Religioni
«Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro»
Premura del prossimo nel Vangelo di Matteo commentato da don Vito Carpentiere
Barletta - domenica 7 settembre 2014
11.12
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Possiamo sintetizzare mirabilmente il vangelo della presente domenica e tutta la liturgia della Parola di oggi con il ritornello al salmo responsoriale: "Ascoltate oggi la voce del Signore". Perché? In qualunque situazione ci ritroviamo, sia con una coscienza serena sia con una inquieta, il Signore ha sempre una Parola amorevole, un timbro di voce squisitamente paterno! Ovvero vivificante, sanante!
Il tema centrale del vangelo è, infatti, la correzione fraterna, o l'ostinata premura del prossimo. Questo vangelo ha ispirato una prassi monastica perpetuatasi a lungo nelle diverse comunità religiose, finalizzata a ricomporre gli eventuali conflitti e rafforzare lo spirito di comunione fraterna. Peccato che lungo il tempo sia caduta in oblio. Essa potrebbe tornare in auge non solo nelle comunità religiose ma "dove si trovano due o tre", quindi anche nelle nostre famiglie. Come? Secondo l'insegnamento di San Paolo "facendo la verità nella carità", ovvero anteponendo il bene dell'altro alla sincerità del giudizio; assumendo l'atteggiamento della sentinella che custodisce e si prende cura, non accusa. La correzione fraterna, infatti, non è lo scopo della vita comunitaria ma uno tra i sentieri da percorrere perché l'altro ritorni in sé e "ascoltando la voce del Signore" ritrovi la pace perduta col peccato. E questo perché sull'esempio di Cristo, che invece di avere il dito puntato è "la mano che il Padre tende ai peccatori", anche noi impariamo ad usare la sua ostinata misericordia.
Buona domenica a tutti! Il Giorno del Signore, che è fatto di riposo dal lavoro, ci aiuti a staccarci per un giorno solo dal guadagno in borsa per allenarci nel guadagno del fratello.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Possiamo sintetizzare mirabilmente il vangelo della presente domenica e tutta la liturgia della Parola di oggi con il ritornello al salmo responsoriale: "Ascoltate oggi la voce del Signore". Perché? In qualunque situazione ci ritroviamo, sia con una coscienza serena sia con una inquieta, il Signore ha sempre una Parola amorevole, un timbro di voce squisitamente paterno! Ovvero vivificante, sanante!
Il tema centrale del vangelo è, infatti, la correzione fraterna, o l'ostinata premura del prossimo. Questo vangelo ha ispirato una prassi monastica perpetuatasi a lungo nelle diverse comunità religiose, finalizzata a ricomporre gli eventuali conflitti e rafforzare lo spirito di comunione fraterna. Peccato che lungo il tempo sia caduta in oblio. Essa potrebbe tornare in auge non solo nelle comunità religiose ma "dove si trovano due o tre", quindi anche nelle nostre famiglie. Come? Secondo l'insegnamento di San Paolo "facendo la verità nella carità", ovvero anteponendo il bene dell'altro alla sincerità del giudizio; assumendo l'atteggiamento della sentinella che custodisce e si prende cura, non accusa. La correzione fraterna, infatti, non è lo scopo della vita comunitaria ma uno tra i sentieri da percorrere perché l'altro ritorni in sé e "ascoltando la voce del Signore" ritrovi la pace perduta col peccato. E questo perché sull'esempio di Cristo, che invece di avere il dito puntato è "la mano che il Padre tende ai peccatori", anche noi impariamo ad usare la sua ostinata misericordia.
Buona domenica a tutti! Il Giorno del Signore, che è fatto di riposo dal lavoro, ci aiuti a staccarci per un giorno solo dal guadagno in borsa per allenarci nel guadagno del fratello.