Associazioni
Da Pompei a Canne della Battaglia, l'archeologia va in frantumi
Sdegno e preoccupazione nelle parole di Nino Vinella. Muraglione crollato, nessuno fa nulla
Barletta - lunedì 6 dicembre 2010
«Ecco cosa puo' accadere anche quando ci sono i soldi ma spesi male! Cosi' e' diventato un altro monumento all'abbandono il muraglione crollato sulla cittadella a maggio 2003. Era stato restaurato coi fondi europei dei POP e del Comune appena nel 1998», questa l'amara constatazione di Nino Vinella, presidente del Comitato Italiano pro Canne della Battaglia, che così continua.
«Lo sdegno del Presidente della Repubblica per il crollo della Domus dei Gladiatori di ieri a Pompei risuona dolorosamente anche a Canne della Battaglia: il Comitato Italiano pro Canne della Battaglia addita come esempio di cattiva gestione dei pubblici denari il caso del crollo di una considerevole parte del muraglione di contenimento nell'area delle Basiliche del sito archeologico sulla Cittadella, restaurato nel 1998 durante i lavori co-finanziati dai fondi dell'Unione Europea attraverso i POP e dal bilancio del Comune di Barletta, proprietario della celebre collina, e rovinato al suolo nel maggio 2003. Tuttora senza che nessuno vi abbia posto rimedio».
«Il crollo, che ha interessato un tratto della cortina muraria esterna affacciantesi sul corridoio panoramico intorno all'Acropoli, e che proprio quei lavori avevano restituito alla compiaciuta osservazione di visitatori e turisti come il pezzo più fotografato e frequentato per le suggestioni dell'antico abitato medievale finalmente restituito, è ormai entrato a far parte anch'esso del panorama, scandaloso "monumento" all'abbandono, simbolo del più totale disinteresse e della superficialità perfino in quelle situazioni dove ad essere messa sotto accusa non sono i tagli alla Cultura (come oggi) ma la cattiva gestione dei finanziamenti tanto faticosamente attinti.
Non si mai ben conosciute ufficialmente le cause dello spettacolare cedimento: ma le competenti verifiche hanno portato ad avvalorare la tesi che il sovrastante terrapieno, imbevutosi di acqua piovana col passar del tempo, abbia finito col precipitare giù, trascinandosi nel crollo detriti, terriccio ed i mattoni usati esteticamente per dare forma e (apparente) solidità all'intera struttura».
«Stranamente, mentre nel 2007 si metteva mano alla costruzione dell'ampliamento dell'Antiquarium voluto dalla Cassa del Mezzogiorno nel 1958 (oggi coi lavori desolatamente fermi davanti ad un impegno di spesa solo formale del Comune per altri 750.000 euro da spendere nel prossimo piano triennale dei lavori pubblici), nessuno si è mai impegnato per la ricostruzione di quel muraglione. Perché?».
«La delicata problematica connessa all'attuale gestione dell'area archeologica di Canne della Battaglia, coi tre licenziamenti definitivi al Bookshop di accoglienza e l'oggettivo "declassamento" a livelli inferiori a dispetto dell'importanza mondiale del sito collegato alle gesta di Annibale e della vittoria sui Romani del 216 avanti Cristo, pone sotto i riflettori la globalità del "problema Canne" a carico del Comune di Barletta, che ne è proprietario titolare al 90 per cento pur senza mai effettivamente esercitato fino in fondo questo ruolo, limitandosi a finanziare opere infrastrutturali d'ingente importo ma mai occupandosi in prima persona delle ricadute gestionali e di lavoro».
«Lo sdegno del Presidente della Repubblica per il crollo della Domus dei Gladiatori di ieri a Pompei risuona dolorosamente anche a Canne della Battaglia: il Comitato Italiano pro Canne della Battaglia addita come esempio di cattiva gestione dei pubblici denari il caso del crollo di una considerevole parte del muraglione di contenimento nell'area delle Basiliche del sito archeologico sulla Cittadella, restaurato nel 1998 durante i lavori co-finanziati dai fondi dell'Unione Europea attraverso i POP e dal bilancio del Comune di Barletta, proprietario della celebre collina, e rovinato al suolo nel maggio 2003. Tuttora senza che nessuno vi abbia posto rimedio».
«Il crollo, che ha interessato un tratto della cortina muraria esterna affacciantesi sul corridoio panoramico intorno all'Acropoli, e che proprio quei lavori avevano restituito alla compiaciuta osservazione di visitatori e turisti come il pezzo più fotografato e frequentato per le suggestioni dell'antico abitato medievale finalmente restituito, è ormai entrato a far parte anch'esso del panorama, scandaloso "monumento" all'abbandono, simbolo del più totale disinteresse e della superficialità perfino in quelle situazioni dove ad essere messa sotto accusa non sono i tagli alla Cultura (come oggi) ma la cattiva gestione dei finanziamenti tanto faticosamente attinti.
Non si mai ben conosciute ufficialmente le cause dello spettacolare cedimento: ma le competenti verifiche hanno portato ad avvalorare la tesi che il sovrastante terrapieno, imbevutosi di acqua piovana col passar del tempo, abbia finito col precipitare giù, trascinandosi nel crollo detriti, terriccio ed i mattoni usati esteticamente per dare forma e (apparente) solidità all'intera struttura».
«Stranamente, mentre nel 2007 si metteva mano alla costruzione dell'ampliamento dell'Antiquarium voluto dalla Cassa del Mezzogiorno nel 1958 (oggi coi lavori desolatamente fermi davanti ad un impegno di spesa solo formale del Comune per altri 750.000 euro da spendere nel prossimo piano triennale dei lavori pubblici), nessuno si è mai impegnato per la ricostruzione di quel muraglione. Perché?».
«La delicata problematica connessa all'attuale gestione dell'area archeologica di Canne della Battaglia, coi tre licenziamenti definitivi al Bookshop di accoglienza e l'oggettivo "declassamento" a livelli inferiori a dispetto dell'importanza mondiale del sito collegato alle gesta di Annibale e della vittoria sui Romani del 216 avanti Cristo, pone sotto i riflettori la globalità del "problema Canne" a carico del Comune di Barletta, che ne è proprietario titolare al 90 per cento pur senza mai effettivamente esercitato fino in fondo questo ruolo, limitandosi a finanziare opere infrastrutturali d'ingente importo ma mai occupandosi in prima persona delle ricadute gestionali e di lavoro».