Scuola e Lavoro
Diviccaro: «Basta vestiti d’Arlecchino, il Garrone è disseminato per Barletta»
Incontro presso il “Garrone” per risolverne il «triste destino»
Barletta - sabato 20 settembre 2014
0.50
È stata intensa e ricca di appuntamenti la mattinata di ieri in merito alla sentita tematica dell'edilizia scolastica. La "contesa" – se così si vuol chiamare richiamando impropriamente ai certami tanto cari alla Città della Disfida – riguarda 20 aule, richieste dall'Istituto "Garrone" visto il boom di iscrizioni dell'ultimo anno, a cui la provincia prima ha risposto affidando in gestione l'intero plesso "Fermi", salvo poi propendere per l'utilizzo di 16 aule (8 dell'Istituto "Cassandro" e 8 dell'Istituto "Nervi"). Tra la confusione e l'agitazione di questi giorni, chi ci rimette, ancora una volta, sono gli studenti, che dal 10 settembre sono costretti a fare i doppi turni. Presso l'Auditorium dell'Istituto "Garrone", ieri mattina il dirigente Diviccaro e il presidente del Consiglio d'Istituto Dibello hanno tenuto una conferenza stampa per palesare i problemi dell'istituto, e per chiedere l'intervento urgente delle istituzioni. All'incontro erano presenti Antonio Divincenzo, assessore del Comune di Barletta in rappresentanza anche del sindaco Cascella, i consiglieri comunali Cascella e Cannito e i consiglieri regionali Mennea e Caracciolo. I rappresentanti presenti, pur appartenendo a correnti di pensiero diverse, hanno espresso vicinanza al "Garrone". Arriva da Cannito la proposta di indire un consiglio comunale monotematico sul tema, per affrontare di petto – ed una volta per tutte – l'annosa questione delle aule da destinare all'istituto di via Cassandro.
Sono però le parole di Antonio Diviccaro, preside dell'istituto, a sottolineare l'amarezza dell'intera popolazione scolastica, per una questione che non è certo l'ultima urgenza all'ordine del giorno: «È il quarto anno che viviamo questa commedia dell'assurdo – esordisce il dirigente scolastico Diviccaro-. Il "Garrone", per la quarta volta, è costretto ad accettare delle sedi succursali spezzettate per Barletta perché non viene dotato delle aule che siano sufficienti a garantire i livelli essenziali di prestazione dell'obbligo di istruzione e del diritto allo studio. Tre anni fa al "Garrone" sono state date alcune aule del plesso della scuola media "San Domenico Savio", due anni fa sono state date cinque aule dell'istituto "Nervi", l'anno scorso ci sono state attribuite cinque aule dell'istituto "Nervi" e cinque dell'istituto "Cassandro". Quest'anno, c'è una proposta della provincia che è datata 18 settembre ore 16:30. Andremo a vedere questa proposta e capiremo di cosa si tratta. Io credo che si tratti di un triste destino per un istituto che non ha mai visto la costruzione di un edificio che lo potesse ospitare, essere costretto ogni anno ad iniziare l'anno scolastico con i doppi turni, e costringere le famiglie, in particolare quelle particolarmente sfortunate, ad affrontare questa soluzione. Il Garrone conta ben 93 alunni disabili, e negli anni passati nessuno ha mai garantito un livello di inclusione scolastica che fosse degno di una nazione civile. Oltre agli ambienti che ospitano le aule, il Garrone necessita di aule per le esigente dei docenti, ma ancora di più per le esigenze degli alunni disabili e degli alunni con bisogni educativi speciali, per un totale di 131 alunni».
«Questa situazione è stata presentata sin dal novembre del 2013, la conoscono tutti perché è il quarto anno di peregrinazioni. Si continua a dire che si adottano provvedimenti tampone. C'era stata la promessa di collocare almeno la sede succursale in un unico plesso, cosa che avrebbe consentito l'organizzazione di un programma di intervento nei confronti dei comportamenti-problema degli alunni disabili e di tutte le emergenze, e invece così non è stato. Abbiamo ancora un vestito di Arlecchino. Il Garrone è l'unica scuola di Barletta ad essere disseminata sul territorio con grave disagio per le famiglie, per l'utenza, ma anche per l'organizzazione. Non raccolgo nessuna provocazione, non raccolgo nessuna offesa: constato che, per essere semplicemente colui che esplicita e cerca di difendere i diritti dei cittadini barlettani più deboli, mi trovo in una situazione mediatica sfavorevole, sarò molto probabilmente soggetto ad un massacro mediatico semplicemente per il fatto di interpretare seriamente il proprio ruolo. Non attribuisco colpe a nessuno, chiedo semplicemente alla cittadinanza, ai responsabili politici e amministrativi di riflettere su quello che sta succedendo».
Va a fondo, nel suo intervento, il presidente del Consiglio d'Istituto, Carlo Dibello, che ha voluto sottolineare l'importanza del Garrone in quanto polo per la disabilità e centro di accoglienza di studenti con varie disabilità, evidenziando anche che le richieste della popolazione scolastica trovano conforto anche nella legislazione italiana: «L'istituto Garrone è polo per la disabilità. Questo non è un fregio di cui menare vanto. Questo ha delle ricadute, perché non solo qui c'è uno staff specializzato con studi specifici in grado di affiancare difficoltà ad inserirsi nella società. Il Garrone è polo per disabilità per la messa a disposizione di ambienti per episodi che si vengono a registrare quasi quotidianamente. Sottolineata questa peculiarità dell'istituto, richiamerei l'attenzione su un dato: chiunque ricopra incarichi di responsabilità in ambito pubblico ha davanti a sé dei punti di riferimento, che sono le leggi, stella polare di ogni cittadino. Dobbiamo cercare di capire se questa legge dello stato, la numero 23 del 1996, varata addirittura 18 anni fa, e che non ci risulta sia stata abrogata tantomeno implicitamente, possa essere il nostro punto di riferimento. 18 anni fa, il legislatore statale ha dato delle norme, dirette a disciplinare l'edilizia scolastica. Ha detto "Le strutture edilizie costituiscono elemento fondamentale e integrante del sistema scolastico. Obiettivo della presente legge è assicurare a tali strutture uno sviluppo qualitativo e una collocazione sul territorio adeguati alla costante evoluzione delle dinamiche formative, culturali, economiche e sociali"».
«"La programmazione degli interventi per le finalità di cui al comma 1 deve garantire:
Il soddisfacimento del fabbisogno immediato di aule, riducendo gli indici di carenza delle diverse regioni entro la media nazionale;
La riqualificazione del patrimonio esistente, in particolare di quello avente valore storico-monumentale;
L'adeguamento alle norme vigenti in materia di agibilità, sicurezza e igiene;
L'adeguamento delle strutture edilizie alle esigenze della scuola, ai processi di riforma degli ordinamenti e dei programmi, all'innovazione didattica e alla sperimentazione;
Una equilibrata organizzazione territoriale del sistema scolastico, anche con riferimento agli andamenti demografici;
La disponibilità da parte di ogni scuola di palestre e impianti sportivi di base;
La piena utilizzazione delle strutture scolastiche da parte della collettività"»
.
«L'articolo due della legge, è ancora più chiaro in merito alla problematica: "Può essere finanziata in base alla presente legge la costruzione e il completamento di edifici scolastici, nonché l'acquisto e l'eventuale riadattamento di immobili adibiti o da adibire a uso scolastico, in particolare al fine di eliminare le locazioni a carattere oneroso, i doppi turni di frequenza scolastica e l'utilizzazione impropria di stabili che non siano riadattabili". Diciotto anni fa il legislatore statale si preoccupava di scongiurare i doppi turni scolastici. La stessa legge individua nelle province gli enti competenti in materia di edilizia scolastica concernente gli edifici scolastici per gli istituti secondari».
La faccenda legata alle aule del "Garrone" va avanti a colpi di scena, ma l'auspicio di tutte le persone coinvolte è quello che la questione possa dirimersi al più presto, e che gli studenti barlettani possano tornare, quanto prima, a svolgere regolarmente lezione.
Sono però le parole di Antonio Diviccaro, preside dell'istituto, a sottolineare l'amarezza dell'intera popolazione scolastica, per una questione che non è certo l'ultima urgenza all'ordine del giorno: «È il quarto anno che viviamo questa commedia dell'assurdo – esordisce il dirigente scolastico Diviccaro-. Il "Garrone", per la quarta volta, è costretto ad accettare delle sedi succursali spezzettate per Barletta perché non viene dotato delle aule che siano sufficienti a garantire i livelli essenziali di prestazione dell'obbligo di istruzione e del diritto allo studio. Tre anni fa al "Garrone" sono state date alcune aule del plesso della scuola media "San Domenico Savio", due anni fa sono state date cinque aule dell'istituto "Nervi", l'anno scorso ci sono state attribuite cinque aule dell'istituto "Nervi" e cinque dell'istituto "Cassandro". Quest'anno, c'è una proposta della provincia che è datata 18 settembre ore 16:30. Andremo a vedere questa proposta e capiremo di cosa si tratta. Io credo che si tratti di un triste destino per un istituto che non ha mai visto la costruzione di un edificio che lo potesse ospitare, essere costretto ogni anno ad iniziare l'anno scolastico con i doppi turni, e costringere le famiglie, in particolare quelle particolarmente sfortunate, ad affrontare questa soluzione. Il Garrone conta ben 93 alunni disabili, e negli anni passati nessuno ha mai garantito un livello di inclusione scolastica che fosse degno di una nazione civile. Oltre agli ambienti che ospitano le aule, il Garrone necessita di aule per le esigente dei docenti, ma ancora di più per le esigenze degli alunni disabili e degli alunni con bisogni educativi speciali, per un totale di 131 alunni».
«Questa situazione è stata presentata sin dal novembre del 2013, la conoscono tutti perché è il quarto anno di peregrinazioni. Si continua a dire che si adottano provvedimenti tampone. C'era stata la promessa di collocare almeno la sede succursale in un unico plesso, cosa che avrebbe consentito l'organizzazione di un programma di intervento nei confronti dei comportamenti-problema degli alunni disabili e di tutte le emergenze, e invece così non è stato. Abbiamo ancora un vestito di Arlecchino. Il Garrone è l'unica scuola di Barletta ad essere disseminata sul territorio con grave disagio per le famiglie, per l'utenza, ma anche per l'organizzazione. Non raccolgo nessuna provocazione, non raccolgo nessuna offesa: constato che, per essere semplicemente colui che esplicita e cerca di difendere i diritti dei cittadini barlettani più deboli, mi trovo in una situazione mediatica sfavorevole, sarò molto probabilmente soggetto ad un massacro mediatico semplicemente per il fatto di interpretare seriamente il proprio ruolo. Non attribuisco colpe a nessuno, chiedo semplicemente alla cittadinanza, ai responsabili politici e amministrativi di riflettere su quello che sta succedendo».
Va a fondo, nel suo intervento, il presidente del Consiglio d'Istituto, Carlo Dibello, che ha voluto sottolineare l'importanza del Garrone in quanto polo per la disabilità e centro di accoglienza di studenti con varie disabilità, evidenziando anche che le richieste della popolazione scolastica trovano conforto anche nella legislazione italiana: «L'istituto Garrone è polo per la disabilità. Questo non è un fregio di cui menare vanto. Questo ha delle ricadute, perché non solo qui c'è uno staff specializzato con studi specifici in grado di affiancare difficoltà ad inserirsi nella società. Il Garrone è polo per disabilità per la messa a disposizione di ambienti per episodi che si vengono a registrare quasi quotidianamente. Sottolineata questa peculiarità dell'istituto, richiamerei l'attenzione su un dato: chiunque ricopra incarichi di responsabilità in ambito pubblico ha davanti a sé dei punti di riferimento, che sono le leggi, stella polare di ogni cittadino. Dobbiamo cercare di capire se questa legge dello stato, la numero 23 del 1996, varata addirittura 18 anni fa, e che non ci risulta sia stata abrogata tantomeno implicitamente, possa essere il nostro punto di riferimento. 18 anni fa, il legislatore statale ha dato delle norme, dirette a disciplinare l'edilizia scolastica. Ha detto "Le strutture edilizie costituiscono elemento fondamentale e integrante del sistema scolastico. Obiettivo della presente legge è assicurare a tali strutture uno sviluppo qualitativo e una collocazione sul territorio adeguati alla costante evoluzione delle dinamiche formative, culturali, economiche e sociali"».
«"La programmazione degli interventi per le finalità di cui al comma 1 deve garantire:
Il soddisfacimento del fabbisogno immediato di aule, riducendo gli indici di carenza delle diverse regioni entro la media nazionale;
La riqualificazione del patrimonio esistente, in particolare di quello avente valore storico-monumentale;
L'adeguamento alle norme vigenti in materia di agibilità, sicurezza e igiene;
L'adeguamento delle strutture edilizie alle esigenze della scuola, ai processi di riforma degli ordinamenti e dei programmi, all'innovazione didattica e alla sperimentazione;
Una equilibrata organizzazione territoriale del sistema scolastico, anche con riferimento agli andamenti demografici;
La disponibilità da parte di ogni scuola di palestre e impianti sportivi di base;
La piena utilizzazione delle strutture scolastiche da parte della collettività"»
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«L'articolo due della legge, è ancora più chiaro in merito alla problematica: "Può essere finanziata in base alla presente legge la costruzione e il completamento di edifici scolastici, nonché l'acquisto e l'eventuale riadattamento di immobili adibiti o da adibire a uso scolastico, in particolare al fine di eliminare le locazioni a carattere oneroso, i doppi turni di frequenza scolastica e l'utilizzazione impropria di stabili che non siano riadattabili". Diciotto anni fa il legislatore statale si preoccupava di scongiurare i doppi turni scolastici. La stessa legge individua nelle province gli enti competenti in materia di edilizia scolastica concernente gli edifici scolastici per gli istituti secondari».
La faccenda legata alle aule del "Garrone" va avanti a colpi di scena, ma l'auspicio di tutte le persone coinvolte è quello che la questione possa dirimersi al più presto, e che gli studenti barlettani possano tornare, quanto prima, a svolgere regolarmente lezione.