La città
Essere donna in divisa: intervista alle donne del comando provinciale Guardia di Finanza di Barletta
Il lato “rosa” delle Fiamme Gialle, tra sacrifici e abnegazione: approfondimento del Viva Network per l’8 marzo
Barletta - venerdì 8 marzo 2024
Entro il 2030 a livello globale si dovrebbe raggiungere la parità di genere per tutte le donne e ragazze, "garantendo loro accesso egualitario a sanità, educazione e a un lavoro dignitoso". Nello stesso anno, potrebbe esserci per la prima volta anche un generale donna nella Guardia di Finanza. Quello che è l'orizzonte tracciato dall'Agenda 2030 verso una vera equità tra generi, in merito a diritti e lavoro, è in realtà una tensione che si è concretamente sviluppata non da tantissimi anni, e che in certe parti del mondo (e per certe categorie lavorative) è forse ancora un'utopia.
Nella giornata dell'otto marzo, celebrata a livello internazionale per sottolineare l'importanza della lotta per i diritti delle donne e per la loro emancipazione, abbiamo deciso di occuparci del ruolo delle donne nelle forze di polizia, e in particolare nella Guardia di Finanza, che quotidianamente rappresenta un presidio di legalità e tutela in materia economica e finanziaria.
Abbiamo fatto visita alla caserma "De Santis" di Barletta, dove ha sede il comando provinciale Bat della Guardia di Finanza, guidata dal colonnello Pierluca Cassano, per incontrare le donne della Finanza. Su un personale attivo di circa 220 militari nella provinciale, sono 11 le donne, di cui 9 attive nel Nucleo PEF (Polizia economico-finanziaria) alle dipendenze del tenente colonnello Giuseppe Bifero: un dato che risulta al di sotto della media nazionale, se si considera che la percentuale di donne arruolate nella GdF nel 2023 risultava pari circa al 10% del personale in servizio (fonte usif.it).
Non è un fatto sorprendente, per motivi di natura storica e logistica. In primis, perché in passato la legge vietata la presenza di donne nelle forze di polizia. L'arruolamento alle donne è consentito dal febbraio 2000, in applicazione della legge N. 380 del 20 ottobre 1999. I primi bandi di concorso per il reclutamento nelle accademie militari prevedevano anche un limite percentuale all'ammissione di donne, che non potevano essere più di 20 oppure 30 su 100 candidati.
La stessa sensazione la provano le nuove leve, che stanno trovando sempre più un ambiente sereno e soprattutto giovanile. Le più giovani del comando provinciale, come il maresciallo Giada Lucia e le finanziere Emanuela Baglione, Beatrice Petitto e Giulia La Rocca, condividono il medesimo pensiero. Tanto quanto la differenza di genere, a impattare è infatti anche la differenza di età: poter svolgere l'addestramento e poi il lavoro gomito a gomito con colleghi della stessa generazione, è un fattore importante, come anche il ruolo cruciale degli istruttori nelle prime fasi di vita in divisa. «Ci hanno fatto fare tutto alla pari, dandoci consapevolezza della nostra forza grazie all'addestramento».
Ed è questo il motivo per cui ancora oggi le donne sono impiegate in pochi comandi, laddove le strutture consentano adeguati spazi anche per le donne. Se la percentuale femminile nella Bat è al di sotto della media, in caserme importanti come Milano la concentrazione di donne è più elevata, proprio per un fattore logistico.
Superare i limiti per sconfiggere i pregiudizi
La veterana del gruppo, il maresciallo capo Nadia De Lia, ci spiega i suoi inizi in Finanza. Correva l'anno 2005: «Ho vissuto sulla mia pelle tutto questo lento processo di adeguamento. All'inizio c'era un grande sforzo di dimostrare di essere all'altezza. Per me cercare di riuscire a fare di meglio degli uomini (ma anche essere alla pari) era motivo di grande soddisfazione». Con un aneddoto sintetizza questo stato d'animo: «Per l'addestramento, con mio padre, mi ero allenata a casa a fare le flessioni. In caserma, durante le prove fisiche, a noi ragazze ci chiesero di fare esercizi più blandi. Ero quasi offesa, tanto che volli comunque fare le flessioni, dimostrando di valere tanto quanto un uomo anche a livello fisico». Tra pregiudizi e atteggiamenti di naturale premura, c'è un confine molto labile, soprattutto in ambienti in cui la componente maschile è stata per decenni predominante. «È difficile per noi donne inserirsi in questo equilibrio».
C'è ancora strada da fare anche nella percezione da parte dell'opinione pubblica della presenza di donne nelle forze di polizia. «Le persone non ci credono, non sono abituate a vedere donne in Finanza»: magari col passare degli anni, anche questo aspetto di percezione verso l'esterno progressivamente muterà.
«Se la vita ci ha creati diversi in senso biologico, possiamo apprezzare queste differenze anche in senso metaforico e metafisico come utile confronto tra mondi diversi che perseguono gli stessi obiettivi» ha aggiunto il comandante provinciale, colonnello Pierluca Cassano. «Un punto di vista diverso non può fare altro che arricchire la vita, e in più è indubbio che la presenza femminile impreziosisce e ingentilisce quei tratti di un universo ontologicamente e per sua stessa storia maschilista. Plaudo dunque alle valenti e giovani finanziere del nostro comando per questo arricchimento e per la caparbietà con cui riescono, al nostro fianco, alla pari, a tenere il passo».
Andando avanti nel tempo, probabilmente in questa giornata parleremo sempre meno di numeri, statistiche e percentuali, ma di meriti, di impegno, di storie personali, fino al quell'utopistico momento in cui riusciremo a non vedere nemmeno più quelle differenze che oggi tanto ancora pesano nel mondo del lavoro.
In foto: il maresciallo capo Nadia De Lia, il maresciallo capo Angela Rizzi, il maresciallo ordinario Antonella Stabile, il maresciallo ordinario Erika Vulcano, il maresciallo Giada Lucia, la finanziera Federica Lentini Santo, la finanziera Emanuela Baglione, la finanziera Beatrice Petitto, la finanziera Giulia La Rocca.
Nella giornata dell'otto marzo, celebrata a livello internazionale per sottolineare l'importanza della lotta per i diritti delle donne e per la loro emancipazione, abbiamo deciso di occuparci del ruolo delle donne nelle forze di polizia, e in particolare nella Guardia di Finanza, che quotidianamente rappresenta un presidio di legalità e tutela in materia economica e finanziaria.
Abbiamo fatto visita alla caserma "De Santis" di Barletta, dove ha sede il comando provinciale Bat della Guardia di Finanza, guidata dal colonnello Pierluca Cassano, per incontrare le donne della Finanza. Su un personale attivo di circa 220 militari nella provinciale, sono 11 le donne, di cui 9 attive nel Nucleo PEF (Polizia economico-finanziaria) alle dipendenze del tenente colonnello Giuseppe Bifero: un dato che risulta al di sotto della media nazionale, se si considera che la percentuale di donne arruolate nella GdF nel 2023 risultava pari circa al 10% del personale in servizio (fonte usif.it).
Non è un fatto sorprendente, per motivi di natura storica e logistica. In primis, perché in passato la legge vietata la presenza di donne nelle forze di polizia. L'arruolamento alle donne è consentito dal febbraio 2000, in applicazione della legge N. 380 del 20 ottobre 1999. I primi bandi di concorso per il reclutamento nelle accademie militari prevedevano anche un limite percentuale all'ammissione di donne, che non potevano essere più di 20 oppure 30 su 100 candidati.
Fiamme Gialle: un universo sempre più… rosa
Dal 2006 è stata poi eliminata la limitazione percentuale delle "quote rosa" e al giorno d'oggi non solo sono numerosissime le donne che tentano l'ammissione in Finanza, ma ci sono anche tante donne con il ruolo di istruttore, che seguono gli allievi nelle prime fasi di addestramento. È il caso del maresciallo Erika Vulcano, operativa a Barletta: «Mi sono trovata a vivere in pieno il cambiamento dal passato a oggi – racconta – ma anche quando ho iniziato io non mi sono mai sentita a disagio. I miei superiori si comportavano come per dirmi "ti puoi lanciare, puoi farcela, ma non sei mai da sola", spronandomi sempre a faticare come gli uomini, ma al contempo non facendo mai mancare un supporto».La stessa sensazione la provano le nuove leve, che stanno trovando sempre più un ambiente sereno e soprattutto giovanile. Le più giovani del comando provinciale, come il maresciallo Giada Lucia e le finanziere Emanuela Baglione, Beatrice Petitto e Giulia La Rocca, condividono il medesimo pensiero. Tanto quanto la differenza di genere, a impattare è infatti anche la differenza di età: poter svolgere l'addestramento e poi il lavoro gomito a gomito con colleghi della stessa generazione, è un fattore importante, come anche il ruolo cruciale degli istruttori nelle prime fasi di vita in divisa. «Ci hanno fatto fare tutto alla pari, dandoci consapevolezza della nostra forza grazie all'addestramento».
Nel 2020 a Barletta la prima finanziera donna
È stata il maresciallo ordinario Antonella Stabile la prima donna in Finanza a Barletta, quando ancora non esisteva il comando provinciale. «Nonostante l'aspetto di novità, ho trovato una bella accoglienza. Più che a livello lavorativo, tante sono state le difficoltà a livello sociale (considerando in più che nei miei primi mesi qui eravamo in pieno periodo Covid), e questo riguardava soprattutto la comprensione delle piccole esigenze personali».Ed è questo il motivo per cui ancora oggi le donne sono impiegate in pochi comandi, laddove le strutture consentano adeguati spazi anche per le donne. Se la percentuale femminile nella Bat è al di sotto della media, in caserme importanti come Milano la concentrazione di donne è più elevata, proprio per un fattore logistico.
Superare i limiti per sconfiggere i pregiudizi
La veterana del gruppo, il maresciallo capo Nadia De Lia, ci spiega i suoi inizi in Finanza. Correva l'anno 2005: «Ho vissuto sulla mia pelle tutto questo lento processo di adeguamento. All'inizio c'era un grande sforzo di dimostrare di essere all'altezza. Per me cercare di riuscire a fare di meglio degli uomini (ma anche essere alla pari) era motivo di grande soddisfazione». Con un aneddoto sintetizza questo stato d'animo: «Per l'addestramento, con mio padre, mi ero allenata a casa a fare le flessioni. In caserma, durante le prove fisiche, a noi ragazze ci chiesero di fare esercizi più blandi. Ero quasi offesa, tanto che volli comunque fare le flessioni, dimostrando di valere tanto quanto un uomo anche a livello fisico». Tra pregiudizi e atteggiamenti di naturale premura, c'è un confine molto labile, soprattutto in ambienti in cui la componente maschile è stata per decenni predominante. «È difficile per noi donne inserirsi in questo equilibrio».
Finanziere e mamme
Tra il personale al femminile del comando provinciale Bat ci sono anche due mamme. Il maresciallo capo Angela Rizzi è stata un po' una pioniera della carriera al femminile in Finanza: 16 anni di servizio all'attivo, ha lavorato come unica donna nelle sue precedenti esperienze, e adesso è la prima donna finanziera a lavorare nella tenenza di Margherita di Savoia. Mamma di una bambina «a cui consiglierei assolutamente il mio stesso percorso», la finanziera Federica Lentini Santo racconta: «Non ho avuto mai alcun timore nell'intraprendere questo lavoro. L'unica volta in cui ho avuto paura è stata proprio quando sono diventata mamma. Temevo di non farcela». Ma alla fine la caparbietà ha trovato conforto nella progressiva comprensione dei colleghi, permettendole di fronteggiare le difficoltà della vita da neo-mamma in un ambiente lavorativo a prevalenza maschile.Parità di lavoro, di carriera, di vita
Se con i tempi di progressione di carriera ci vorranno ancora alcuni anni prima che le donne possano ricoprire cariche di vertice della gerarchia militare, la differenza rispetto al passato a livello di vita lavorativa quotidiana è già profondamente mutato. Ad oggi in Italia esiste solo una donna colonnello della Finanza: si tratta di Antonella Casazza, già a capo del comando provinciale di Perugia, adesso con nuovo incarico al comando generale di Roma.C'è ancora strada da fare anche nella percezione da parte dell'opinione pubblica della presenza di donne nelle forze di polizia. «Le persone non ci credono, non sono abituate a vedere donne in Finanza»: magari col passare degli anni, anche questo aspetto di percezione verso l'esterno progressivamente muterà.
Non solo otto marzo: umanità e rispetto al primo posto
Uno degli aspetti più preziosi emersi dall'incontro in caserma è stata l'importanza dell'aspetto umano, caratteriale e professionale di cui ognuna di queste lavoratrici è portatrice. Inoltre, tra i tanti argomenti affrontati, il principale tasto dolente è stato quello delle difficoltà legate alla distanza da casa, dalla propria terra d'origine. Delle 11 donne della Bat solo tre sono pugliesi: le altre provengono da Sicilia, Calabria e Lazio. E certamente questo amaro retro della medaglia, fatto di sacrifici, adattamenti in nuovi luoghi e lunghi e insopportabili spostamenti, non conosce differenze di genere.«Se la vita ci ha creati diversi in senso biologico, possiamo apprezzare queste differenze anche in senso metaforico e metafisico come utile confronto tra mondi diversi che perseguono gli stessi obiettivi» ha aggiunto il comandante provinciale, colonnello Pierluca Cassano. «Un punto di vista diverso non può fare altro che arricchire la vita, e in più è indubbio che la presenza femminile impreziosisce e ingentilisce quei tratti di un universo ontologicamente e per sua stessa storia maschilista. Plaudo dunque alle valenti e giovani finanziere del nostro comando per questo arricchimento e per la caparbietà con cui riescono, al nostro fianco, alla pari, a tenere il passo».
Andando avanti nel tempo, probabilmente in questa giornata parleremo sempre meno di numeri, statistiche e percentuali, ma di meriti, di impegno, di storie personali, fino al quell'utopistico momento in cui riusciremo a non vedere nemmeno più quelle differenze che oggi tanto ancora pesano nel mondo del lavoro.
In foto: il maresciallo capo Nadia De Lia, il maresciallo capo Angela Rizzi, il maresciallo ordinario Antonella Stabile, il maresciallo ordinario Erika Vulcano, il maresciallo Giada Lucia, la finanziera Federica Lentini Santo, la finanziera Emanuela Baglione, la finanziera Beatrice Petitto, la finanziera Giulia La Rocca.