Finisce l'era Maffei, tutti i commenti
Le riflessioni e gli interrogativi di politici e non solo. Lettura a caldo dopo lo scioglimento del consiglio comunale
Oronzo Cilli (Dirigente provinciale Popolo della Libertà)
Si è concluso un ciclo. Con le firme dei diciannove consiglieri comunali si chiude la storia dell'amministrazione Maffei e di fatto, comunque andrà a finire, se ne riapre una nuova. Ai consiglieri firmatari va dato il merito di aver reso concreto quanto da tempo era nell'aria e nella testa dei cittadini. Bravi i consiglieri di opposizione a lanciare la sfida, coraggiosi quelli di maggioranza nel raccoglierla e trasformarla in realtà.
Va a casa Maffei e con esso deve anche trovare fine i modi e i metodi che in questi anni hanno imperato nel Palazzo di città e che non hanno in Maffei il solo responsabile. È tempo ora di ripartire e bisogna farlo nell'immediato con un'alternativa seria e credibile. Al centrodestra potrà essere assegnato il compito di scrivere delle nuove pagine della storia barlettana solo se si elaborano proposte concrete e immediate capaci di ridare ai cittadini quella fiducia persa in questi anni.
Proposte e azioni che devo viaggiare di pari passo con chi può fare sintesi tra le diverse anime del centrodestra e, chissà, con chi nel centrosinistra non crede più. I tempi sono stretti e la città merita quanto prima un nuovo governo cittadino capace di rimettere in moto l'economia e di riportare il ruolo della città di Barletta che merita.
Il Popolo della Libertà deve lanciare, assieme a quanto sta accadendo a livello nazionale, delle primarie di idee e sulla scelta di chi sarà chiamato a guidare una coalizione forte e competitiva. Chiedo al consigliere regionale Giovanni Alfarano, in qualità di massima rappresentante istituzionale del PDL nella nostra città, l'impegno affinché anche il popolo di centrodestra di Barletta possa scegliere il suo candidato Sindaco capace di vincere le elezioni amministrative e governare per i prossimi anni.
Giuseppe Gammarota (Direttivo La Buona Politica)
E così siamo giunti all'epilogo. Un epilogo che molto tristemente porta allo scioglimento del Consiglio Comunale e alla fine del secondo mandato di Nicola Maffei a Sindaco di questa città. Per una comunità non è mai una cosa buona perché ciò vuol dire che la stessa comunità ha sbagliato ad eleggere un Sindaco che non è stato capace di interpretare e supportare le esigenze della cittadinanza attraverso il proprio modo di amministrare. Maffei ha tutta la responsabilità di ciò che è avvenuto. Non ci sono scuse, interpretazioni, letture diverse. Maffei ha tradito il suo popolo, la sua gente i suoi elettori e lo ha fatto in barba a tutte le buone regole e il buon modo di amministrare. Già al suo primo mandato quando inaugurò la sua discontinuità rispetto alla sindacatura Salerno, ebbe modo di dimostrare che non scherzava. La sua discontinuità era vera ed era tesa a smantellare tutto il lavoro di programmazione e di crescita che Salerno aveva costruito all'interno del Palazzo di città ma soprattutto all'esterno, egli face diventare Barletta vero punto di riferimento del territorio.
Con spirito di servizio per la nostra città e per continuare il progetto politico condiviso con Salerno abbiamo partecipato, dopo aver costretto Maffei alle primarie, al secondo mandato di Maffei il quale ha subito dimostrato, una volta eletto, di voler continuare esattamente, anzi peggio, a gestire la vita politico-amministrativa di Barletta. Molte cose sono accadute, molte le abbiamo registrate e denunciate al di fuori dell'amministrazione (opere di urbanizzazioni mai fatte, progetti evanescenti, scomparsa della Disfida, contributi a pioggia, ecc), altre le abbiamo denunciate una volta entrati in amministrazione. Per noi è stata una vera e propria svolta: potevamo controllare e denunciare le assurdità di cui eravamo e siamo stati testimoni come il pagamento anticipato di ferie non godute ad alcuni dirigenti ed in particolare a chi (povero lui) da 5 anni era costretto ad essere presente in Comune. Abbiamo sollevato il caso e fatto appello alle altre forze politiche di maggioranza affinchè reagissero a questo stato di cose. Molte forze politiche (PD. PSI, LISTA EMILIANO, API,SEL) e parecchi Consiglieri Comunali, hanno condiviso questo nostro disagio e hanno cominciato a ragionare in maniera trasversale se fosse il caso di mettere la parola fine a questo modo arrogante di amministrare.
Oggi registriamo la fine di Maffei Sindaco. 19 Consiglieri hanno firmato. Le forze politiche di riferimento sono state di supporto ai loro Consiglieri. La nota dolente che non nascondiamo e che denunciamo è che il nostro Consigliere Comunale ha preferito assumere un atteggiamento contrario. Questa presa di posizione pone il Consigliere Calabrese in un posizione di incompatibilità con il Movimento che è stato artefice di questa specie di sommossa popolare che come dicevamo prima, non ci riempie di gioia ma ci consente di ridare la parola agli elettori nella speranza che gli stessi possano scegliere in grande libertà e senza condizionamenti chi dovrà amministrare Barletta. Noi abbiamo un desiderio e una speranza ed è quella che la prossima amministrazione faccia tesoro di tutto ciò che si è fatto durante l'amministrazione di Francesco Salerno a cui in questo momento va il nostro pensiero.
Michele Rizzi (Alternativa Comunista)
La caduta del sindaco Maffei nasce da scontri interni alla maggioranza sulle postazioni che ogni centro di potere interno alla stessa doveva dividere con l'altro. Sposta una poltrona a destra ed una a sinistra e molti ne sono rimasti senza, altri addirittura sono finiti per terra. Chi non l'aveva (la presunta opposizione di centrodestra) ne cerca una adesso. Questo è il sunto della vicenda della caduta di Maffei e di tutta la sua corte celeste. Qui, non c'è niente di politico, ma solo una spartizione di posti di potere non andata a compimento. Erano tutti assieme alle elezioni (Maffei e i congiurati), hanno proceduto per poco più di un anno e poi si sono accoltellati attraverso atto notarile!
Barletta vive una crisi economica capitalista senza precedenti, con padroni grandi e piccoli che dopo aver sfruttato territorio, soldi pubblici e lavoratori, si sono spostati in Albania, Romania e vi dicendo dove possono sfruttare meglio la manodopera. La crisi ha ucciso il piccolo commercio, come la dignità di molti lavoratori (specie donne) costretti a lavorare a nero per pochi euro. Come allo stesso tempo, la speculazione edilizia, legata alla stessa classe politica governante, ha fruttato profitti per i palazzinari e debiti per i lavoratori. Ma qui, "anche se vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti", come diceva una fantastica canzone di De Andrè.
Non deve andare a casa Maffei e il suo regno, ma anche tutti coloro che l'hanno appoggiato prima e poi scaricato!
Ma non solo perchè si ritornerà alle urne, ma soprattutto per quanto di dannoso hanno fatto in questi anni ai lavoratori barlettani. Per Alternativa comunista l'unica vera alternativa politica è quella di precari, lavoratori e studenti a quella che fa e disfa la politica barlettana da sempre!