Franco Mascolo
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Franco Mascolo, l’atletica e Pietro Mennea

Intervista all’allenatore barlettano, scopritore di talenti. A Barletta manca una cultura dello sport

Il professore Franco Mascolo ha 72 anni, ed è una personalità di spicco nel mondo sportivo di Barletta. Grande appassionato di atletica leggera, si è diplomato a Napoli nel 1963 presso l'ISEF (Istituto Superiore Educazione Fisica), ha insegnato presso la scuola media "G.De NIttis" (dal 1966 al 1969), e presso il Liceo classico "A.Casardi" (dal 1969 al 1995). Dopo una breve parentesi (1963-64) da allenatore della squadra di calcio del Trinitapoli, ha collaborato dal 1964 come responsabile atletico della squadra di atletica leggera dell'AVIS Barletta ( squadra allenata da Alberto Autorino, che godeva di grande prestigio da parte degli atleti e dal mondo scolastico barlettano). Dal 1965 al 1974 Franco Mascolo è stato preparatore atletico del campione olimpico Pietro Mennea, che quel tempo era marciatore, valorizzando il giovane atleta barlettano coi suoi consigli e la sua preparazione, facendogli ottenere grandi risultati a livello provinciale e regionale, assieme agli altri atleti della squadra AVIS Barletta.Trai tanti eventi nazionali ed internazionali a cui Franco Mascolo e Pietro Mennea hanno partecipato, ricordiamo: 1969 l'incontro internazionale di atletica a Lugano, nel 1971 il "Triangolare di atletica Italia – Bulgaria – Spagna" a Cava dei Tirreni, nel 1972 le Olimpiadi di Monaco.

Nel 1974 il professor Mascolo fonda a Barletta l'Associazione Amatori Atletica , dove con l'ausilio del fratello Ruggiero e col costante contributo del cav. Cosimo Puttilli, lanciano l'atletica leggera femminile a livello nazionale. Per tutti gli anni '70, Franco Mascolo è stato responsabile nazionale dei centri CONI, nonché fiduciario tecnico regionale della FIDAL ( Federazione Italiana Di Atletica Leggera). Con l'ausilio di Cosimo Puttilli e del cav. Dante Dell'Aquila hanno organizzato a Barletta la fase nazionale dei "Giochi della Gioventù" (soffiando l'evento a Bari!). Dagli anni '80 fino al 1995 (anno della pensione) si è dedicato quasi esclusivamente all'insegnamento e al reparto femminile dell'Associazione Amatori Atletica di Barletta.

In quali anni ha allenato Pietro Mennea? Che ricordi ha?
Ho allenato Mennea dal 1965 al 1974, ho dei ricordi bellissimi, ero responsabile del settore atletica leggera dell' AVIS Barletta.

I giovani barlettani conoscono Pietro Mennea?
Si, lo conoscono e ne sono orgogliosi.

Come era l'ambiente sportivo a Barletta negli anni '60-70?
C'era grande entusiasmo, sebbene strutture e attrezzature fossero inadeguate, siamo riusciti a far emergere lo stesso molti atleti, grazie ai sacrifici nostri e del prof. Ruggero Lattanzio. Quando ho iniziato ad allenare i ragazzi avevo a disposizione una palestra fatiscente. Organizzammo la staffetta 4X100 nello stadio " L. Simeone", sul velodromo, dato che non esisteva la pista per la staffetta, e nonostante tutto riuscimmo a vincere il titolo regionale.

Oggi lo sport è valorizzato a Barletta?
Non direi. Organizzano il "Galà dello sport" e il "Memorial di atletica leggera", ma non ci invitano, gli organizzatori stessi non ci chiedono neppure un parere. Abbiamo partecipato alle Olimpiadi, ai campionati europei, potremmo mettere la nostra esperienza al servizio dei giovani.

Lei e Pietro Mennea siete stati al "Galà dello sport"?
Io non sono stato invitato, invece Mennea è stato contattato telefonicamente durante la serata del Galà.

Altri atleti barlettani esclusi dal Galà?

Tantissimi. Ad esempio Lorenzo De Fidio, campione di salto in lungo negli anni '60, Savino Albanese, la velocista Lucia Spera, campione di arti marziali Raffaele Damico, il discobolo Savino Dibello, i fratelli Gambatesa, Franco Delvecchio, Carla e Laura Ligi, saltatrici in lungo e in alto, ce ne sono tanti esclusi.

Si è fatto un'idea del perché tanti atleti siano stati esclusi?

Secondo me, c'è stata molta improvvisazione. Manca una "consulta dello sport", formata dai rappresentanti di tutte le categorie sportive presenti a Barletta, che vengano consultati ogni volta che questi eventi vengono organizzati. La responsabilità non è solo degli organizzatori degli eventi. L'amministrazione dimostra buona volontà, finanziando questi galà e memorial, ma se tanti atleti prestigiosi restano esclusi, la memoria storica dello sport si perde.
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