Viva
Enzo Delvy, missione deejay
Intervista al noto produttore barlettano. Finora pubblicate 25 compilation dance
Barletta - lunedì 2 agosto 2010
Enzo Delvy, all'anagrafe Delvecchio Vincenzo, classe '61, del segno dei pesci. Nasce nella città della Disfida e sin da piccolo cresce a pane, motori e funky soul, il genere musicale che più predilige. Da subito si innamora del ritmo e da presto si sposa con la musica (essenza per l'esistenza). Ha cominciato a comprare dischi (vinili) all'età di 10 anni, ed oggi a distanza di qualche lustro, vanta un'ampia collezione personale da mettere i brividi.
Nei '70 scoppia la febbre del ballo, è di moda ballare sulle terrazze o giù nelle cantine, ed è proprio in quel periodo che nasce l'idea (un po' per gioco e molto per amore) di intraprendere l'avventura di disc jockey. Subito dopo, con la nascita delle prime radio libere FM, arriva la svolta. Il tempo di un provino mai ultimato, e già a 15 anni dietro a un microfono, un mixer e due piatti "Lenco LS75" a cinghia.
Grazie al carisma dei suoi set incandescenti si guadagna la fiducia di un pubblico esigente e sempre più numeroso. Ad oggi , è anche produttore discografico , e finora ha pubblicato i suoi lavori su 25 compilation dance. Lo incontriamo nel suo negozio nel centro di Barletta.
Quanti vinili hai?
All'incirca 40.000 vinili.
Qual è stato il primo disco che hai comprato?
Può sembrare ridicolo, ma il primo disco acquistato fu un 45 giri di Lucio Battisti, Pensieri e parole , nel 1971.
Perché sei diventato dj?
Mi sono accorto che la musica era un'ottima compagnia, che non ti tradisce mai. Per questo ho scelto questa strada.
Quali sono state le più belle discoteche in cui hai suonato?
Indubbiamente il Blà – Blà ( storica discoteca barlettana ), il Blù Noir, ma soprattutto un locale illegale aperto da me con altri tre soci, l'Occhio. Questo locale si trovava nel centro storico di Barletta, vicino la Cattedrale. Fu inaugurato nel 1980, ma fui costretto a chiuderlo nel 1981, causa servizio militare.
Quali qualità dovrebbe avere un giovane che volesse diventare dj?
Passione sviscerata per la musica, grande cultura musicale, fare il dj è una missione.
Molti pensano che per diventare dj e guadagnare soldi, basti solo un mixer e due giradischi, tu che ne pensi?
Purtroppo questa è un'idea sbagliata che abbiamo trasmesso, forse perché chi ci guarda mixare dietro una consolle, crede sia facile. Inoltre i supporti fonografici sono cambiati, quando ho iniziato io, c'erano i vinili , che dovevo comprare a mie spese. Oggi si scarica tutto da internet, appropriandosi indebitamente della musica altrui.
Com'è l'ambiente dei dj barlettani?
C'è molto fermento, ma i ragazzi che si avvicinano al mestiere di dj devono imparare l'arte dell'umiltà. Si sentono già arrivati senza nemmeno avere iniziato, e così facendo, non si và da nessuna parte.
Quali sono i tuoi dischi preferiti?
Tutti i dischi di Van Mc Coy, BT – EXPRESS, T – CONNECTION, CROWNED HEIGHT AFFAIR, e il grande Cerrone.
Un disco da consigliare?
Ce ne sono tantissimi, piuttosto io consiglierei tutta la musica funky, soul, rithm ' n ' blues, poiché questi sono i pilastri della dance.
Cosa ami e cosa odi?
Amo l'arte musicale, ma senza l'uso ossessivo dei computer, che servono solo a completare la creazione di un brano musicale. Molti musicisti si credono tali usando solo software e computer. Odio l'arroganza, la mancanza di gratitudine che avverto nel mio lavoro, dove tanti mi copiano sfacciatamente.
Progetti futuri?
Continuare nelle produzioni musicali, sfornando altre canzoni , e sperando che tra queste spunti una hit mondiale, poi naturalmente continuare a suonare.
Nei '70 scoppia la febbre del ballo, è di moda ballare sulle terrazze o giù nelle cantine, ed è proprio in quel periodo che nasce l'idea (un po' per gioco e molto per amore) di intraprendere l'avventura di disc jockey. Subito dopo, con la nascita delle prime radio libere FM, arriva la svolta. Il tempo di un provino mai ultimato, e già a 15 anni dietro a un microfono, un mixer e due piatti "Lenco LS75" a cinghia.
Grazie al carisma dei suoi set incandescenti si guadagna la fiducia di un pubblico esigente e sempre più numeroso. Ad oggi , è anche produttore discografico , e finora ha pubblicato i suoi lavori su 25 compilation dance. Lo incontriamo nel suo negozio nel centro di Barletta.
Quanti vinili hai?
All'incirca 40.000 vinili.
Qual è stato il primo disco che hai comprato?
Può sembrare ridicolo, ma il primo disco acquistato fu un 45 giri di Lucio Battisti, Pensieri e parole , nel 1971.
Perché sei diventato dj?
Mi sono accorto che la musica era un'ottima compagnia, che non ti tradisce mai. Per questo ho scelto questa strada.
Quali sono state le più belle discoteche in cui hai suonato?
Indubbiamente il Blà – Blà ( storica discoteca barlettana ), il Blù Noir, ma soprattutto un locale illegale aperto da me con altri tre soci, l'Occhio. Questo locale si trovava nel centro storico di Barletta, vicino la Cattedrale. Fu inaugurato nel 1980, ma fui costretto a chiuderlo nel 1981, causa servizio militare.
Quali qualità dovrebbe avere un giovane che volesse diventare dj?
Passione sviscerata per la musica, grande cultura musicale, fare il dj è una missione.
Molti pensano che per diventare dj e guadagnare soldi, basti solo un mixer e due giradischi, tu che ne pensi?
Purtroppo questa è un'idea sbagliata che abbiamo trasmesso, forse perché chi ci guarda mixare dietro una consolle, crede sia facile. Inoltre i supporti fonografici sono cambiati, quando ho iniziato io, c'erano i vinili , che dovevo comprare a mie spese. Oggi si scarica tutto da internet, appropriandosi indebitamente della musica altrui.
Com'è l'ambiente dei dj barlettani?
C'è molto fermento, ma i ragazzi che si avvicinano al mestiere di dj devono imparare l'arte dell'umiltà. Si sentono già arrivati senza nemmeno avere iniziato, e così facendo, non si và da nessuna parte.
Quali sono i tuoi dischi preferiti?
Tutti i dischi di Van Mc Coy, BT – EXPRESS, T – CONNECTION, CROWNED HEIGHT AFFAIR, e il grande Cerrone.
Un disco da consigliare?
Ce ne sono tantissimi, piuttosto io consiglierei tutta la musica funky, soul, rithm ' n ' blues, poiché questi sono i pilastri della dance.
Cosa ami e cosa odi?
Amo l'arte musicale, ma senza l'uso ossessivo dei computer, che servono solo a completare la creazione di un brano musicale. Molti musicisti si credono tali usando solo software e computer. Odio l'arroganza, la mancanza di gratitudine che avverto nel mio lavoro, dove tanti mi copiano sfacciatamente.
Progetti futuri?
Continuare nelle produzioni musicali, sfornando altre canzoni , e sperando che tra queste spunti una hit mondiale, poi naturalmente continuare a suonare.