura e l'opportunità di mutarne le forme. Al di là delle speculazioni politiche e partitiche. Che si aspetti dunque la scadenza naturale del Cda.
Il vicesindaco
Se si accetta il principio indicato, è chiaro che il vicesindaco non può che essere individuato attraverso la più ampia condivisione. Il vicesindaco è un messaggio del primo cittadino alla coalizione e all'elettorato. La scelta del vicesindaco parla di tenuta dell'amministrazione, di alleanza solida (o precaria), di eredità e lasciti politici. Ed è forse la scelta che, più di ogni altra, i cittadini imputano al sindaco. Non è carica che si possa decidere con bilance o baratti.
Il PD (o i PD?)
Dalle prime indiscrezioni sui tavoli politici si parla di un PD frammentato. Maffei non cada nella trappola del suo stesso partito. I consiglieri devono esprimersi in questa fase solo in quanto iscritti ad un gruppo consiliare. Le rivendicazioni dei singoli valgano al più come cahiers de doléance. Se non vogliono fare proposte in dieci, i consiglieri del PD siano chiamati dal sindaco per mozioni congressuali di riferimento. Altri criteri distintivi non esistono.
"…s'i' fosse 'mperator, ben lo farei; a tutti taglierei lo capo a tondo…"
Cecco Angiolieri
Si pone invece una questione di interesse collettivo. L'interesse dei cittadini nei confronti di una amministrazione comunale passa attraverso la possibilità di controllo e verifica delle scelte e dell'operato degli attori. In un mio precedente intervento ho già scritto che il Sindaco risponde alla propria maggioranza in Consiglio comunale. Lo stesso vale nell'individuazione della squadra di governo, la giunta, che rappresenta l'esecutivo della città.
I gruppi consiliari
Maffei dovrebbe convocare i gruppi consiliari. E con ciascun gruppo individuare il nominativo dell'assessore. I cittadini hanno il diritto di poter attribuire a ciascuno la responsabilità delle scelte. La qualità degli assessori porterà splendore (o vergogna) al gruppo consiliare che l'ha indicato al sindaco. I cittadini hanno votato i consiglieri, non i segretari di partito, perché assumessero decisioni strategiche.
I partiti
Con la lista di nomi emersa negli incontri con i gruppi, e solo allora, il sindaco dovrebbe convocare i segretari di partito e sottoporre loro nome e delega individuati. Il buonsenso vorrebbe che tra consiglieri e segretario ci sia una comunione di intenti. Alla prova dei fatti il sindaco potrà verificare quali fra le liste presentate alle elezioni erano frutto di progettualità e quali invece erano patchwork strumentali ad ottenere consensi.
Accordo/disaccordo
1)In caso di accordo sul nome indicato dai consiglieri da parte del segretario, l'assessore si considera incassato.
(Mi spingo a dire che almeno due partiti sui sei della coalizione avranno, già a questo step, indicato il loro rappresentante in giunta).
2)In caso contrario, il sindaco chieda una rosa di tre nomi firmata sia dal segretario, sia dal gruppo consiliare, rispetto alla quale si riserva di scegliere il nome migliore. (A questo step altri due/tre partiti di sicuro troveranno un accordo interno).
3)Ove non ci sia accordo nemmeno nella formulazione della rosa, il sindaco indichi un nome di sua fiducia chiedendo l'appoggio esterno al gruppo in questione.
(A rischio di questo genere di impasse c'è sicuramente un gruppo consiliare. Forse due).
La presidenza del Consiglio e la Barsa
Per coerenza col discorso delle responsabilità chiare e individuabili, Maffei dovrebbe tener fuori da queste trattative sia la presidenza del Consiglio sia il Cda della Barsa. Nel primo caso sono i consiglieri a dover dimostrare la propria capacità di autodeterminazione. La presidenza di un'assemblea ha un valore simbolico importantissimo. Contiene le valutazioni dei rapporti di fiducia all'interno dei gruppi e tra gruppi consiliari. Auspicabilmente anche tra maggioranza e opposizione (in parlamento europeo ad esempio Pse e Ppe si alternano durante la legislatura alla presidenza dell'assemblea).
La Barsa, invece, è una realtà che ha ormai una storia da considerare. Sarebbe forse il caso di valutare la validità della sua struttura e l'opportunità di mutarne le forme. Al di là delle speculazioni politiche e partitiche. Che si aspetti dunque la scadenza naturale del Cda.
Il vicesindaco
Se si accetta il principio indicato, è chiaro che il vicesindaco non può che essere individuato attraverso la più ampia condivisione. Il vicesindaco è un messaggio del primo cittadino alla coalizione e all'elettorato. La scelta del vicesindaco parla di tenuta dell'amministrazione, di alleanza solida (o precaria), di eredità e lasciti politici. Ed è forse la scelta che, più di ogni altra, i cittadini imputano al sindaco. Non è carica che si possa decidere con bilance o baratti.
Il PD (o i PD?)
Dalle prime indiscrezioni sui tavoli politici si parla di un PD frammentato. Maffei non cada nella trappola del suo stesso partito. I consiglieri devono esprimersi in questa fase solo in quanto iscritti ad un gruppo consiliare. Le rivendicazioni dei singoli valgano al più come cahiers de doléance. Se non vogliono fare proposte in dieci, i consiglieri del PD siano chiamati dal sindaco per mozioni congressuali di riferimento. Altri criteri distintivi non esistono.
"…s'i' fosse 'mperator, ben lo farei; a tutti taglierei lo capo a tondo…"
Cecco Angiolieri