Associazioni
«Esclusi dalla Disfida», protestano alcuni gruppi storici di Barletta
Disappunto da parte dei gruppi barlettani "Bardulos" e "I Cavalieri del Mito"
Barletta - venerdì 20 settembre 2019
10.51
Due lunghe lettere pubblicate sui social dal gruppo storico barlettano "I Cavalieri del Mito" e dal gruppo teatrale "Bardulos", esclusi quest'anno dagli eventi legati alla Disfida di Barletta, tingono di amarezza e rammarico gli appuntamenti che si stanno svolgendo in questi giorni in città. «Per ben cinque edizioni dal 2014/2018 con sacrificio, dedizione e passione incondizionata abbiamo rivesto il ruolo dei 13 Cavalieri Italiani - scrivono "I Cavalieri del Mito" - facendo fronte alle enormi difficoltà che un evento di questa portata comporta, soprattutto quando le risorse economiche a disposizione sono limitate. I soldi di cui oggi dispone l' amministrazione Cannito sono il risultato di finanziamenti proveniente da più parti (regione, ministero ect..) erogate anche in virtù della partecipazione a bandi di concorso che imponevano quale condizione necessaria per l'ottenimento del finanziamento l'aver ripetuto l'evento per il quale si chiedeva il contributo per più anni CONSECUTIVI. Anche in questo evidentemente abbiamo dato il nostro contributo più che concreto!» [...] «Ci si chiede: "quando i soldi finiranno... cosa già avvenuta in passato e che non tarderà a ripetersi visti i costi esorbitanti di questa edizione..." cosa ne sarà della Disfida di Barletta.... baluardo dello sviluppo turistico che in tanti si affrettano a paventare in ogni edizione?».
Amarezza condivisa dal gruppo storico Bardulos, tradizionalmente interpreti della rievocazione dell'Offesa: «Barletta, la sua Amministrazione e l'organizzazione che quest'anno ha ricevuto tanta investitura nell'organizzare l'amata Disfida, hanno ritenuto, con grande freddezza, che non avevano bisogno di noi. Tale freddezza non ci era però riservata solo qualche tempo fa, quando il comune di Barletta poteva aver bisogno del nostro gruppo e ci convocava con poco obolo, perché siamo appassionati, perché "bisogna resistere e alla fine faremo una Disfida più grande". Il Comune in quei momenti firmava determine che premiavano poco i gruppi barlettani che pur dovevano coprire spese di abiti, armature, prove, affitti. Elementi che la passione prova a coprire ma che non posso essere sempre pagati con la passione. Il Comune ancora in quei momenti non ci chiedeva curriculum, non voleva sapere che da 15 anni giriamo l'Italia con la stessa passione portando il calore della Disfida di Barletta ben indicando sul proprio gonfalone una certa città: Barletta. Proverbialmente poco amante dei propri compaesani. [...] Con orgoglio recavamo il nostro essere di Barletta, la città della Disfida. Orgoglio mostrato ad Alberto Angela, simpatico e professionale divulgatore della trasmissione Rai "Ulisse", quando la trasmissione parlò della cantina della Sfida e di Barletta, fu il nostro gruppo a mostrarne la veracità e la storia. L'apprezzato presentatore e il noto regista Cipollitti si congratularono con noi. Ma a quanto sembra tutto passa e lascia l'amarezza. [...] Sicuramente non si tratta di un problema economico data la gran quantità di denari garantiti ad altri gruppi e ad altri servizi, per la quasi totalità esterni alla città di Barletta. Nessun segreto: l'Albo Pretorio del Comune reca numeri a cinque cifre che invitiamo tutti a controllare per avere contezza di ciò che sta succedendo. E da tenere ben presente a consuntivo della manifestazione. Una Disfida dunque non di Barletta. Forse per i Barlettani, forse per i (pochi) turisti ma non di Barletta. Ne prendiamo atto. Con un tono freddo quale quello che ci è stato riservato. L'augurio che vada tutto bene è ovviamente presente, questa volta con il giusto calore. Amiamo troppo la nostra città per confondere le questioni».
Amarezza condivisa dal gruppo storico Bardulos, tradizionalmente interpreti della rievocazione dell'Offesa: «Barletta, la sua Amministrazione e l'organizzazione che quest'anno ha ricevuto tanta investitura nell'organizzare l'amata Disfida, hanno ritenuto, con grande freddezza, che non avevano bisogno di noi. Tale freddezza non ci era però riservata solo qualche tempo fa, quando il comune di Barletta poteva aver bisogno del nostro gruppo e ci convocava con poco obolo, perché siamo appassionati, perché "bisogna resistere e alla fine faremo una Disfida più grande". Il Comune in quei momenti firmava determine che premiavano poco i gruppi barlettani che pur dovevano coprire spese di abiti, armature, prove, affitti. Elementi che la passione prova a coprire ma che non posso essere sempre pagati con la passione. Il Comune ancora in quei momenti non ci chiedeva curriculum, non voleva sapere che da 15 anni giriamo l'Italia con la stessa passione portando il calore della Disfida di Barletta ben indicando sul proprio gonfalone una certa città: Barletta. Proverbialmente poco amante dei propri compaesani. [...] Con orgoglio recavamo il nostro essere di Barletta, la città della Disfida. Orgoglio mostrato ad Alberto Angela, simpatico e professionale divulgatore della trasmissione Rai "Ulisse", quando la trasmissione parlò della cantina della Sfida e di Barletta, fu il nostro gruppo a mostrarne la veracità e la storia. L'apprezzato presentatore e il noto regista Cipollitti si congratularono con noi. Ma a quanto sembra tutto passa e lascia l'amarezza. [...] Sicuramente non si tratta di un problema economico data la gran quantità di denari garantiti ad altri gruppi e ad altri servizi, per la quasi totalità esterni alla città di Barletta. Nessun segreto: l'Albo Pretorio del Comune reca numeri a cinque cifre che invitiamo tutti a controllare per avere contezza di ciò che sta succedendo. E da tenere ben presente a consuntivo della manifestazione. Una Disfida dunque non di Barletta. Forse per i Barlettani, forse per i (pochi) turisti ma non di Barletta. Ne prendiamo atto. Con un tono freddo quale quello che ci è stato riservato. L'augurio che vada tutto bene è ovviamente presente, questa volta con il giusto calore. Amiamo troppo la nostra città per confondere le questioni».