Dibattito su disagio giovanile
Dibattito su disagio giovanile
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Disagio giovanile, l’allarme lanciato da Barletta: «Serve una rete di adulti forti e presenti»

Dalla Polizia al Tribunale per i Minorenni, da scuola e Chiesa alle famiglie: la fragilità adolescenziale chiama tutti alla responsabilità condivisa

L'amara verità – «Quando interviene la Polizia è già troppo tardi, abbiamo già perso tutti quanti» – lanciata dall'Ispettore Leonardo Madera della Questura BAT, ha acceso la tavola rotonda "Disagio Giovanile, Prevenzione e Legalità". L'evento, promosso dalle Associazioni Familiari (enti che operano nella BAT a supporto della famiglia) e ospitato presso la biblioteca "Il Granaio" della Parrocchia della Santissima Trinità di Barletta, ha messo a confronto diversi attori sociali e istituzionali per definire una strategia comune contro la crescente fragilità adolescenziale.

I lavori sono stati introdotti dall'Avvocato Antonio Gorgoglione, Coordinatore del Forum Provinciale BAT, e moderati da Ruggiero Doronzo.

Il quadro del disagio è stato tracciato dal Dott. Leonardo Trione, psicologo e scrittore, che ha definito la condizione giovanile come lo "specchio della società attuale". Il disagio, ha spiegato, nasce da un'educazione che fatica ad abbandonare la "nostalgia" per adattarsi al "mondo liquido" contemporaneo, producendo due modelli genitoriali particolarmente dannosi: l'Iperprotettivo (il "pronto soccorso permanente" che genera ragazzi ansiosi) e il Democratico-Permissivo (i genitori-amici che minano l'autorevolezza).

In questo scenario, le nuove dipendenze sono lette come tentativi di "anestesia emotiva". La ricetta per l'equilibrio è univoca: «Genitori forti equivalgono a figli più equilibrati».

Questa fragilità trova riscontro anche nelle aule scolastiche. La Dirigente Scolastica Dott.ssa Annalisa Ruggeri (ITS "Cassandro-Ferri-Nervi") ha criticato l'approccio adulto che tenta di lenire il dramma presente promettendo un futuro migliore, sottolineando che «gli adolescenti non ci credono, perché chiedono risposte per stare meglio nel qui ed ora».

La scuola interviene sui sintomi, come la dispersione, ma riconosce di trovarsi di fronte a cause familiari profonde legate alla mancanza di attenzioni. Per la Dirigente, è necessario agire "nell'immediato", poiché «chi non attenziona i giovani non ha a cuore il futuro di questa società».
A farsi portavoce del bisogno di prevenzione e prossimità è stato Don Francesco Milillo, Viceparroco della Santissima Trinità, che ha evocato la missione della Chiesa come "sentinella nella notte". L'imperativo per i sacerdoti, ha detto, è diventare sentinelle attive nei quartieri e nelle città, capaci di intercettare i disagi giovanili e agire per ritrovare la "luce".

In risposta all'allarme, la Dott.ssa Francesca Stilla, Giudice presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, ha offerto un punto di vista rassicurante: «Quando il tribunale dei minorenni interviene è il momento giusto».

Per il Giudice, al centro dell'azione c'è sempre e solo il minore, con i suoi interessi e la sua famiglia, che non viene mai esclusa. La giustizia minorile opera per il bene del ragazzo, coniugando l'esigenza di legge con la specificità di ciascuno (citando Don Tonino Bello).

Il TM, grazie a un team multidisciplinare composto da giudici onorari, psicoterapeuti ed educatori, persegue una funzione educativa e rieducativa. Strumento cruciale è la messa alla prova, percorso che mira al reinserimento e alla dimostrazione della capacità del minore di compiere azioni positive, anche a fronte di reati che manifestano "vere e proprie esplosioni di rabbia".

Il dibattito, sostenuto dal patrocinio di numerose associazioni (tra cui Ai.Bi., Assoraider, Azione Cattolica, Semi di Legalità e Legambiente), si è chiuso con un appello unanime: l'unica parola che può vincere la sfida del disagio è "insieme", creando sinergie stabili tra scuola, famiglia, servizi sociali e forze dell'ordine.

Il messaggio finale è stato la necessità di trasformare la vigilanza della "sentinella" in un'azione concreta e coordinata che ponga davvero il minore al centro delle soluzioni.
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