Cronaca
Estorsione ed usura, tutti i dettagli dell'operazione Amarcord
Aveva chiesto 10.000 euro e ne ha dovuti restituire 1.000.000. Nomi, cifre, riferimenti
Barletta - giovedì 24 giugno 2010
Aveva chiesto un prestito di 10.000 euro e, in otto anni, ne ha dovuti pagare, ai suoi 'benefattori' ben 1.000.000, arrivando a percentuali di interesse che variavano dal 30% al 450%. Stanco di pagare e di essere vessato, un professionista tranese con la sua denuncia ha fatto partire, a novembre del 2009 le indagini che hanno portato oggi all'arresto di sette persone e al sequestro di beni, mobili e immobili per un valore di 4.000.000 di euro.
Le persone arrestate sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all'usura, estorisoni, riciclaggio, esercizio abusivo di attivita' finanziaria e del credito. Di esse due sono ai domiciliari e cinque in carcere. Tra questi ultimi Michele Mangino, 65enne originario di Andria e residente a Trani. L'uomo, gia' arrestato a dicembre 2009, è a capo dell'organizzazione ed è dunque l'erogatore di denaro.
L'uomo, ex operaio in Germania, aveva investito pensione e tfr nell'illecita attività del prestito di denaro a usura. L'altra persona ai domiciliari, l'incensurato Domenico Gianpalma, 44enne barlettano, titolare del bar Amarcord, che ha dato il nome all'operazione. L'uomo si occupava di riciclare il denaro ottenuto illecitamente. Inseguito a perquisizioni presso abitazione e luoghi di sua pertinenza, i militari hanno trovato e sequestrato cambiali eassegni per un valore di 790.000 euro. Si stima che a lui andasse il 10% del denaro riciclato. I finanzieri hanno sequestrato anche 28 conti correnti bancari, dieci automobili, sette beni immobili fra Trani e Barletta, il 50% delle quote societarie della Dibenedetto - Gianpalma, cui fa capo il bar di Gianpalma, lo stesso bar e un negozio di antiquariato di Bisceglie.
Le altre persone arrestate sono due albanesi residenti da tempo a Barletta, Idajede Kurti, donna di 50 anni e Igli Kamberi, di 25. Inoltre avevano il compito di recuperare i crediti il tranese Domenico Del Negro di 58 anni e l'andriese Giuseppe Asseliti di 39 anni.
Sono 40 i casi di usura accertati, cinque quelli di estorsione e dieci le operazioni di prestito a tasso che sfiora l'usura e, comunque, prestiti illeciti, visto che privati cittadini non possono, per legge, prestare denaro con interessi.
Le persone arrestate sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all'usura, estorisoni, riciclaggio, esercizio abusivo di attivita' finanziaria e del credito. Di esse due sono ai domiciliari e cinque in carcere. Tra questi ultimi Michele Mangino, 65enne originario di Andria e residente a Trani. L'uomo, gia' arrestato a dicembre 2009, è a capo dell'organizzazione ed è dunque l'erogatore di denaro.
L'uomo, ex operaio in Germania, aveva investito pensione e tfr nell'illecita attività del prestito di denaro a usura. L'altra persona ai domiciliari, l'incensurato Domenico Gianpalma, 44enne barlettano, titolare del bar Amarcord, che ha dato il nome all'operazione. L'uomo si occupava di riciclare il denaro ottenuto illecitamente. Inseguito a perquisizioni presso abitazione e luoghi di sua pertinenza, i militari hanno trovato e sequestrato cambiali eassegni per un valore di 790.000 euro. Si stima che a lui andasse il 10% del denaro riciclato. I finanzieri hanno sequestrato anche 28 conti correnti bancari, dieci automobili, sette beni immobili fra Trani e Barletta, il 50% delle quote societarie della Dibenedetto - Gianpalma, cui fa capo il bar di Gianpalma, lo stesso bar e un negozio di antiquariato di Bisceglie.
Le altre persone arrestate sono due albanesi residenti da tempo a Barletta, Idajede Kurti, donna di 50 anni e Igli Kamberi, di 25. Inoltre avevano il compito di recuperare i crediti il tranese Domenico Del Negro di 58 anni e l'andriese Giuseppe Asseliti di 39 anni.
Sono 40 i casi di usura accertati, cinque quelli di estorsione e dieci le operazioni di prestito a tasso che sfiora l'usura e, comunque, prestiti illeciti, visto che privati cittadini non possono, per legge, prestare denaro con interessi.