Religioni
Festa Patronale di Barletta: intervista ai Portatori della Madonna dello Sterpeto
«Il vero peso lo sentiamo quando, durante le processioni, ci imbattiamo nella sofferenza della gente che ripone le proprie speranze nella Madonna»
Barletta - martedì 5 luglio 2022
La festa patronale si avvicina, un momento molto sentito da tutti i barlettani, fedeli e non. Un momento in cui fede e folclore vengono a legarsi per un momento di festa cittadino. In questo primo articolo sul tema, abbiamo voluto intervistare il gruppo dei Portatori della Madonna dello Sterpeto, che hanno risposto ad alcune nostre domande inerenti alla festa e non solo…
Quale è il peso che sentite su di voi quando portate processionalmente la Madonna?
«Il peso fisico è qualcosa di accessorio perché noi portatori ci sentiamo privilegiati a poterlo fare per conto di tutta la città. Il vero peso è quando durante le processioni ci imbattiamo nella sofferenza della gente che ripone le proprie speranze nella Madonna. Lo sguardo di chi soffre e che cerca conforto è qualcosa che ti entra nell'anima. Noi nel nostro piccolo cerchiamo di donare quell'attimo di "intimità" a coloro che ne hanno più bisogno in quel momento: una sosta non programmata dove c'è un ammalato, o un bambino oppure il donare un fiore del quadro della Madonna. Piccoli gesti fatti con il cuore per cercare di donare conforto a coloro che lo richiedono, anche solo per un breve momento». Cosa vi ha spinto ad entrare nel gruppo dei portatori, gruppo che comunque esiste da tanti anni, ma che prima era formato solamente da pescatori o contadini ed era un qualcosa che si tramandava nella stessa famiglia?
«Principalmente la devozione ereditata dai nostri avi portatori. Il trasporto della Sacra Immagine della Madonna dello Sterpeto, è avvenuto sempre a spalla dai marinai. Dopo una iniziale trasmigrazione a cura dei Canonici di Santa Maria Maggiore su lussuose carrozze (nei primi anni dopo la proclamazione di Protettrice della Città) un gruppo di marinai si è preso carico del trasporto, tramandando di generazione in generazione questa grande devozione fino ai giorni nostri. Il nucleo storico del gruppo dei portatori (l'attuale Consiglio Direttivo in carica e qualche altro membro) è formato da quei figli e nipoti di portatori nati e vissuti nel borgo marinaro di Santa Maria (dove il culto della Madonna dello Sterpeto da sempre è stato particolarmente sentito) che nel secolo scorso sono stati esempi di devozione per la Madonna e per l'amata Barletta. Negli ultimi anni l'Associazione ha aperto anche a coloro i quali hanno dimostrato particolare devozione, previo noviziato ed eventuale conferma come previsto dal regolamento dell'Associazione».
Come vi siete sentiti durante il periodo pandemia nel non poter accompagnare la cornice a spalla?
«Durante la pandemia ci siamo sentiti, un po' come tutti, smarriti. Il non poter esprimere la nostra devozione in toto è stato difficile da accettare. Ovviamente la priorità che aveva la salvaguardia della nostra salute era qualcosa di imprescindibile. L'emergenza sanitaria se da una parte ci ha "allontanato", dall'altra ci ha resi consapevoli di quanto fossero importanti le cose che prima magari davamo per scontato. Tra questo ovviamente le manifestazioni di fede alle quali eravamo abituati prima della pandemia».
Ricordiamo coloro che portarono l'effige della Madonna sul camioncino il primo anno di pandemia… Cosa hanno provato e sentito in quel momento?
«La consapevolezza di portare la Madonna in un modo a cui non eravamo abituati, rendeva il tutto un po' triste. Anche noi come tutti avevamo mille incertezze su cosa sarebbe stato, e soprattutto su quando sarebbe finita tutta quella assurda situazione. Però con il solito nostro spirito di devozione, non ci siamo tirati indietro, ci siamo messi a disposizione, anche incorrendo in qualche critica di troppo. In quel momento avere la Madonna in Cattedrale in quel "Mese di Maggio" anomalo sicuramente ha donato conforto in uno dei momenti più bui della nostra città e dell'intera nazione. E siamo stati contenti di averlo fatto». Quando dopo due anni di pandemia a maggio, avete potuto tutti portare la Madonna a spalla, cosa avete provato?
«La processione del primo maggio 2022 ha avuto un sapore particolare, di rinascita. Già nei nostri incontri di preparazione si avvertiva qualcosa di diverso, che tutto quanto stesse tornando alla normalità. Ed è stato così. L'emozione è stata tanta. Rivedere quel solito mare di gente che ci accompagnava, è stato qualcosa di impagabile. L'arrivo in città con la S. Messa in Piazza 13 Febbraio 1503, come da tanto non si faceva, ha dato la sensazione che questi 2 anni di pandemia fossero soltanto un brutto ricordo».
Spiritualmente come vi preparate alla festa patronale?
«Anche se i momenti liturgici principali che ci vedono coinvolti sono a maggio e la seconda settimana di Luglio in occasione della festa patronale, noi Portatori cerchiamo di prepararci spiritualmente al nostro compito tutto l'anno. Cerchiamo di mantenere quel filo che ci lega alla Madonna incontrandoci al Santuario l'ultimo sabato di ogni mese per riunirci in preghiera e servire messa, oltre a tutta una serie di attività utili per l'intera comunità. Per la festa patronale in particolare, ci incontriamo nei giorni che precedono la festa per organizzare al meglio la processione, partecipiamo la domenica mattina alla Solenne Messa Pontificale celebrata dal Vescovo, per poi dedicarci alla sera con il solito spirito di devozione alla Solenne Processione dei Santi Patroni».
Un vostro ultimo pensiero da poter rivolgere da parte vostra a tutti i fedeli in vista della festa patronale…
«Ai tanti fedeli che parteciperanno, auguriamo di godere a pieno di tutti i momenti folkloristici e religiosi che caratterizzano la nostra bella festa patronale. Che sia una festa di rinascita spirituale e non solo per tutti noi. Ne abbiamo bisogno per metterci alle spalle 2 anni difficili in cui le nostre vite sono state stravolte. Cercate di inculcare il bello delle cose semplici nelle nuove generazioni, per far sì che le tradizioni non si perdano nel tempo. Come diceva San Pio da Pietrelcina "Amate la Madonna e fatela amare"».
Quale è il peso che sentite su di voi quando portate processionalmente la Madonna?
«Il peso fisico è qualcosa di accessorio perché noi portatori ci sentiamo privilegiati a poterlo fare per conto di tutta la città. Il vero peso è quando durante le processioni ci imbattiamo nella sofferenza della gente che ripone le proprie speranze nella Madonna. Lo sguardo di chi soffre e che cerca conforto è qualcosa che ti entra nell'anima. Noi nel nostro piccolo cerchiamo di donare quell'attimo di "intimità" a coloro che ne hanno più bisogno in quel momento: una sosta non programmata dove c'è un ammalato, o un bambino oppure il donare un fiore del quadro della Madonna. Piccoli gesti fatti con il cuore per cercare di donare conforto a coloro che lo richiedono, anche solo per un breve momento». Cosa vi ha spinto ad entrare nel gruppo dei portatori, gruppo che comunque esiste da tanti anni, ma che prima era formato solamente da pescatori o contadini ed era un qualcosa che si tramandava nella stessa famiglia?
«Principalmente la devozione ereditata dai nostri avi portatori. Il trasporto della Sacra Immagine della Madonna dello Sterpeto, è avvenuto sempre a spalla dai marinai. Dopo una iniziale trasmigrazione a cura dei Canonici di Santa Maria Maggiore su lussuose carrozze (nei primi anni dopo la proclamazione di Protettrice della Città) un gruppo di marinai si è preso carico del trasporto, tramandando di generazione in generazione questa grande devozione fino ai giorni nostri. Il nucleo storico del gruppo dei portatori (l'attuale Consiglio Direttivo in carica e qualche altro membro) è formato da quei figli e nipoti di portatori nati e vissuti nel borgo marinaro di Santa Maria (dove il culto della Madonna dello Sterpeto da sempre è stato particolarmente sentito) che nel secolo scorso sono stati esempi di devozione per la Madonna e per l'amata Barletta. Negli ultimi anni l'Associazione ha aperto anche a coloro i quali hanno dimostrato particolare devozione, previo noviziato ed eventuale conferma come previsto dal regolamento dell'Associazione».
Come vi siete sentiti durante il periodo pandemia nel non poter accompagnare la cornice a spalla?
«Durante la pandemia ci siamo sentiti, un po' come tutti, smarriti. Il non poter esprimere la nostra devozione in toto è stato difficile da accettare. Ovviamente la priorità che aveva la salvaguardia della nostra salute era qualcosa di imprescindibile. L'emergenza sanitaria se da una parte ci ha "allontanato", dall'altra ci ha resi consapevoli di quanto fossero importanti le cose che prima magari davamo per scontato. Tra questo ovviamente le manifestazioni di fede alle quali eravamo abituati prima della pandemia».
Ricordiamo coloro che portarono l'effige della Madonna sul camioncino il primo anno di pandemia… Cosa hanno provato e sentito in quel momento?
«La consapevolezza di portare la Madonna in un modo a cui non eravamo abituati, rendeva il tutto un po' triste. Anche noi come tutti avevamo mille incertezze su cosa sarebbe stato, e soprattutto su quando sarebbe finita tutta quella assurda situazione. Però con il solito nostro spirito di devozione, non ci siamo tirati indietro, ci siamo messi a disposizione, anche incorrendo in qualche critica di troppo. In quel momento avere la Madonna in Cattedrale in quel "Mese di Maggio" anomalo sicuramente ha donato conforto in uno dei momenti più bui della nostra città e dell'intera nazione. E siamo stati contenti di averlo fatto». Quando dopo due anni di pandemia a maggio, avete potuto tutti portare la Madonna a spalla, cosa avete provato?
«La processione del primo maggio 2022 ha avuto un sapore particolare, di rinascita. Già nei nostri incontri di preparazione si avvertiva qualcosa di diverso, che tutto quanto stesse tornando alla normalità. Ed è stato così. L'emozione è stata tanta. Rivedere quel solito mare di gente che ci accompagnava, è stato qualcosa di impagabile. L'arrivo in città con la S. Messa in Piazza 13 Febbraio 1503, come da tanto non si faceva, ha dato la sensazione che questi 2 anni di pandemia fossero soltanto un brutto ricordo».
Spiritualmente come vi preparate alla festa patronale?
«Anche se i momenti liturgici principali che ci vedono coinvolti sono a maggio e la seconda settimana di Luglio in occasione della festa patronale, noi Portatori cerchiamo di prepararci spiritualmente al nostro compito tutto l'anno. Cerchiamo di mantenere quel filo che ci lega alla Madonna incontrandoci al Santuario l'ultimo sabato di ogni mese per riunirci in preghiera e servire messa, oltre a tutta una serie di attività utili per l'intera comunità. Per la festa patronale in particolare, ci incontriamo nei giorni che precedono la festa per organizzare al meglio la processione, partecipiamo la domenica mattina alla Solenne Messa Pontificale celebrata dal Vescovo, per poi dedicarci alla sera con il solito spirito di devozione alla Solenne Processione dei Santi Patroni».
Un vostro ultimo pensiero da poter rivolgere da parte vostra a tutti i fedeli in vista della festa patronale…
«Ai tanti fedeli che parteciperanno, auguriamo di godere a pieno di tutti i momenti folkloristici e religiosi che caratterizzano la nostra bella festa patronale. Che sia una festa di rinascita spirituale e non solo per tutti noi. Ne abbiamo bisogno per metterci alle spalle 2 anni difficili in cui le nostre vite sono state stravolte. Cercate di inculcare il bello delle cose semplici nelle nuove generazioni, per far sì che le tradizioni non si perdano nel tempo. Come diceva San Pio da Pietrelcina "Amate la Madonna e fatela amare"».