Archivio di Stato Barletta
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Ecco il 2019 dell'Archivio di Stato di Barletta

Michele Grimaldi: «Un anno denso per l'Archivio di Stato di Barletta, ma il 2020 si prospetta ancora più "pieno" per la cultura della città»

«Nella veste di Responsabile, permettetemi di "raccontarvi" l'intensissimo percorso culturale e soprattutto storico-didattico, effettuato dall'Archivio di Stato di Barletta per l'intero, fitto e gratificante 2019». A tracciare il bilancio della attività svolte dall'Archivio di Stato, durante l'anno appena concluso, è Michele Grimaldi, Responsabile della Sezione di Archivio di Stato di Barletta.

«L'inizio dell'anno è stato veramente pregno di lavoro - prosegue Grimaldi - Infatti si parte con la mostra dal titolo "Le Radici, il Ricordo…il Futuro" allestita per celebrare il "Giorno del Ricordo" con una mostra documentale - fotografica sulle Foibe e l'esodo Giuliano Dalmata, prima volta nella Città della Disfida, allestita presso Palazzo della Marra a Barletta dal 7 al 28 febbraio, nata dalla collaborazione tra la Sezione di Archivio di Stato di Barletta e l'Associazione Nazionale Culturale Famiglia Dignanese con il Comune di Barletta, che ha concesso il patrocinio».

«Visto il notevolissimo successo ottenuto, la stessa mostra, su espressa richiesta del Comune di Bari che ha poi concesso anche il suo patrocinio, è stata allestita nello splendido scenario della sede dell'Archivio di Stato di Bari dove è stata inaugurata dal Direttore Generale degli Archivi la Dott. Anna Maria Buzzi. Nel frattempo era ripartita l'iniziativa, al suo terzo anno, curata dall'Archivio in collaborazione con il Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia "Barletta intervista l'Archivista". L'intervista, con domande elaborate dagli alunni sulla base degli appunti raccolti durante la lezione, ha costituito l'asse portante delle attività, così da formare i partecipanti all'approccio comunicazionale ed alla riscoperta dello sterminato patrimonio culturale conservato, reso fruibile nell'ambito della migliore divulgazione su base scientifica».

«Dopo la pausa estiva si è ripartiti con due iniziative, praticamente una dopo l'altra, che hanno segnato in modo indelebile il 2019. Per le Giornate Europee del Patrimonio 2019, l'11 settembre, presso Palazzo Prefettura a Barletta, è stata inaugurata la mostra storico-documentaria e video-fotografica "Il Crollo di via Canosa…60 Anni dopo". L'evento promosso dalla Sezione di Archivio di Stato di Barletta e dalla Prefettura Barletta Andria Trani, in collaborazione con il Gruppo di lavoro costituitosi fra i Parenti delle Vittime e con il Patrocinio del Senato della Repubblica, ha voluto ricordare il luttuoso avvenimento, opera della mala edilizia che, alle 6,25 del 16 settembre 1959, costò la vita a 58 persone».

«Dopo soli 15 giorni, per la manifestazione nazionale promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo "Domenica di Carta 2019", il 13 ottobre, presso la sede della Sezione di Archivio di Stato di Barletta, è stato possibile visitare la mostra documentaria fotografica "Barletta Città dell'accoglienza. I campi profughi 1947/1950". L'iniziativa pensata dalla Sezione di Archivio di Stato di Barletta e dall'Associazione Arte, Cultura, Turismo "Virgilio" in collaborazione con il Comune di Barletta, ha trattato, con un suggestivo mix tra i documenti della Sezione di Archivio di Barletta, dell'Archivio di Stato di Bari e il materiale fotografico faticosamente reperito dall'Associazione "Virgilio", dei principali campi profughi presenti nell'Italia meridionale ed in particolare in Puglia, dove erano attivi quelli di Barletta, Trani, Palese ed uno nella città di Bari».

«Dulcis in fundo - conclude Michele Grimaldi - giovedì 12 dicembre 2019, alle ore 11,30, a Roma presso la sala Koch di Palazzo Madama sede del Senato, è stato presentato in anteprima il catalogo della mostra storico-documentaria e video-fotografica "Il Crollo di via Canosa…60 Anni dopo". Considerarlo un anno denso per l'Archivio di Stato di Barletta sarebbe riduttivo? Penso proprio di no e comunque il 2020 si prospetta ancora più "pieno" per la cultura di Barletta».
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