Michele Dibenedetto
Michele Dibenedetto
Politica

Dibenedetto risponde agli attacchi di Maffei

Il presidente del gruppo Idv premia il lavoro svolto da Barlettalife. "Un uomo che di democrazia non sa assolutamente nulla, colpito dalla sindrome del "Marchese del Grillo""

Non conosce pace la vita della politica a Barletta. Nell'occhio del ciclone oggi vi sono alcune dichiarazioni del Primo Cittadino barlettano, dopo un'intervista rilasciata nella giornata di ieri a un quotidiano locale dal sindaco Nicola Maffei, nel quale il sindaco ha affrontato tematiche delle quali noi di Barlettalife.it avremmo volentieri discusso con lui, se vi fosse stata disponibilità della controparte. Michele Dibenedetto, Presidente del gruppo Italia dei Valori, e Presidente della II comm. Attività Produttive, risponde al sindaco con una nota a dir poco critica, rivolgendogli accuse ben circoscritte.

"Il delirio di onnipotenza che traspare dall'ultima intervista, rilasciata dal Sindaco Maffei alla Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 31 maggio 2012 -esordisce Dibenedetto nella sua nota- finalmente, dà l'idea chiara e precisa di quanto bravo sia stato, in tutti questi anni, ad indossare la maschera dell'agnello sacrificale. Maschera di cera che finalmente si sta sciogliendo al sole e sta facendo emergere i suoi veri tratti somatici di belva assetata di potere".

Parole al vetriolo quelle di Dibenedetto: "Un uomo che ha la tessera del Partito Democratico ma che di democrazia non ne sa assolutamente nulla! Ed è per questo che invito tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione a condividere la mia proposta di iscriverlo ad un corso di formazione, magari bocconiano, che abbia ad oggetto il seguente titolo: "Démos-cràtos. Governo del popolo". Perché dico questo?Ad un certo punto dell'intervista il Sindaco sfida i nuovi assessori a dimostrare il loro valore. L'intervistatore gli chiede: "a chi devono dimostrarlo?". E lui: "A me, a me. Il capo dell'amministrazione sono io", come se i cittadini non contassero nulla".

"Per non parlare dell'uscita poco felice della "commissionite" -aggiunge il Presidente del gruppo Idv- A riguardo è bene precisare che a noi consiglieri viene corrisposto un gettone di presenza che ammonta a circa trenta euro netti. Considerando che, a seconda dell'importanza e della complessità degli atti da predisporre per l'approvazione definitiva in consiglio comunale, ogni seduta porta via almeno, in media, due ore quotidiane di lavoro provate a fare i conti per capire se il lavoro dei consiglieri è pagato in maniera giusta ed equa, a fronte degli stipendi più che dignitosi di dirigenti (di cui qualcuno per due mezze giornate settimanali), sindaco, assessori, posizioni organizzative e quantaltro. Da precisare che la maggior parte di essi non è stata scelta per governare la città e che spesso e volentieri si sostituisce, nelle scelte, a quella che invece è la volontà popolare".

Interviene a piedi uniti sulla questione Dibenedetto: "Caro Sindaco non Le permetto di parlare così della commissione della quale mi onoro di rappresentare. Le ricordo che meno di due mesi fa ha elogiato il lavoro svolto dalla commissione Politiche Attive di Sviluppo in merito al regolamento degli impianti pubblicitari. Una commissione coesa ed unita, anche con le forze di opposizione, e che ha un solo interesse. La nostra beneamata città. Non ci sono interessi personali di alcun genere nel nostro operato, se lo ficchi bene in mente! Inoltre, ricordo al Sindaco che alle ultime amministrative ha preso meno voti delle liste che appoggiavano la sua candidatura. Meglio è riuscito a fare perfino il candidato sindaco Enzo Torre (che credo sia stato il meno suffragato dei candidati alla poltrona di sindaco). Per cui quando parla della volontà di marcare le differenze tra le sue e quelle della coalizione che lo sostengono provi a pensare che forse è lui che si differenzia da noi che gli abbiamo consentito, e gli consentiamo tuttora, di ricoprire il ruolo di Sindaco".

Incalza Dibenedetto sul Primo Cittadino barlettano: "E' lui che rassegna le dimissioni, per poi ritirarle all'ultimo giorno, senza aver preso nessun accordo con nessuna forza politica. E' lui che sceglie all'interno del partito "Italia dei Valori" chi dovesse ricoprire il ruolo di assessore, in barba alle indicazioni della commissaria provinciale – Nunzia Sorrenti – e del sottoscritto, nonché capogruppo dell'Italia dei Valori di Barletta. E' lui che non accetta di subire il giudizio sacrosanto della commissione di controllo e garanzia. E' lui che ad ogni seduta di giunta porta con sé più della metà delle delibere da approvare (...o sennò...). E' lui che al tavolo delle trattative ha detto che potete chiedermi tutto ma non la mia delega alla cultura. E' lui che non sa delegare (o meglio, non vuole!) se non al suo unico compagno di merende nonché dirigente dello staff del Sindaco. E' lui che fa frequentare un corso, sempre al suo compagno di merende, al costo di quattromila euro di cui duemila sono solo di rimborso spese (forse ha prenotato il volo con Fly Emirates in prima classe e ad alloggiare andrà alla Vela di Dubai)" [operando così un chiaro riferimento alla questione Attolico-Bocconi, messa alla luce dal nostro giornale ndr].

"A tal proposito mi domando se l'Associazione Uniti per l'Affermazione della Legalità sa di questa determina o finge di non sapere? E della determina numero 687 del 30/04/2012 'liquidazione indennità posizione organizzativa e alta professionalità anno 2011, produttività gruppi di lavoro obiettivi PEG 2011' per un importo di circa 180.000 euro? Peccato però che quando leggo la relazione sul rendiconto della gestione 2011 mi accorgo che dei circa 180 obiettivi posti da questa amministrazione ne sono stati raggiunti solo 85 (meno della metà); 93 sono ancora in itinere e 4 oramai irrealizzabili e che a fronte di tante incongruenze si spartiscono pure indennità per produttività. Insomma lui e solo lui. Il solo ed unico onnipotente Nicola Maffei".

La chiosa è duramente ironica: "Credo che il Sindaco sia stato colpito dalla sindrome del "Marchese del Grillo" (celebre film di Alberto Sordi), di cui ricordiamo la famosa frase: «perchè io sò io e voi nun sete un cazzo»".
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