Politica
Fondazione della Disfida, il M5S: «Iniziativa regionale rende Barletta succursale di Bari»
La nota firmata dal responsabile territoriale Luca Savella
Barletta - venerdì 22 marzo 2024
10.17 Comunicato Stampa
«A dispetto dei roboanti annunci trionfalistici di questi giorni la tanto "sbandierata" Fondazione della Disfida ancora non c'è. Era stata data come cosa fatta, ma se si leggono le carte, si scopre che non è così. Anzi, a leggere bene, si scoprono tante altre cose interessanti». Così il responsabile territoriale del Movimento 5 Stelle, Luca Savella.
«Ad esempio si comprende come la legge regionale n.3/2024 della Regione Puglia non è altro che una mera dichiarazione d'intenti sulla futura istituzione della nuova entità giuridica su cui ci sono ancora molti punti interrogativi.
Non si chiarisce infatti quali saranno i soci-fondatori del nuovo ente: verrà coinvolta anche la provincia? E le città limitrofe?
Ma soprattutto non si spiega come mai l'impulso dell'iniziativa provenga dalla Regione dal momento che in città da anni si discute della Fondazione elaborando anche proposte concrete.
Questa amministrazione, così come la precedente (sempre con Sindaco Cannito), ha ereditato infatti un importante lascito dall'amministrazione Cascella che aveva avviato un percorso trasparente e partecipato in merito ad un tema così delicato e sentito dall'intera città.
L'eredità intellettuale di Cascella sull'argomento consiste in due delibere di giunta, la n. 49 dell'8 aprile 2016 ("Indirizzi su costituzione della Fondazione") e la n. 50 del 22 febbraio 2018 ("Disfida di Barletta. Linee di indirizzo per la costituzione della Fondazione. Presa d'atto dello schema di statuto"), con le quali si tracciava il solco della Fondazione, frutto del lavoro di un comitato di indirizzo formato da esperti di altissimo profilo culturale e professionale.
Purtroppo quello sforzo non è stato raccolto da Cannito il quale, nel suo colpevole immobilismo, ha creato quel vulnus istituzionale prontamente riempito da Emiliano. L'iniziativa regionale ha però importanti conseguenze: infatti nella stessa legge di "promozione" della Fondazione vengono fissati importanti paletti vincolanti per l'intera iniziativa.
La più pericolosa di tali imposizioni è la nomina del Presidente della Fondazione che, stando a quanto scritto nella legge regionale, sarebbe riservata in via esclusiva alla Regione Puglia. Di tutti gli enti partecipati dalla Regione, di cui abbiamo analizzato gli statuti, la Fondazione sarebbe così l'unica ad avere un presidente di nomina politica.
Ecco creati i presupposti per l'ennesima poltrona da spartire: Barletta diventerebbe così una succursale di Bari, territorio di conquista per appetiti mai sazi.
Pur favorevoli alla creazione della Fondazione della Disfida quale entità
giuridica autonoma, noi del Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle di
Barletta non ci sentiamo di appoggiare l'iniziativa regionale. Facciamo appello al senso di appartenenza e all'orgoglio del Sindaco per fermare il percorso intrapreso: in caso contrario Cannito, la sua Giunta e la maggioranza intera dovranno renderne conto ai cittadini barlettani che saranno defraudati del simbolo più importante della nostra città.
Lì dove non riuscì La Motte sta riuscendo Emiliano con la complicità del consigliere Tupputi il quale in tutta questa vicenda sembra far la parte di Grajano "che avrebbe servito il Turco se meglio lo avesse pagato"».
«Ad esempio si comprende come la legge regionale n.3/2024 della Regione Puglia non è altro che una mera dichiarazione d'intenti sulla futura istituzione della nuova entità giuridica su cui ci sono ancora molti punti interrogativi.
Non si chiarisce infatti quali saranno i soci-fondatori del nuovo ente: verrà coinvolta anche la provincia? E le città limitrofe?
Ma soprattutto non si spiega come mai l'impulso dell'iniziativa provenga dalla Regione dal momento che in città da anni si discute della Fondazione elaborando anche proposte concrete.
Questa amministrazione, così come la precedente (sempre con Sindaco Cannito), ha ereditato infatti un importante lascito dall'amministrazione Cascella che aveva avviato un percorso trasparente e partecipato in merito ad un tema così delicato e sentito dall'intera città.
L'eredità intellettuale di Cascella sull'argomento consiste in due delibere di giunta, la n. 49 dell'8 aprile 2016 ("Indirizzi su costituzione della Fondazione") e la n. 50 del 22 febbraio 2018 ("Disfida di Barletta. Linee di indirizzo per la costituzione della Fondazione. Presa d'atto dello schema di statuto"), con le quali si tracciava il solco della Fondazione, frutto del lavoro di un comitato di indirizzo formato da esperti di altissimo profilo culturale e professionale.
Purtroppo quello sforzo non è stato raccolto da Cannito il quale, nel suo colpevole immobilismo, ha creato quel vulnus istituzionale prontamente riempito da Emiliano. L'iniziativa regionale ha però importanti conseguenze: infatti nella stessa legge di "promozione" della Fondazione vengono fissati importanti paletti vincolanti per l'intera iniziativa.
La più pericolosa di tali imposizioni è la nomina del Presidente della Fondazione che, stando a quanto scritto nella legge regionale, sarebbe riservata in via esclusiva alla Regione Puglia. Di tutti gli enti partecipati dalla Regione, di cui abbiamo analizzato gli statuti, la Fondazione sarebbe così l'unica ad avere un presidente di nomina politica.
Ecco creati i presupposti per l'ennesima poltrona da spartire: Barletta diventerebbe così una succursale di Bari, territorio di conquista per appetiti mai sazi.
Pur favorevoli alla creazione della Fondazione della Disfida quale entità
giuridica autonoma, noi del Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle di
Barletta non ci sentiamo di appoggiare l'iniziativa regionale. Facciamo appello al senso di appartenenza e all'orgoglio del Sindaco per fermare il percorso intrapreso: in caso contrario Cannito, la sua Giunta e la maggioranza intera dovranno renderne conto ai cittadini barlettani che saranno defraudati del simbolo più importante della nostra città.
Lì dove non riuscì La Motte sta riuscendo Emiliano con la complicità del consigliere Tupputi il quale in tutta questa vicenda sembra far la parte di Grajano "che avrebbe servito il Turco se meglio lo avesse pagato"».