Cronaca
Gara d'appalto a Corato, Caracciolo iscritto nel registro degli indagati
Perquisizioni nella sede della Regione Puglia e al Comune di Barletta
Barletta - mercoledì 7 febbraio 2018
10.11
Una scuola di Corato, di cui non è stata ancora deposta la prima pietra, è oggi al centro di una bufera giudiziaria che sta coinvolgendo l'assessore regionale di Barletta Filippo Caracciolo che è anche candidato alla Camera dei Deputati nelle fila del Partito Democratico.
Secondo quanto riferito da La Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Caracciolo sarebbe indagato in merito alla gara d'appalto da 5,8 milioni di euro per la costruzione della nuova sede della scuola media Giovanni XXIII di Corato «vinta da una società riconducibile all'imprenditore Massimo Manchisi, arrestato il 5 dicembre nell'ambito dell'inchiesta sull'Arca Puglia». L'indagine su Arca Puglia avrebbero anche portato all'assessore regionale all'ambiente. (...) Caracciolo, esponente del Pd, candidato alle prossime Politiche alla Camera nel collegio un nominale di Andria, è stato iscritto nel registro degli indagati per le ipotesi di corruzione e turbativa d'asta insieme a Lupelli, ai fratelli Manchisi (...) ed al presidente della commissione di gara» si legge ancora sulla Gazzetta.
Sono stata effettuate perquisizioni da parte della Guardia di Finanza presso l'abitazione dell'assessore, negli uffici della Regione Puglia e del Comune di Barletta
Sempre secondo La Gazzetta del Mezzogiorno la Guardia di Finanza avrebbe ricostruito la vicenda «Partendo dagli esiti dl un pedinamento svolto il 30 settembre: fuori da un ufficio della Regione, Caracciolo si sarebbe incontrato con il presidente della commissione aggiudicatrice, Donato Lamacchia, dirigente dell'ufficio Lavori pubblici del Comune di Barletta, cui avrebbe consegnato un foglio arancione. Caracciolo e Lamacchia avrebbero poi incontrato il direttore generale dell'Arpa Puglia, Vito Bruno: secondo l'accusa, in cambio dell'interessamento per pilotare l'appalto a favore della società dl Manchisi, Caracciolo avrebbe promesso a Lamacchia il passaggio presso l'Agenzia regionale per l'ambiente».
Filippo Caracciolo ha diffuso una prima replica sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno, intervenendo con il suo avvocato Michele Cianci: «Attendiamo con fiducia l'esito degli accertamenti - si legge nell'articolo di oggi - ho immediatamente informato il presidente Michele Emiliano di quello che è successo».
In mattinata Filippo Caracciolo ha protocollato le sue dimissioni dall'incarico di assessore regionale.
Secondo quanto riferito da La Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Caracciolo sarebbe indagato in merito alla gara d'appalto da 5,8 milioni di euro per la costruzione della nuova sede della scuola media Giovanni XXIII di Corato «vinta da una società riconducibile all'imprenditore Massimo Manchisi, arrestato il 5 dicembre nell'ambito dell'inchiesta sull'Arca Puglia». L'indagine su Arca Puglia avrebbero anche portato all'assessore regionale all'ambiente. (...) Caracciolo, esponente del Pd, candidato alle prossime Politiche alla Camera nel collegio un nominale di Andria, è stato iscritto nel registro degli indagati per le ipotesi di corruzione e turbativa d'asta insieme a Lupelli, ai fratelli Manchisi (...) ed al presidente della commissione di gara» si legge ancora sulla Gazzetta.
Sono stata effettuate perquisizioni da parte della Guardia di Finanza presso l'abitazione dell'assessore, negli uffici della Regione Puglia e del Comune di Barletta
Sempre secondo La Gazzetta del Mezzogiorno la Guardia di Finanza avrebbe ricostruito la vicenda «Partendo dagli esiti dl un pedinamento svolto il 30 settembre: fuori da un ufficio della Regione, Caracciolo si sarebbe incontrato con il presidente della commissione aggiudicatrice, Donato Lamacchia, dirigente dell'ufficio Lavori pubblici del Comune di Barletta, cui avrebbe consegnato un foglio arancione. Caracciolo e Lamacchia avrebbero poi incontrato il direttore generale dell'Arpa Puglia, Vito Bruno: secondo l'accusa, in cambio dell'interessamento per pilotare l'appalto a favore della società dl Manchisi, Caracciolo avrebbe promesso a Lamacchia il passaggio presso l'Agenzia regionale per l'ambiente».
Filippo Caracciolo ha diffuso una prima replica sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno, intervenendo con il suo avvocato Michele Cianci: «Attendiamo con fiducia l'esito degli accertamenti - si legge nell'articolo di oggi - ho immediatamente informato il presidente Michele Emiliano di quello che è successo».
In mattinata Filippo Caracciolo ha protocollato le sue dimissioni dall'incarico di assessore regionale.