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Istituzionale

Depositato al Tar il ricorso del Comune di Barletta contro la BT

L’atto giudiziario elaborato dallo studio legale del Prof. Avv. Franco Gaetano Scoca di Roma inizia il suo iter. Ora le parti devono affrontarsi con carte bollate

Questa mattina l'impugnazione alla deliberazione del Consiglio Provinciale n. 10 del 21 maggio scorso, è stata, nei tempi previsti e come preannunciato sabato dal Sindaco Maffei e da Barlettalife tempestivamente anticipato, regolarmente depositata. Il protocollo del Tribunale Amministrativo regionale per la Puglia lo ha registrato con il n. 1654/10. L'atto contiene l'ipotesi di illegittimità dei provvedimenti del Consiglio Provinciale discendenti in primo luogo da palese incostituzionalità delle norme di legge poste a fondamento dello Statuto. In sostanza la scelta dell'amministrazione provinciale di collocare la sede della nuova Provincia ad Andria, prima ancora di prevedere i tre capoluoghi di Provincia, potrebbe essere viziata a monte in quanto diretta applicazione di norme incostituzionali. L'illegittimità dei provvedimenti impugnati, recita il ricorso del Comune di Barletta, discende anche da altro profilo: l'art. 1, comma 4, della legge istitutiva della Provincia di Barletta-Andria-Trani ha demandato infatti allo Statuto provinciale la fissazione della sede legale in una delle tre città co-capoluogo. Al contrario, trattandosi di materia afferente ai profili fondamentali dell'ente locale, la sede legale doveva essere stabilita dalla legge istitutiva.

Fin da quel 21 maggio, fu facile prevedere che la scelta adottata dal Consiglio Provinciale favorevole alla città di Andria e non alla città di Barletta, quale sede legale della BT, avrebbe dato inizio ad un nuovo e mai assopito diritto tra le due comunità. Oggi azzardiamo nell'affermare che la Sesta provincia pugliese non esiste più. Le estensioni politiche- amministrative dell'Ente non saranno più moralmente attive. Ogni presupposto, ogni iniziativa collegiale tra le tre città co-capoluogo diventeranno pericolosamente futili specie se la vicenda giudiziaria portasse a sconvolgimenti statutari. Prima di oggi era solo schermaglia di campanile, anche antologica se vogliamo. Un gioco delle parti quasi doveroso in politica.

Era una sfida a biglie ferme, dove i contendenti [ovvero il Presidente della Provincia Ventola, il Sindaco Nicola Giorgino e Nicola Maffei Sindaco di Barletta ndr], potevano ancora recuperare le acerbe ed anche velenose dialettiche. Ora devono affrontarsi con carte bollate. E allora cosa è questa Provincia? Chi è Francesco Ventola, quale maggioranza morale del territorio gli è devota? Quella retorica di espliciti andriesi? Quella distratta dei tranesi, quella ostile dei barlettani?. E se ci fossero consultazioni di parziale legislatura, quale sarebbe l'espressione dei cittadini del territorio. Quando il Comune di Barletta, in un consiglio monotematico decise di ricorrere al Tar di Puglia, il Sindaco di Andria Nicola Giorgino, definì l'iniziativa "gazzarre da bar dello sport". Lo stupore per tale popolare critica fu di Maffei: «Mi sorprende scoprire che le associazioni andriesi e persino il Sindaco Giorgino si meraviglino del ricorso che ho inoltrato a nome della città di Barletta. Se le cose fossero andate diversamente non avrebbero adottato simile iniziativa?».

Diciamocela tutta: prima di oggi, prima dell'avvenuto deposito del ricorso, voci non del tutto infondate (anzi di rango) raccontavano che un accordo sarebbe sopravvenuto, anche perché " l'ira tremenda…" del Presidente Ventola aveva scosso i timpani di Maffei. Ma la richiesta di possibili ricuciture avevano fatto tremare d'ansia ,sia il Comitato di Barletta Provincia, sia l'intera opinione pubblica barlettana. Una posizione politica rimane ora più ambigua delle altre. Ricordiamo che all'indomani dell'assegnazione della sede legale ad Andria, la compagine politica del centro destra di Barletta, minacciò di ritirare i propri rappresentanti in Consiglio Provinciale, accusando il Presidente Ventola di aver disatteso ogni affermazione in campagna elettorale che privilegiava Barletta.

Ora, oltre alla consapevolezza politica che ha penalizzato la città vi è, giusto o sbagliato che sia, un atto giudiziario del Primo cittadino. Ebbene si espongano e offrano il loro parere. Rumoreggino. Lo facciano pubblicamente anche i silenti Consiglieri regionali barlettani eletti.
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