Scuola e Lavoro
Disabili, A.B.I.L.I. a lavoro
Un nuovo progetto della Provincia per il collocamento mirato. Si cerca di allinearsi ai principi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
Barletta - lunedì 16 aprile 2012
22.26
Pare sia tempo di cambiamenti. Si vuole voltare pagina ed anche i nostri governanti, tecnici o no, si sforzano di intervenire su questioni fondamentali, come il complicato mondo del lavoro, ormai divenuto per molti una chimera. Il Ministero del Lavoro e del Welfare sta cercando di inserire nella prossima riforma, migliori condizioni che permettano l'inserimento lavorativo dei disabili.
La legge 68/99 introduce al discorso del collocamento mirato e dunque all'obbligo per le aziende con più di 15 dipendenti di assumere persone con disabilità, diversificata in quattro gruppi a secondo delle diverse condizioni psico-fisiche, nelle percentuali stabilite dal testo. La volontà di cambiamento è dimostrata anche dalla Regione Puglia, che, con altre regioni e province italiane, sta cercando di migliorare e migliorarsi per quanto riguarda la situazione del collocamento di queste categorie protette, sia nel settore pubblico che privato.
La provincia di Barletta-Andria-Trani non se lo è fatto ripetere due volte e ha deciso di farsi carico di una attività, per ora solo di ricerca ed elaborazione di dati, che nelle parole dell'Assessore provinciale alle politiche attive del lavoro, Pompeo Camero, mostrano una realtà quantitativamente piuttosto significativa, evidenziando una maggiore attenzione necessaria, che il caso meriterebbe.
Il progetto si chiama A.B.I.L.I. (Abbattimento Barriere Inserimento Lavorativo Integrazione), nato dalla collaborazione della VI provincia e la Cooperativa di "Promozione Sociale e Solidarietà" di Trani che gestisce nella città il centro Jobel, occupandosi di persone svantaggiate da diversi anni. La Cooperativa, si sta occupando del lavoro di ricerca sui dati reali dei disabili nei posti di lavoro nel territorio. La stessa annuncia di non aver ricevuto grande collaborazione dalla Provincia nel reperire i dati, piuttosto hanno ricevuto aiuto e sostegno dalle diverse sezioni comunali della CGIL, soprattutto tranese. Inoltre il lavoro di ricerca, durato diversi mesi e che si dovrebbe concludere nel mese di aprile, è stato reso più difficoltoso dalla esiguità dei dati presenti in Regione sul tema.
«Adegueremo il programma informatico dei vari Centri per l'impiego» ha annotato l'Assessore Camero, ribadendo quello che il fine anche del lavoro di ricerca: istituire un Bollino ISS (Impresa Solida e Solidale), una sorta di marchio di qualità per far si che le varie aziende siano ben riconoscibili come rispettose della legge e per la loro solidarietà. Diciamo che in un mondo perfetto non ci sarebbe bisogno della "Denominazione di Origine Controllata", ma nel Paese di "fatta la legge trovato l'inganno" diventa uno strumento necessario, ricordando, per esempio, il discorso sulle quote rosa.
Camero ha inoltre annunciato che il Settore Personale della Provincia si muoverà per raggiungere gli standard stabiliti, intraprendendo la via esemplificativa e illustrativa per altri Enti o aziende. Si cerca di allinearsi ai principi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che già nel 2001 stabiliva con gli ICF, classificazione internazionale di funzionamento, un diverso approccio con i disabili: non più un discorso meramente risarcitorio, ma che vada rivolto alle persone, alle individualità, dunque più dinamico.
La legge 68/99 introduce al discorso del collocamento mirato e dunque all'obbligo per le aziende con più di 15 dipendenti di assumere persone con disabilità, diversificata in quattro gruppi a secondo delle diverse condizioni psico-fisiche, nelle percentuali stabilite dal testo. La volontà di cambiamento è dimostrata anche dalla Regione Puglia, che, con altre regioni e province italiane, sta cercando di migliorare e migliorarsi per quanto riguarda la situazione del collocamento di queste categorie protette, sia nel settore pubblico che privato.
La provincia di Barletta-Andria-Trani non se lo è fatto ripetere due volte e ha deciso di farsi carico di una attività, per ora solo di ricerca ed elaborazione di dati, che nelle parole dell'Assessore provinciale alle politiche attive del lavoro, Pompeo Camero, mostrano una realtà quantitativamente piuttosto significativa, evidenziando una maggiore attenzione necessaria, che il caso meriterebbe.
Il progetto si chiama A.B.I.L.I. (Abbattimento Barriere Inserimento Lavorativo Integrazione), nato dalla collaborazione della VI provincia e la Cooperativa di "Promozione Sociale e Solidarietà" di Trani che gestisce nella città il centro Jobel, occupandosi di persone svantaggiate da diversi anni. La Cooperativa, si sta occupando del lavoro di ricerca sui dati reali dei disabili nei posti di lavoro nel territorio. La stessa annuncia di non aver ricevuto grande collaborazione dalla Provincia nel reperire i dati, piuttosto hanno ricevuto aiuto e sostegno dalle diverse sezioni comunali della CGIL, soprattutto tranese. Inoltre il lavoro di ricerca, durato diversi mesi e che si dovrebbe concludere nel mese di aprile, è stato reso più difficoltoso dalla esiguità dei dati presenti in Regione sul tema.
«Adegueremo il programma informatico dei vari Centri per l'impiego» ha annotato l'Assessore Camero, ribadendo quello che il fine anche del lavoro di ricerca: istituire un Bollino ISS (Impresa Solida e Solidale), una sorta di marchio di qualità per far si che le varie aziende siano ben riconoscibili come rispettose della legge e per la loro solidarietà. Diciamo che in un mondo perfetto non ci sarebbe bisogno della "Denominazione di Origine Controllata", ma nel Paese di "fatta la legge trovato l'inganno" diventa uno strumento necessario, ricordando, per esempio, il discorso sulle quote rosa.
Camero ha inoltre annunciato che il Settore Personale della Provincia si muoverà per raggiungere gli standard stabiliti, intraprendendo la via esemplificativa e illustrativa per altri Enti o aziende. Si cerca di allinearsi ai principi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che già nel 2001 stabiliva con gli ICF, classificazione internazionale di funzionamento, un diverso approccio con i disabili: non più un discorso meramente risarcitorio, ma che vada rivolto alle persone, alle individualità, dunque più dinamico.