Eventi
Festa Patronale, ci piace oppure no
Barletta divisa tra preghiera e caos, tra bancarelle e weekend fuori città
Barletta - lunedì 11 luglio 2016
22.20
I barlettani, popolo di santi, poeti e navigatori (del web). Ed ecco che la Festa Patronale non è mai stata così social. Puntualmente, come ogni anno, la seconda domenica del mese di luglio si colora di devozione e caos per i festeggiamenti dedicati ai nostri Santi Patroni, Maria Santissima dello Sterpeto e San Ruggiero vescovo. L'atmosfera di questi giorni è bruciante, penetrante, tipica della più caotica festa di piazza del Sud Italia: c'è chi la odia e chi la ama, chi non vede l'ora di tuffarsi nella bolgia tutta tipicamente barlettana e chi, con sdegno forse troppo snob, scappa via da quello che sembra un girone infernale. Ma alla girandola delle tradizione non si può sfuggire. In tanti ieri hanno colmato le strade per assistere alla processione dei Santi Patroni, in tantissimi sono stati col naso all'insù per i fuochi artificiali, trasferiti dalla litoranea al Castello.
Le origini della festa – La nostra festa patronale ha radici assai profonde, risalenti al marzo del 1731, quando un violento terremoto colpì le zone di Foggia, Canosa, Cerignola e Barletta. In ricordo di quell'episodio funesto i barlettani sono tuttora grati alla Madonna che li salvò e per questo motivo le dedicano tre giorni consecutivi durante i quali manifestazioni folkloristiche si coniugano con le celebrazioni liturgiche.
Le bancarelle, le giostre e le luminarie – Dal sabato fino al lunedì della festa è possibile perdersi nel turbinio delle bancarelle, tra cianfrusaglie e odori tipici, come quello del torrone, che da sempre attira soavemente i piaceri di grandi e piccini. Per chi ama i sapori forti (fin troppo) c'è poi la sfilza di panini con la carne, non adatti ai deboli di stomaco. Poi si passa alla giostre, passatempo preferito dei più giovani, e alla passeggiata sotto le luminarie, sempre belle.
Le solennità religiose – Oltre alle Messe dedicate ai Patroni, il momento cardine delle celebrazioni è quello della processione che ieri sera si è snodata come di consueto attraverso il lungo percorso cittadino. Panni colorati ai balconi, petali di rosa e preghiere su foglietti di carta riversati sull'icona della Madonna dello Sterpeto, a cui i barlettani sono tradizionalmente legati da un culto antichissimo e straordinario.
I fuochi pirotecnici – La domenica della Festa Patronale si conclude con il boato dei fuochi pirici: quest'anno – dalla tradizionale location della litoranea – lo spettacolo si è svolto esclusivamente sui bastioni del Castello, con un accompagnamento musicale per lo più criticato da molti. Le canzoni pop più in voga del momento hanno fatto da accompagnamento alle esplosioni di luci che non mancano di catturare l'attenzione di tutti, che dopo la processione si attardano tra pizzerie e bancarelle nel centro storico.
I suoni e i colori della festa (per tacere degli odori, per i quali la tecnologia non è ancora pronta) hanno viaggiato per la rete grazie ai tantissimi smartphone che hanno immortalato i momenti più evocativi della festa, tra cui ovviamente lo spettacolo dei fuochi piromusicali. I festeggiamenti non sono ancora finiti ma il dibattito continua sul web, tra chi critica le scelte e le spese per i festeggiamenti, e chi da lontano guarda con un po' di commozione "la festa della Madonna", non potendo essere a Barletta per motivi familiari o lavorativi.
Ci piace oppure no questa festa? A voi pareri e suggestioni. Ma possiamo inevitabilmente dire che Barletta non sarebbe la stessa senza questa caotica festa estiva.
Le origini della festa – La nostra festa patronale ha radici assai profonde, risalenti al marzo del 1731, quando un violento terremoto colpì le zone di Foggia, Canosa, Cerignola e Barletta. In ricordo di quell'episodio funesto i barlettani sono tuttora grati alla Madonna che li salvò e per questo motivo le dedicano tre giorni consecutivi durante i quali manifestazioni folkloristiche si coniugano con le celebrazioni liturgiche.
Le bancarelle, le giostre e le luminarie – Dal sabato fino al lunedì della festa è possibile perdersi nel turbinio delle bancarelle, tra cianfrusaglie e odori tipici, come quello del torrone, che da sempre attira soavemente i piaceri di grandi e piccini. Per chi ama i sapori forti (fin troppo) c'è poi la sfilza di panini con la carne, non adatti ai deboli di stomaco. Poi si passa alla giostre, passatempo preferito dei più giovani, e alla passeggiata sotto le luminarie, sempre belle.
Le solennità religiose – Oltre alle Messe dedicate ai Patroni, il momento cardine delle celebrazioni è quello della processione che ieri sera si è snodata come di consueto attraverso il lungo percorso cittadino. Panni colorati ai balconi, petali di rosa e preghiere su foglietti di carta riversati sull'icona della Madonna dello Sterpeto, a cui i barlettani sono tradizionalmente legati da un culto antichissimo e straordinario.
I fuochi pirotecnici – La domenica della Festa Patronale si conclude con il boato dei fuochi pirici: quest'anno – dalla tradizionale location della litoranea – lo spettacolo si è svolto esclusivamente sui bastioni del Castello, con un accompagnamento musicale per lo più criticato da molti. Le canzoni pop più in voga del momento hanno fatto da accompagnamento alle esplosioni di luci che non mancano di catturare l'attenzione di tutti, che dopo la processione si attardano tra pizzerie e bancarelle nel centro storico.
I suoni e i colori della festa (per tacere degli odori, per i quali la tecnologia non è ancora pronta) hanno viaggiato per la rete grazie ai tantissimi smartphone che hanno immortalato i momenti più evocativi della festa, tra cui ovviamente lo spettacolo dei fuochi piromusicali. I festeggiamenti non sono ancora finiti ma il dibattito continua sul web, tra chi critica le scelte e le spese per i festeggiamenti, e chi da lontano guarda con un po' di commozione "la festa della Madonna", non potendo essere a Barletta per motivi familiari o lavorativi.
Ci piace oppure no questa festa? A voi pareri e suggestioni. Ma possiamo inevitabilmente dire che Barletta non sarebbe la stessa senza questa caotica festa estiva.