Ecco cosa fu il settembre 1943 per la città di Barletta
La nota del presidente dell'Anpi Bat, Roberto Tarantino, a 78 anni dall'eccidio di piazza Caduti
E, ancora:...a Barletta hanno chiamato a raccolta la popolazione, dicendo che avrebbero distribuito i viveri, e invece hanno tirato fuori le mitragliatrici e hanno sparato, cose del genere hanno fatto. Poi, per strada, strappavano orologi e anelli, come i banditi. Ce l'hanno raccontato i soldati stessi, di come hanno infierito.
Questo risulta dalle intercettazioni dei militari tedeschi prigionieri degli Alleati riportate in "Soldaten" Collezione storica Garzanti, 2012.In Italia, in ogni posto dove arrivavamo, il tenente ci diceva sempre: "Per prima cosa facciamone fuori qualcuno!". Diceva: "Allora, fatene fuori venti, così avremo un po' di calma, che non si facciano strane idee!". (Risate.) Tutti sulla piazza del mercato, poi arrivava uno con il mitra, rrr-rum, e tutti a terra". Poi diceva: "Benissimo! Porci!". Aveva una tale rabbia nei confronti degli Italiani, da non crederci!
Solo grazie al lavoro coraggioso, capillare e ostinato di privati cittadini barlettani, sostenuti – poi – da valenti storici e giornalisti (ricordo, per tutti, Gerhard Schreiber, Roberto Olla, Vito Antonio Leuzzi, Mario Pirani…) è stato possibile ricostruire l'inoppugnabile verità storica dei fatti del settembre 1943, al di là delle "chiacchiere di paese", degli arbitrari racconti, dei giudizi fantasiosi, infondati, di parte. L'unicità di ciò che Barletta visse in quelle tragiche giornate è stata riconosciuta con il conferimento di due medaglie d'oro per la Resistenza che pochissime città in Italia possono vantare, e di ciò ogni Barlettano dovrebbe essere orgoglioso e attento e geloso custode.
Eppure, mi sembra che così non è: in occasione del settantottesimo anniversario del settembre 1943 si deporrà solo una corona alla lapide che ricorda l'eccidio dei dieci vigili urbani e dei due netturbini. E le altre vittime civili, i bambini, le donne, gli anziani feriti o uccisi? E i militari che rimasero al loro posto a combattere una eroica e sfortunata battaglia in difesa di Barletta? Certo, l'eccidio dell'ex Palazzo delle Poste va ricordato adeguatamente perché ha un grande valore simbolico nella memoria collettiva cittadina, ma non è ragione sufficiente per ignorare tutto il resto, a meno che non si voglia tornare al passato e annullare ciò che negli ultimi trent'anni è stato fatto per scoprire e ricostruire quanto veramente avvenuto nella nostra città.
Dietro questa decisione, ci sono ragioni legate alla prudenza che è necessario osservare in tempo di covid? E, allora, le altre manifestazioni che si svolgeranno nella nostra città in questi giorni? Personalmente, come cittadino e come presidente dell'ANPI BAT, continuerò a raccontare gli eventi del settembre 1943. Non mi arrendo e non mi lascio scoraggiare».