Discarica Canne della Battaglia
Discarica Canne della Battaglia
Territorio

Discarica abusiva a Canne della Battaglia, che fare?

Intervista a Nino Vinella, attuale presidente del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia

Risale a pochi giorni fa la scoperta di una discarica abusiva nella campagna di Canne della Battaglia, presso l'antica masseria. Viene a trovarci in redazione Nino Vinella, presidente del Comitato Pro Canne della Battaglia per parlare insieme della problematica.

Come mai aree di grande rilevanza storica sono ancora oggetto di degrado e abbandono?


Paradossalmente, Canne della Battaglia dovrebbe essere super protetta addirittura da un triplice sbarramento, ma così non é. Vediamo di capire meglio. Canne della Battaglia è un assieme geografico variamente strutturato in cui convivono attività economiche tradizionali come l'agricoltura (con tracce reali quali appunto le masserie, censite in numero di almeno settanta da uno studio dell'istituto tecnico per geometri di Barletta curata anni fa da Antonietta Magliocca) e la presenza di eminenti tracce archeologiche: la collina dominata dalla Cittadella ne è un esempio, con l'area dei Sepolcreti scoperti fra il 1937 ed il 1939 dall'archeologo Michele Gervasio, Fontanella e quant'altro. Le Terme di San Mercurio sono andate ad aggiungersi come altre perle a quella splendida collina. Questo mix ovviamente abbinata alla bellezza intrinseca del paesaggio naturale al di qua e al di là dell'Ofanto. Ciò premesso è importante perché scindere uno degli aspetti dall'altro sarebbe appunto come scegliere una sola perla rompendo il filo che le tiene assieme: uso un'espressione di Giuliano Volpe, nostro amico archeologo ed attuale Rettore dell'Università di Foggia. Esiste una sempre più specifica normativa di legge a carattere nazionale, come il "Codice del Paesaggio" (il cosiddetto Urbani dall'omonimo ministro che lo emanò) a cui gradualmente gli enti locali - nel nostro caso il Comune di Barletta - si stanno via via adeguando con la creazione delle apposite figure e organismi preposti. Poi vi sono i mancati controlli a cui sono esposte proprio le aree non urbanizzate, come appunto le campagne di Canne della Battaglia, che rientra totalmente all'interno dei vincoli previsti dal Parco regionale del fiume Ofanto. Parliamo di mancati controlli perché il Parco é ancora fermo allo stato iniziale, con tutte le polemiche di un anno fa quando vi verificò un'autentica sollevazione da parte del mondo agricolo locale per la sua riperimetrazione. Infine, i vincoli stessi di tipo tradizionale e classico, come quelli dettati dalla disciplina archeologica in senso stretto, essendo Canne della Battaglia titolare dell'omonimo Parco archeologico ambientale, che però si sviluppa a macchia di leopardo essendoci aree non contigue fra di loro o aree, come Antenisi, all'interno delle quali si sono verificati ritrovamenti importanti (tombe a grotticelle del III-IV secolo a.C.) e che, pur acquistate a spese nostre dal Comune negli anni Ottanta, sono lasciate in abbandono.

A questo punto come possono intervenire le istituzioni pubbliche?

L'area di Canne della Battaglia (pur appartenendo di fatto al Comune di Barletta) é chiaramente centrale rispetto al baricentro della provincia BAT sia un'ottica di area vasta sia per le prossime responsabilità da parte dell'ente provinciale neo costituito. Esiste una Polizia provinciale, corpo da sempre sottodimensionato quanto a personale rispetto all'estensione delle superfici da controllare. E poi i vari Consorzi di guardianìa e di vigilanza campestre a fini privati come tutela dei singoli fondi da parte dei proprietari. Purtroppo, tutte forme e modalità che spariscono col fenomeno dello spopolamento delle campagne, da cui l'abbandono generalizzato delle masserie come centri di aggregazione sul posto: i contadini sono autentici "pendolari" perché montano sul lavoro alle quattro di mattina e smontano alle quattro del pomeriggio, lasciando tutto il resto della giornata le loro stese proprietà e l'intero territorio allo sbando ed alla mercé di chi può depredarlo di tutto, ultimamente anche dei fili di rame come il materiale lapideo.

Prima il vandalismo ai danni della fontana di san Ruggiero, ora la discarica abusiva. Si tratta di mancata vigilanza o dell'assenza di senso civico di chi commette tali atti?

Distinguiamo. Nel caso della Fontana di San Ruggiero, che tutti sanno essere proprietà pubblica, possiamo invece affermare che dalle visure catastali si risalirebbe ai privati, come pure nel caso della Masseria di Canne che la sovrasta e faceva fino alla metà del secolo scorso un corpo unico visto che i sentieri della transumanza facevano obbligatoriamente passare greggi e mandrie, come pure i residenti, alla fonte come abbeveratoio. Oggi una diversa coscienza nella tutela e nella gestione suggerisce di mettere a reddito, anche da parte dei legittimi proprietari, i beni paesaggisti e culturali come target di un movimento turistico diverso, che privilegi interventi di conservazione ma che tragga sostentamento anche dai percorsi di visita. In questo, il nostro Comitato si avvale di una chiara partnership di riferimento assoluto col Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI).

Cosa si può fare per sensibilizzare in maniera decisa i cittadini?

Una sempre più diffusa coscienza ambientalista ed una migliore informazione giornalistica, tramite la scuola, le associazioni, i comuni come anche attraverso i media ed il web.

E' utopistico immaginare un percorso turistico-culturale che finalmente valorizzi l'intera area cannense?


Niente affatto: lo ha previsto il Comune all'atto dell'insediamento della Giunta Maffei, come anche diversi progetti (compreso il nostro denominato come Treno dell'Archeologia e dell'Ambiente sulla storica linea ferroviaria Barletta-Spinazzola) candidati nell'ambito del Piano strategico territoriale di area vasta Vision 2020. L'importante é fare squadra e avere la tenacia di continuare.
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