Politica
Gero Grassi: «I socialisti farebbero bene a tacere per pudore»
Il vicepresidente del gruppo PD alla Camera a sostegno di Cascella. Mennea: «L’apparentamento con i socialisti snaturerebbe il nostro progetto»
Barletta - lunedì 20 maggio 2013
15.30
Il vicepresidente del gruppo PD alla Camera, Gero Grassi, era ieri pomeriggio a Barletta, per sostenere il candidato sindaco Pasquale Cascella. Insieme a lui, Andrea Patruno, segretario provinciale e commissario cittadino del PD, e il consigliere regionale Ruggiero Mennea.
«Negli ultimi vent'anni non ho mancato ad un'elezione comunale di Barletta. Oggi, la candidatura di Cascella riconduce Barletta in una politica più ampia di quella locale - ha detto Grassi - Abbiamo un partito dove spesso non comanda nessuno, dove spesso si discute troppo, ma siamo liberi: non abbiamo un padrone». Sull'elezione del Presidente della Repubblica: «Puppato ha detto una grande bugia, perché la vicenda è iniziata prima con la mancata elezione di Marini. Lo dice uno che ha votato Marini, Prodi, e felicemente Napolitano». Sul governo di larghe intese: «I nostri elettori devono capire il momento di difficoltà». Sulla città: «A Barletta abbiamo commesso degli errori. Cerchiamo di recuperare con un'unità elettorale attorno a Pasquale Cascella - ha aggiunto - I compagni socialisti farebbero bene a tacere per pudore. Prima fanno Italia bene comune, poi Barletta bene privato».
«Cannito esercita una professione pubblica assieme all'essere candidato sindaco. Il conflitto d'interessi è emerso troppo - ha detto Mennea - Se accettassimo l'apparentamento con i socialisti, snatureremmo il nostro progetto. Il nostro avversario non è Cannito, ma è nel centrodestra. Per fortuna abbiamo un avversario di centrodestra che non è un gigante. Alfarano è da più di vent'anni in consiglio comunale, non ha saputo fare opposizione, è stato connivente - e ha aggiunto - Dietro il diktat di Fitto, per la candidatura di Alfarano, non c'è un accordo per la città. Il ritiro di Damiani è avvenuto con la promessa di candidatura in consiglio regionale, e con l'eventuale subentro al posto di Alfarano di un amico canosino di Ventola».
«Il voto non è per una resa dei conti del passato, ma per costruire il futuro - ha detto Cascella, che è poi intervenuto sull'utilizzo dei luoghi pubblici per incontri elettorali - Incontrarci in un bene pubblico, è il miglior modo per valorizzarlo». Sui manifesti: «Ho chiesto il rispetto delle regole, e mi hanno detto che sono presuntuoso. Non si può tollerare più questa offesa ai cittadini. A questo punto, per non buttare soldi, preferisco non metter più un manifesto». «Ho chiesto scusa alla città per quello che è accaduto e che non deve più accadere - il riferimento è allo scioglimento del consiglio comunale con atto notarile, che ha portato alla caduta di Maffei, anch'egli presente ieri all'incontro - Se dovesse accadere a me, mi presenterei in consiglio comunale a dare conto delle mie ragioni - ha concluso - A Barletta, abbiamo l'onere di cambiare e di rendere credibile una proposta di governo nazionale».
«Negli ultimi vent'anni non ho mancato ad un'elezione comunale di Barletta. Oggi, la candidatura di Cascella riconduce Barletta in una politica più ampia di quella locale - ha detto Grassi - Abbiamo un partito dove spesso non comanda nessuno, dove spesso si discute troppo, ma siamo liberi: non abbiamo un padrone». Sull'elezione del Presidente della Repubblica: «Puppato ha detto una grande bugia, perché la vicenda è iniziata prima con la mancata elezione di Marini. Lo dice uno che ha votato Marini, Prodi, e felicemente Napolitano». Sul governo di larghe intese: «I nostri elettori devono capire il momento di difficoltà». Sulla città: «A Barletta abbiamo commesso degli errori. Cerchiamo di recuperare con un'unità elettorale attorno a Pasquale Cascella - ha aggiunto - I compagni socialisti farebbero bene a tacere per pudore. Prima fanno Italia bene comune, poi Barletta bene privato».
«Cannito esercita una professione pubblica assieme all'essere candidato sindaco. Il conflitto d'interessi è emerso troppo - ha detto Mennea - Se accettassimo l'apparentamento con i socialisti, snatureremmo il nostro progetto. Il nostro avversario non è Cannito, ma è nel centrodestra. Per fortuna abbiamo un avversario di centrodestra che non è un gigante. Alfarano è da più di vent'anni in consiglio comunale, non ha saputo fare opposizione, è stato connivente - e ha aggiunto - Dietro il diktat di Fitto, per la candidatura di Alfarano, non c'è un accordo per la città. Il ritiro di Damiani è avvenuto con la promessa di candidatura in consiglio regionale, e con l'eventuale subentro al posto di Alfarano di un amico canosino di Ventola».
«Il voto non è per una resa dei conti del passato, ma per costruire il futuro - ha detto Cascella, che è poi intervenuto sull'utilizzo dei luoghi pubblici per incontri elettorali - Incontrarci in un bene pubblico, è il miglior modo per valorizzarlo». Sui manifesti: «Ho chiesto il rispetto delle regole, e mi hanno detto che sono presuntuoso. Non si può tollerare più questa offesa ai cittadini. A questo punto, per non buttare soldi, preferisco non metter più un manifesto». «Ho chiesto scusa alla città per quello che è accaduto e che non deve più accadere - il riferimento è allo scioglimento del consiglio comunale con atto notarile, che ha portato alla caduta di Maffei, anch'egli presente ieri all'incontro - Se dovesse accadere a me, mi presenterei in consiglio comunale a dare conto delle mie ragioni - ha concluso - A Barletta, abbiamo l'onere di cambiare e di rendere credibile una proposta di governo nazionale».