Politica
Gianni Pittella: «A Barletta serve un laboratorio per l’euro-progettazione»
Il vicepresidente del Parlamento europeo a sostegno di Cascella. «I fondi europei non servono per l’assistenza e il consenso, ma per lo sviluppo»
Barletta - lunedì 13 maggio 2013
13.00
Un incontro per parlare di fondi europei, e delle opportunità che l'Unione Europea offre al territorio. Ieri sera, presso il comitato del candidato sindaco del centrosinistra, Pasquale Cascella, è intervenuto sul tema Gianni Pittella, europarlamentare PD, vicepresidente del Parlamento europeo. «Sono tre i grandi filoni finanziari europei - ha ricordato Pittella - Il filone diretto della Commissione europea sui programmi infrastrutturali immateriali (i cervelli, l'ambiente, la ricerca, la formazione, l'energia, l'innovazione tecnologica). Non è impossibile per una città come Barletta, attingere a questi finanziamenti, se c'è una adeguata capacità di candidatura, come non lo è per associazioni, imprenditori, gruppi di giovani, purché ci sia l'adeguata assistenza, per partecipare ai bandi. Una gara pubblica a cui si può partecipare con un partenariato, per cui Barletta se vuole candidarsi ad un programma sulla cultura deve presentare domanda con altre tre città europee. Il secondo canale finanziario è quello dei PON (Programmi Operativi Nazionali). Il terzo canale è quello della regione, quello più corposo. Il 90% delle risorse lo diamo alle regioni, e servono per finanziare progetti infrastrutturali fisici. Vinceremo questa battaglia, e porteremo nelle regioni italiane circa 30 miliardi di euro, che per la Puglia significa mantenere la stessa dotazione del periodo 2007-2013».
«Dobbiamo finalmente convincerci che i fondi europei non servono per l'assistenza, per il consenso, ma servono per lo sviluppo - ha aggiunto - Bisogna finirla con finanziare con i fondi strutturali europei le sagre di paese. La struttura di una regione si cambia se si fanno le grandi infrastrutture fisiche, se si finanzia la ricerca e l'innovazione tecnologica, se tutta la Puglia viene telematizzata, se si investe nella vera formazione, se si sostengono le reti tra piccole e medie imprese, l'agroalimentare di qualità, il turismo legato alla cultura, se si fanno cioè azioni-sistema. Così vanno spesi i fondi strutturali, se non vogliamo avere il rimorso di aver avuto decine di miliardi da Bruxelles, senza aver cambiato il volto delle nostre regioni».
«Cascella deve assumere un impegno: Barletta si deve dotare di un laboratorio per l'euro-progettazione. Non vetrine che non servono a niente, ma risorse umane che sappiano ottenere informazioni prima di altri, e fare: progettazione per l'adesione ad un bando, ricerca partner, e la rendicontazione. Ma se non cambia la politica economica europea dell'austerità, Cascella potrà essere il miglior sindaco, ma non potrà fare miracoli. Sto combattendo con tutte le mie forze per far capire che l'austerità è come il bacio della morte. Mentre negli Stati Uniti, Obama ha investito 800 miliardi di euro in formazione, ricerca, cultura, da noi si è fatto esattamente il contrario, si è tagliato su spesa sociale e investimenti. Se continuiamo di questo passo, i movimenti anti-europei prenderanno il 30-40% alle prossime elezioni. Ho detto ad Enrico Letta: ottieni una cosa seria, la Golden Rule. La regola con la quale togliere dal calcolo del patto di stabilità, le spese per l'investimento in ricerca, formazione, cultura».
Gli altri temi europei: «Dobbiamo rimettere in piedi il cantiere degli stati uniti d'Europa, partendo da un atto serio e concreto: l'elezione diretta del presidente della Commissione europea. Il 25 maggio 2014, voteremo per il prossimo Parlamento europeo. La mia proposta ai partiti europei è di candidare già da oggi i loro leader, sulla base di un programma. Dovremo avere un prossimo presidente della Commissione europea, svincolato dai governi e legittimato dai cittadini. E poi dovremo fare: il ministro degli esteri europeo, gli euro-bond, il tesoro europeo, un bilancio europeo, una Banca centrale europea prestatrice di ultima istanza, un Parlamento europeo che sia una vera camera legislativa».
«Dobbiamo finalmente convincerci che i fondi europei non servono per l'assistenza, per il consenso, ma servono per lo sviluppo - ha aggiunto - Bisogna finirla con finanziare con i fondi strutturali europei le sagre di paese. La struttura di una regione si cambia se si fanno le grandi infrastrutture fisiche, se si finanzia la ricerca e l'innovazione tecnologica, se tutta la Puglia viene telematizzata, se si investe nella vera formazione, se si sostengono le reti tra piccole e medie imprese, l'agroalimentare di qualità, il turismo legato alla cultura, se si fanno cioè azioni-sistema. Così vanno spesi i fondi strutturali, se non vogliamo avere il rimorso di aver avuto decine di miliardi da Bruxelles, senza aver cambiato il volto delle nostre regioni».
«Cascella deve assumere un impegno: Barletta si deve dotare di un laboratorio per l'euro-progettazione. Non vetrine che non servono a niente, ma risorse umane che sappiano ottenere informazioni prima di altri, e fare: progettazione per l'adesione ad un bando, ricerca partner, e la rendicontazione. Ma se non cambia la politica economica europea dell'austerità, Cascella potrà essere il miglior sindaco, ma non potrà fare miracoli. Sto combattendo con tutte le mie forze per far capire che l'austerità è come il bacio della morte. Mentre negli Stati Uniti, Obama ha investito 800 miliardi di euro in formazione, ricerca, cultura, da noi si è fatto esattamente il contrario, si è tagliato su spesa sociale e investimenti. Se continuiamo di questo passo, i movimenti anti-europei prenderanno il 30-40% alle prossime elezioni. Ho detto ad Enrico Letta: ottieni una cosa seria, la Golden Rule. La regola con la quale togliere dal calcolo del patto di stabilità, le spese per l'investimento in ricerca, formazione, cultura».
Gli altri temi europei: «Dobbiamo rimettere in piedi il cantiere degli stati uniti d'Europa, partendo da un atto serio e concreto: l'elezione diretta del presidente della Commissione europea. Il 25 maggio 2014, voteremo per il prossimo Parlamento europeo. La mia proposta ai partiti europei è di candidare già da oggi i loro leader, sulla base di un programma. Dovremo avere un prossimo presidente della Commissione europea, svincolato dai governi e legittimato dai cittadini. E poi dovremo fare: il ministro degli esteri europeo, gli euro-bond, il tesoro europeo, un bilancio europeo, una Banca centrale europea prestatrice di ultima istanza, un Parlamento europeo che sia una vera camera legislativa».