Politica
Elezioni, intervista a Stella Mele: «Cosa cambierà? Si respirerà più legalità»
Leale a Cannito, contro i consiglieri che lo sfiduciarono dice: «Il loro piano politico era l'assalto al Palazzo»
Barletta - sabato 19 marzo 2022
9.25
Già consigliera comunale sotto lo stemma della lista civica "Forza Barletta - Cannito sindaco", oggi nuovamente sostenitrice convinta dell'ex sindaco ma con il simbolo del suo partito, "Fratelli d'Italia". Stella Mele, alla luce della sua esperienza politica nella precedente amministrazione, racconta quello che è rimasto in sospeso dopo la mozione di sfiducia che portò alla caduta anticipata di Cannito, e illustra i progetti per la prossima tornata elettorale, non risparmiando stoccate agli ex colleghi di maggioranza.
Lealtà fino all'ultimo. Tra i vari componenti della compagine Cannito, lei è stata tra le più fedeli anche nei momenti di maggiore crisi. Sarà una esperienza quindi nel segno della continuità e cosa cambierà rispetto a quanto abbiamo già visto?
«"Pacta sunt servanda". I "patti vanno rispettati". È l'ammonimento alla base del diritto romano e quindi della società, quella società alla quale chiediamo il consenso a poterla rappresentare. Quel consenso l'ho onorato fino all'ultimo giorno di amministrazione, pur non essendo mancati momenti di contrasto con il Primo cittadino, ma che mai mi hanno vista essere una sua cospiratrice.
Il sostegno di Fratelli d'Italia alla candidatura a Sindaco di Mino Cannito è la naturale prosecuzione di un percorso iniziato quattro anni fa, un percorso che ci ha visti lavorare al suo fianco fino all'ultimo, nell'esclusivo interesse generale e non personale, raggiungendo in tre anni (di cui uno e mezzo di pandemia) obiettivi che nessuna amministrazione aveva raggiunto in così poco tempo. Una scelta su un candidato sindaco diverso sarebbe stata oggettivamente incomprensibile. Cosa cambierà? Cambierà l'aria. Si respirerà più legalità». Ha definito "inganno" ciò che poi ha portato alla conclusione anticipata dell'esperienza di Cannito. Come giudica quanto accaduto tra i vostri ex colleghi di maggioranza?
«Quanto accaduto appartiene a un modo di fare politica da cui ci sentiamo distanti anni luce, in virtù di quel patto con i cittadini di cui alludo in premessa, perché tradire la fiducia equivale ad ingannare chi l'ha riposta in te. Gli ex consiglieri di maggioranza firmatari di una mozione di sfiducia priva di reali motivi politici, perché motivata esclusivamente da ambizioni personali, quella fiducia l'hanno tradita tre volte: hanno tradito la fiducia degli elettori, del Sindaco che li ha accolti nella sua squadra di governo e hanno tradito se stessi firmando una mozione che sfiduciava il loro stesso operato.
Tuttavia, a chi ha risposto al richiamo del centrosinistra nel far cadere l'amministrazione, va riconosciuto il merito di aver finalmente reso edotti i cittadini del reale piano politico che li ha animati: l'assalto al Palazzo. Quanto accaduto dovrebbe davvero fare riflettere tutti i cittadini barlettani e soprattutto gli elettori di centrosinistra. Un centrosinistra che a Barletta si sente "PADRONE DELLE ISTITUZIONI"».
Prima, nel 2018, una importante esperienza di civismo, senza i loghi ufficiali dei partiti. Stavolta un candidato sindaco storicamente socialista che diventa baluardo delle destre barlettane. Vuol dire che volti e personalità dei singoli sono più forti dei simboli e delle ideologie politiche?
«Nel 2018 la nostra scelta fu animata dalla volontà di aprirci a quella parte di società civile che, legittimamente, spesso non si riconosce nei partiti. L'elettorato, che è sempre sovrano, non a caso premiò quella scelta. Ciò che è successo dopo è storia nota a tutti. Per questo oggi, la presenza dei simboli nonché delle segreterie politiche si rivela centrale e dirimente perché l'appartenenza ad un partito garantisce chiarezza, coordinamento e quindi affidabilità. Cannito certamente vanta un percorso socialista che fa bene a rivendicare. È la sua storia.
Ciò che invece meriterebbe una riflessione è che Cannito ha optato per una scelta molto più nobile: essere sostenuto da chi ha mostrato rigore ed affidabilità nella gestione della cosa pubblica. A sinistra gli appelli rivolti a tutte le forze politiche "al di là delle ideologie nel segno di un percorso responsabile" sono miseramente falliti e questa è una propizia occasione per dimostrare quanto certa sinistra riscopra il valore della responsabilità solo alla vigilia della campagna elettorale.
Tutto questo procura solo sgomento e voglia di tornare ad avere una classe politica seria e responsabile».
Barletta è una città di cantieri aperti, con problematiche legate alla criminalità e alla sicurezza, al mancato sviluppo turistico tanto agognato… Nel programma elettorale della vostra coalizione, quale sarà il primo punto all'ordine del giorno?
«Ovviamente la risposta non può che essere quella di Stella Mele anche perché il programma di coalizione sarà condiviso con tutte le forze politiche in campo e con il candidato Sindaco. Credo, però, che sia necessario porre tra i primi obiettivi quello di riorganizzare la macchina amministrativa affinché si possano completare cantieri avviati e affrontare le sfide e le opportunità legate al PNRR.
La politica deve avere il ruolo di indirizzo politico e la macchina amministrativa quello di lavorare affinché la città possa rimettersi in corsa. Purtroppo, in questi ultimi anni, chi doveva svolgere il ruolo di esecutore ha spesso cercato di sovrapporsi alla politica senza aver però avuto mandato dai cittadini.
C'è tanta legittima disaffezione nei confronti della politica, ma un cambiamento è ancora possibile».
Lealtà fino all'ultimo. Tra i vari componenti della compagine Cannito, lei è stata tra le più fedeli anche nei momenti di maggiore crisi. Sarà una esperienza quindi nel segno della continuità e cosa cambierà rispetto a quanto abbiamo già visto?
«"Pacta sunt servanda". I "patti vanno rispettati". È l'ammonimento alla base del diritto romano e quindi della società, quella società alla quale chiediamo il consenso a poterla rappresentare. Quel consenso l'ho onorato fino all'ultimo giorno di amministrazione, pur non essendo mancati momenti di contrasto con il Primo cittadino, ma che mai mi hanno vista essere una sua cospiratrice.
Il sostegno di Fratelli d'Italia alla candidatura a Sindaco di Mino Cannito è la naturale prosecuzione di un percorso iniziato quattro anni fa, un percorso che ci ha visti lavorare al suo fianco fino all'ultimo, nell'esclusivo interesse generale e non personale, raggiungendo in tre anni (di cui uno e mezzo di pandemia) obiettivi che nessuna amministrazione aveva raggiunto in così poco tempo. Una scelta su un candidato sindaco diverso sarebbe stata oggettivamente incomprensibile. Cosa cambierà? Cambierà l'aria. Si respirerà più legalità». Ha definito "inganno" ciò che poi ha portato alla conclusione anticipata dell'esperienza di Cannito. Come giudica quanto accaduto tra i vostri ex colleghi di maggioranza?
«Quanto accaduto appartiene a un modo di fare politica da cui ci sentiamo distanti anni luce, in virtù di quel patto con i cittadini di cui alludo in premessa, perché tradire la fiducia equivale ad ingannare chi l'ha riposta in te. Gli ex consiglieri di maggioranza firmatari di una mozione di sfiducia priva di reali motivi politici, perché motivata esclusivamente da ambizioni personali, quella fiducia l'hanno tradita tre volte: hanno tradito la fiducia degli elettori, del Sindaco che li ha accolti nella sua squadra di governo e hanno tradito se stessi firmando una mozione che sfiduciava il loro stesso operato.
Tuttavia, a chi ha risposto al richiamo del centrosinistra nel far cadere l'amministrazione, va riconosciuto il merito di aver finalmente reso edotti i cittadini del reale piano politico che li ha animati: l'assalto al Palazzo. Quanto accaduto dovrebbe davvero fare riflettere tutti i cittadini barlettani e soprattutto gli elettori di centrosinistra. Un centrosinistra che a Barletta si sente "PADRONE DELLE ISTITUZIONI"».
Prima, nel 2018, una importante esperienza di civismo, senza i loghi ufficiali dei partiti. Stavolta un candidato sindaco storicamente socialista che diventa baluardo delle destre barlettane. Vuol dire che volti e personalità dei singoli sono più forti dei simboli e delle ideologie politiche?
«Nel 2018 la nostra scelta fu animata dalla volontà di aprirci a quella parte di società civile che, legittimamente, spesso non si riconosce nei partiti. L'elettorato, che è sempre sovrano, non a caso premiò quella scelta. Ciò che è successo dopo è storia nota a tutti. Per questo oggi, la presenza dei simboli nonché delle segreterie politiche si rivela centrale e dirimente perché l'appartenenza ad un partito garantisce chiarezza, coordinamento e quindi affidabilità. Cannito certamente vanta un percorso socialista che fa bene a rivendicare. È la sua storia.
Ciò che invece meriterebbe una riflessione è che Cannito ha optato per una scelta molto più nobile: essere sostenuto da chi ha mostrato rigore ed affidabilità nella gestione della cosa pubblica. A sinistra gli appelli rivolti a tutte le forze politiche "al di là delle ideologie nel segno di un percorso responsabile" sono miseramente falliti e questa è una propizia occasione per dimostrare quanto certa sinistra riscopra il valore della responsabilità solo alla vigilia della campagna elettorale.
Tutto questo procura solo sgomento e voglia di tornare ad avere una classe politica seria e responsabile».
Barletta è una città di cantieri aperti, con problematiche legate alla criminalità e alla sicurezza, al mancato sviluppo turistico tanto agognato… Nel programma elettorale della vostra coalizione, quale sarà il primo punto all'ordine del giorno?
«Ovviamente la risposta non può che essere quella di Stella Mele anche perché il programma di coalizione sarà condiviso con tutte le forze politiche in campo e con il candidato Sindaco. Credo, però, che sia necessario porre tra i primi obiettivi quello di riorganizzare la macchina amministrativa affinché si possano completare cantieri avviati e affrontare le sfide e le opportunità legate al PNRR.
La politica deve avere il ruolo di indirizzo politico e la macchina amministrativa quello di lavorare affinché la città possa rimettersi in corsa. Purtroppo, in questi ultimi anni, chi doveva svolgere il ruolo di esecutore ha spesso cercato di sovrapporsi alla politica senza aver però avuto mandato dai cittadini.
C'è tanta legittima disaffezione nei confronti della politica, ma un cambiamento è ancora possibile».