La città
Facciate storiche dei palazzi di Barletta deturpate dai cavi elettrici
Le segnalazioni via social e il silenzio delle istituzioni
Barletta - martedì 19 gennaio 2021
12.54
Cavi elettrici vs immobili storici: 15 a zero. Punteggio che attesta quante sono le facciate colpite. Ma che potrebbero essere decisamente molte, molte di più se si facesse un censimento accurato, condiviso, pubblico.
E la denuncia corre veloce sui social, con scandalizzate gallerie fotografiche (che qui riportiamo a corredo) in grado di documentare la deturpazione di antiche o antichissime facciate di ogni epoca (anche recentemente restaurate o comunque di rilevante pregio artistico-architettonico) dall'avvenuta installazione ex novo o dalla continuativa presenza di quelle "corde": come si chiamano fra gli addetti ai lavori con gergo familiare e confidenziale, ma non troppo, i cavi che portano e distribuiscono energia elettrica.
Nella scorsa settimana l'attacco più scandalizzato e di alta visibilità, a pochi passi da Palazzo di Città lungo il centralissimo corso Vittorio Emanuele: dove, al civico numero 23, trovasi niente meno che la casa natale del famoso pittore impressionista Giuseppe De Nittis di cui il prossimo 25 febbraio ricorre il 175° anniversario della nascita dal 1846.
Un elegante immobile di proprietà privata sottoposto ad un'attenta, paziente, prolungata e vigente quanto costosa opera di consolidamento statico e di restyling esterno/interno, finalizzato alla conservazione-salvaguardia-valorizzazione (sotto le direttive della Soprintendenza dato il valore storico-identitario) perfino del patrimonio ligneo come stipiti e porte o dei decori di carta al soffitto: ma che l'opera di chi ha sistemato i cavi, all'altezza del pianterreno e nello spazio fra primo e secondo piano, mette a dura prova.
Ovviamente la società che vende l'elettricità ha proceduto – con avviso ai residenti – semplicemente facendo le cose come da consolidato copione, cioè replicando quanto già fatto da sempre: impianto su facciata delle stesse corsie di installazione "a vista", lungo le facciate dei palazzi Ottocento che dal Teatro Curci corrono fino alla Basilica del Santo Sepolcro.
Dove, sempre pochissimi giorni, si stava consumando un altro assalto al decoro urbano in una zona di rispetto per la chiesa mediante apposizione – nei pressi del Colosso Eraclio Aré – di un… colossale cartello destinato ad avvisare gli automobili della zona a traffico limitato. Cartello rimosso da energica segnalazione ma che gli installatori comunali stanno disseminando in altri posti dove i reclami e le indignate segnalazioni via social si moltiplicano giorno dopo giorno.
La questione dei cavi elettrici a vista dovunque diffusi nel centro storico emerge ogniqualvolta si cerchi di dare sistemazione ad un atavico problema. Sotto l'amministrazione Cascella, fu il Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia a protocollare una perentoria richiesta di rimozione del cavo elettrico deturpante posto al termine di Via Duomo pochi passi prima della Cattedrale.
Cattedrale da sempre fotografata (vedasi le cartoline illustrate di una volta per i saluti da Barletta) con quell'antiestetico cavo in ogni scatto turistico, Certame cavalleresco della Disfida compresa.
A quella (evidentemente) fastidiosa segnalazione ci fu l'infastidita risposta (verbale) da parte dell'assessora di turno: "Non di competenza del Comune". E fine della storia.
E la denuncia corre veloce sui social, con scandalizzate gallerie fotografiche (che qui riportiamo a corredo) in grado di documentare la deturpazione di antiche o antichissime facciate di ogni epoca (anche recentemente restaurate o comunque di rilevante pregio artistico-architettonico) dall'avvenuta installazione ex novo o dalla continuativa presenza di quelle "corde": come si chiamano fra gli addetti ai lavori con gergo familiare e confidenziale, ma non troppo, i cavi che portano e distribuiscono energia elettrica.
Nella scorsa settimana l'attacco più scandalizzato e di alta visibilità, a pochi passi da Palazzo di Città lungo il centralissimo corso Vittorio Emanuele: dove, al civico numero 23, trovasi niente meno che la casa natale del famoso pittore impressionista Giuseppe De Nittis di cui il prossimo 25 febbraio ricorre il 175° anniversario della nascita dal 1846.
Un elegante immobile di proprietà privata sottoposto ad un'attenta, paziente, prolungata e vigente quanto costosa opera di consolidamento statico e di restyling esterno/interno, finalizzato alla conservazione-salvaguardia-valorizzazione (sotto le direttive della Soprintendenza dato il valore storico-identitario) perfino del patrimonio ligneo come stipiti e porte o dei decori di carta al soffitto: ma che l'opera di chi ha sistemato i cavi, all'altezza del pianterreno e nello spazio fra primo e secondo piano, mette a dura prova.
Ovviamente la società che vende l'elettricità ha proceduto – con avviso ai residenti – semplicemente facendo le cose come da consolidato copione, cioè replicando quanto già fatto da sempre: impianto su facciata delle stesse corsie di installazione "a vista", lungo le facciate dei palazzi Ottocento che dal Teatro Curci corrono fino alla Basilica del Santo Sepolcro.
Dove, sempre pochissimi giorni, si stava consumando un altro assalto al decoro urbano in una zona di rispetto per la chiesa mediante apposizione – nei pressi del Colosso Eraclio Aré – di un… colossale cartello destinato ad avvisare gli automobili della zona a traffico limitato. Cartello rimosso da energica segnalazione ma che gli installatori comunali stanno disseminando in altri posti dove i reclami e le indignate segnalazioni via social si moltiplicano giorno dopo giorno.
La questione dei cavi elettrici a vista dovunque diffusi nel centro storico emerge ogniqualvolta si cerchi di dare sistemazione ad un atavico problema. Sotto l'amministrazione Cascella, fu il Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia a protocollare una perentoria richiesta di rimozione del cavo elettrico deturpante posto al termine di Via Duomo pochi passi prima della Cattedrale.
Cattedrale da sempre fotografata (vedasi le cartoline illustrate di una volta per i saluti da Barletta) con quell'antiestetico cavo in ogni scatto turistico, Certame cavalleresco della Disfida compresa.
A quella (evidentemente) fastidiosa segnalazione ci fu l'infastidita risposta (verbale) da parte dell'assessora di turno: "Non di competenza del Comune". E fine della storia.