Politica
E’ Vitobello il candidato sindaco del centrodestra
Presentata in conferenza stampa la sfidante di Maffei. «Adesso facciamo rinascere Barletta»
Barletta - mercoledì 23 marzo 2011
Chi si aspettava un ennesimo colpo di scena nella tormentata scelta del candidato sindaco per il centrodestra è rimasto deluso. Questa volta tutto pare essere andato liscio per il centrodestra barlettano e Mariagrazia Vitobello ha ufficializzato in conferenza stampa, raggiante di gioia, la sua candidatura allo scranno di primo cittadino.
A sostenerla il presidente della provincia Ventola che ha promesso che le sarà vicino durante la campagna elettorale "mettendoci la faccia" e Giovanni Alfarano, uomo forte del centrodestra locale, fresco dell'incontro romano con il ministro Fitto e con Bartolo Tatò, come confermatoci dallo stesso Alfarano. Pare che il ministro abbia voluto incontrare l'imprenditore per capire quali siano state le motivazioni che lo hanno indotto a non cimentarsi nell'impresa elettorale, ma è difficile credere che Fitto si sia lasciato scappare l'occasione e non abbia chiesto a Tatò, per un'ultima volta, di ripensarci. La candidatura della Vitobello è quindi arrivata improvvisa ed era sino a qualche settimana fa imprevedibile. Nei fatti è stata resa possibile dal rifiuto secco (e continuato) di Tatò. E' vero, il centrodestra almeno un problema ieri lo ha risolto, diamogliene atto. Ma la candidatura porta con sé tutti i problemi connessi alle scelte improvvise, alle scelte che in gergo militare verrebbero chiamate di "ritirata" o - siamo buoni - di "copertura".
All'ordine del giorno per la Vitobello ci sono almeno tre problemi: il primo è legato ad un auspicabile allargamento della coalizione, magari al centro, area politica dalla quale la Vitobello proviene. Cosi attrezzata questa coalizione difficilmente metterà in pensiero la "gioiosa macchina da guerra" del centrosinistra. Il secondo problema è di tempo: Maffei è in campagna elettorale ormai da mesi e il centrodestra dovrà correre in fretta per riprendere il passo; a questo problema è collegato quello del programma, sinora soltanto accennato ma ancora sconosciuto ai barlettani. Infine c'è un problema politico centrale di difficile risoluzione che la Vitobello dovrà affrontare e che forse peserà sull'esito finale della competizione: bisognerà convincere i barlettani che quello della Vitobello non è un nome di ripiego nato dalla necessità di trovare un nome "purchessia" (prima di lei hanno infatti rifiutato la candidatura altri nomi illustri del centrodestra, tra cui lo stesso Alfarano), ma che è il nome che può battere Maffei. Ma, prima dei barlettani, di questo la Vitobello dovrà convincere i suoi, altrimenti non farà lunga strada.
A onor del vero la candidata sindaco ci è parsa caparbia e realmente determinata a dar battaglia al sindaco uscente, e l'ambiente ci è parso rilassato; forse però, ad un occhio più attento, magari più maligno, quella rilassatezza sembrava tanto quella di chi è consapevole che, viste le carte, non abbia poi più tanto da perdere.
A sostenerla il presidente della provincia Ventola che ha promesso che le sarà vicino durante la campagna elettorale "mettendoci la faccia" e Giovanni Alfarano, uomo forte del centrodestra locale, fresco dell'incontro romano con il ministro Fitto e con Bartolo Tatò, come confermatoci dallo stesso Alfarano. Pare che il ministro abbia voluto incontrare l'imprenditore per capire quali siano state le motivazioni che lo hanno indotto a non cimentarsi nell'impresa elettorale, ma è difficile credere che Fitto si sia lasciato scappare l'occasione e non abbia chiesto a Tatò, per un'ultima volta, di ripensarci. La candidatura della Vitobello è quindi arrivata improvvisa ed era sino a qualche settimana fa imprevedibile. Nei fatti è stata resa possibile dal rifiuto secco (e continuato) di Tatò. E' vero, il centrodestra almeno un problema ieri lo ha risolto, diamogliene atto. Ma la candidatura porta con sé tutti i problemi connessi alle scelte improvvise, alle scelte che in gergo militare verrebbero chiamate di "ritirata" o - siamo buoni - di "copertura".
All'ordine del giorno per la Vitobello ci sono almeno tre problemi: il primo è legato ad un auspicabile allargamento della coalizione, magari al centro, area politica dalla quale la Vitobello proviene. Cosi attrezzata questa coalizione difficilmente metterà in pensiero la "gioiosa macchina da guerra" del centrosinistra. Il secondo problema è di tempo: Maffei è in campagna elettorale ormai da mesi e il centrodestra dovrà correre in fretta per riprendere il passo; a questo problema è collegato quello del programma, sinora soltanto accennato ma ancora sconosciuto ai barlettani. Infine c'è un problema politico centrale di difficile risoluzione che la Vitobello dovrà affrontare e che forse peserà sull'esito finale della competizione: bisognerà convincere i barlettani che quello della Vitobello non è un nome di ripiego nato dalla necessità di trovare un nome "purchessia" (prima di lei hanno infatti rifiutato la candidatura altri nomi illustri del centrodestra, tra cui lo stesso Alfarano), ma che è il nome che può battere Maffei. Ma, prima dei barlettani, di questo la Vitobello dovrà convincere i suoi, altrimenti non farà lunga strada.
A onor del vero la candidata sindaco ci è parsa caparbia e realmente determinata a dar battaglia al sindaco uscente, e l'ambiente ci è parso rilassato; forse però, ad un occhio più attento, magari più maligno, quella rilassatezza sembrava tanto quella di chi è consapevole che, viste le carte, non abbia poi più tanto da perdere.